Bilancio 2014. La Regione Lazio si salva dal default

Non si potrà evitare l’aumento dell’Irpef dello 0,6% per il 2015, ma  la Regione Lazio si salva dal default. E in più si tratterà di un aumento limitato: nessun implemento per le fasce di reddito fino a 15.000 euro l’anno, mentre per i redditi fino a 35.000 euro l’aumento oscillerà attorno ai 3,25 euro al mese e per le fasce fino ai 75.000 euro di circa 10 o 20 euro al mese.

Con dati alla mano il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, accompagnato dall’Assessore al Bilancio Alessandra Sartore e dal Vicepresidente Massimiliano Smeriglio, ha presentato la bozza di bilancio 2014, in seguito all’incontro con le parti sociali, la maggioranza e le opposizioni. Ora l’obiettivo, ha sottolineato Zingaretti, è scongiurare l’aumento dell’1% previsto per il 2016 dal governo e avviare la riduzione della pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese. Il presidente ha avviato la conferenza ricordando il baratro in cui era la Regione al suo insediamento, con 12 miliardi di debiti ereditati. “Noi abbiamo scelto di iniziare a pagare il folle debito commerciale di 12 miliardi di euro che le imprese e i cittadini del Lazio non avevano e che hanno provocato danni catastrofici per l’economia e per il lavoro” ha dichiarato Zingaretti “Cito per tutti il caso di queste ore con i lavoratori del Teatro dell’Opera che da tre anni non vedevano un centesimo dalla Regione. Ora grazie al decreto 35 del governo Monti la giunta ha ottenuto dall’esecutivo 5 miliardi di euro per il pagamento dei debiti, cui si aggiungeranno nel 2014 altri 3 miliardi. Complessivamente la giunta conta di immettere nel mercato 8,3 miliardi di liquidità, direzionata a un aumento del Pil della nostra Regione di circa il 3%. Nel 2015 ci sarà questo aumento dell’IRPEF dello 0,6%, ma noi contiamo dal 2016/2017 di far calare la pressione fiscale”.  Molto hanno pesato, ha continuato Zingaretti, anche i buchi di bilancio di alcune società regionali, come i 700 milioni della TPL di Roma, i 100 milioni delle RSA e i circa 10 milioni di contributi a enti culturali, ma l’obiettivo, ora che il default è scongiurato, è di arrivare a ridurre le tasse dal 2017. “A tal fine continueremo con i tagli alla spesa per un totale di 500  milioni di euro” ha proseguito Zingaretti  “e con la nuova programmazione europea ci stiamo preparando per portare nel Lazio oltre 2,3 miliardi di risorse nel quinquennio. Quindi da una Regione che stava sprofondando nella tragedia del default finanziario si riapre la speranza. Io ho parlato dei numeri della paura, quelli che abbiamo trovato, e dei numeri della speranza che ora stiamo trasformando”. E  i numeri della speranza si concretizzano in 50 milioni di risorse da investire in settori strategici. “Innanzitutto il sociale, settore che è stato massacrato in questi ultimi anni. Poi la cultura e il sostegno alle nuove imprese. Il messaggio che vogliamo lanciare è che abbiamo smesso di contemplare la crisi o di piangerci addosso sui debiti o su una situazione senza speranza e stiamo operando scelte per cambiare e per riprendere a creare lavoro e sviluppo”. Tra gli altri settori in cui la Regione sceglie di investire anche l’agricoltura e lo sviluppo rurale, con 28,5 milioni aggiuntivi, il turismo con 6 milioni di euro, l’integrazione socio-sanitaria con 2,5 milioni in più, e la formazione con 3,5 milioni.

Tra le altre iniziative anche l’istituzione di una Cabina di regia unica per la gestione dei fondi comunitari che si occuperà di investire fino al 2020 ben 2 miliardi e 300 milioni più 800 milioni di fondo di coesione. La bozza di Bilancio 2014 ora sarà approvata in giunta per poi andare in consiglio per l’approvazione definitiva entro Natale.

In conclusione Zingaretti ha avuto un pensiero anche per la situazione in Campidoglio: “In Campidoglio è in discussione il bilancio preventivo del 2013 e siamo a dicembre: tutto questo doveva essere fatto a dicembre del 2012. Ovviamente si tratta di un dibattito legittimo, ma tutti sanno che in una fase come questa, nella quale tutti stiamo combattendo, un’ipotesi di commissariamento sarebbe una battuta d’arresto. Questa amministrazione si sta facendo carico di una situazione che ha ereditato, e sarebbe paradossale addossare la colpa alla giunta Marino per una dibattito che doveva avvenire lo scorso anno”.

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