Fausto delle Chiaie raccontato da Dario Acocella

Con “Ho fatto una barca di soldi” il regista Dario Acocella debutta con un film documentario per il cinema, a proseguimento di una carriera che lo ha visto firmare importanti fiction per la tv, cortometraggi e videoclip.

Ho fatto una barca di soldi sarà presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Roma, il film racconta in punta di piedi una giornata con Fausto Delle Chiaie, artista che da quarant’anni espone le proprie opere in mezzo alla strada di Piazza Augusto Imperatore a Roma, una scelta voluta per allontanarsi dai sistemi espositivi tradizionali e avvicinarsi alla gente che altrimenti difficilmente entrerebbe in un museo.

Un film che vuole ricercare il segreto più intimo di un uomo e di un artista, appagato nell’ esprimere quotidianamente la propria necessità creativa.

Abbiamo incontrato il regista Dario Acocella a pochi giorni dalla proiezione per una chiacchierata intorno al suo percorso artistico e al percorso che lo ha portato a realizzare la sua opera filmica.

Dario, come nasce il tuo amore per il cinema e per il linguaggio di narrazione? Chi sono stati i tuoi mentori?

L’amore per il cinema è nato in adolescenza, quando, come tanti coetanei dell’epoca, divoravo decine di film al mese e subivo il fascino delle immagini in movimento.
La gestazione devo dire che poi è stata lunga; in un primo periodo ho lavorato molto solo sulle immagini riuscendo a partorire lavori più vicini all’idea di videoarte che a quella della narrazione. Seguivo con più interesse artisti come Bill Viola piuttosto che i registi convenzionalmente legati al racconto. Poi con il tempo, e con le lunghe esperienze lavorative (ho fatto l’aiuto regista per molti anni) mi sono avvicinato alla narrazione in senso più stretto, mantenendo però comunque maggiore attenzione alle immagini piuttosto che alle parole.

Dario_Acocella
Dario Acocella

Cosa ti ha spinto nel realizzare un film sulla figura di Fausto Delle Chiaie?  E qual è la prima cosa che ti ha detto, nel momento in cui gli hai espresso la volontà di fare un film su di lui?

Sono arrivato a Fausto semplicemente camminando per la mia città. Come dice Achille Bonito Oliva nel film sono “inciampato” in Fausto tempo fa, e me ne sono innamorato. Quando poi un giorno mi sono accorto della grandezza del messaggio e del valore umano ed artistico di Fausto, mi sono detto…ma perché non raccontarlo in un film?
Non ho mai fatto una vera e propria proposta a Fausto, lui non è per le cose così formali. Mi sono conquistato il mio spazio giorno per giorno, sono stato con lui per ben sei mesi giorno e notte, e lui, giorno dopo giorno, mi ha concesso sempre di più.

Nel film intraprendi “…un viaggio che scava nella radice più profonda dell’essere artisti, nel genoma della creatività più pura e spontanea, dove ovviamente, il rapporto con il pubblico, è indispensabile”. Cosa significa per te essere artisti e cosa rappresenta per te il pubblico?

 

Un artista è niente senza il suo pubblico, poi è chiaro che ognuno mette in campo le proprie esigenze. Da anni ormai cerco di essere in sintonia con quello che faccio, esprimendo uno sguardo sul mondo personale, mio, ma che sia anche fruibile e comprensibile. In generale non amo i lavori autoreferenziali, così come digerisco poco quelli pensati a tavolino solo ed esclusivamente per raggiungere più pubblico possibile. Insomma basta avere qualcosa da dire!

Il tuo curriculum vanta regie per la televisione, per il cinema e diversi videoclip, come credi che abbiano influito questi diversi linguaggi filmici da te affrontati nel momento in cui hai cominciato a dedicarti al film documentario Ho fatto una barca di soldi?

Sicuramente incamerare esperienze diverse, sperimentare linguaggi distinti tra loro, arricchisce enormemente le proprie potenzialità comunicative e stilistiche, e ti fa conoscere meglio aspetti di te che, fino a quando non li metti in campo, non puoi conoscere. Si ha poi sempre a che fare con un mezzo (la macchina da presa) e tanti altri aspetti tecnici imprescindibili; certo è che, superata la tecnica, il proprio codice stilistico e il “timbro” personale che si imprime su un progetto è come
il proprio autografo, unico e irripetibile.

La ricerca artistica  condotta da Fausto Delle Chiaie è oggetto a sua volta della tua ricerca filmica, volta a scoprire il segreto della felicità di questo artista. Quali sono stati per te  gli aspetti più difficoltosi nella realizzazione di questo percorso di indagine?

La prima difficoltà è stata sicuramente di tipo pratico. Fausto vive in una casa senza corrente elettrica e non possiede un cellulare. Quindi gli appuntamenti che prendevamo con lui erano come si faceva una volta, con tutti gli imprevisti e le difficoltà che, grazie ai cellulari, noi possessori abbiamo dimenticato in fretta. In seconda battuta il montaggio; ho girato per molto tempo e spesso, dietro l’angolo, si affacciava il rischio di incontrare la “solita” retrospettiva sull’artista strampalato. Quando poi mi sono accorto che in ogni inquadratura l’attenzione maggiore era sempre catalizzata sull’aspetto umano della vicenda, mi sono dovuto impegnare maggiormente in senso contrario, a mostrare quindi anche l’artista. Insomma un viaggio lungo e faticoso ma eccezionale.

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Fausto Delle Chiaie

Cosa ti porti dentro del lungo tempo che hai passato con Fausto e cosa ti ha lasciato di indelebile la realizzazione di questo film?

Fausto compie il suo viaggio quotidiano verso la Capitale ogni giorno, anche se ad aspettarlo non c’è nessuno; e questo coraggio non si incontra di frequente. Affronta le intemperie, il freddo, il caldo, le quasi tre ore quotidiane di treno…tutto questo in nome di un unica grande missione: esprimere le proprie dimensioni creative e soddisfarle. Questo film mi ha insegnato questo; che un essere umano può vivere felice se le sue esigenze interne vengono espresse, anche se i suoi bisogni sono soddisfatti al minimo.

Il film documentario Ho fatto una barca di soldi di Dario Acocella sarà presentato al Festival del Cinema di Roma in anteprima mondiale sabato 9 novembre 2013 alle 20.00 al Museo MaXXi (via Guido Reni 4/a, Roma). Successivamente il film toccherà diversi festival nazionali ed internazionali.

CON LA GENTILE CONCESSIONE DEL GIORNALISTA ALESSANDRO SASSONE PUBBLICHIAMO LA FOTO DI UN BEL QUADRO DELL’ARTISTA FAUSTO DELLE CHIANE: “L’UOMO CON IL TELEFONINO”.

uomo con telefonino di Fausto delle Chiaie

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