Il business dei vestiti usati e dei cassonetti gialli

cassonetti gialli

Il nuovo anno si apre con inchieste collegate a Mafia Capitale, questa volta al centro delle indagini finiscono gli interessi legati alla raccolta di abiti usati tramite i cassonetti gialli

Il 15 Gennaio, sono  finite in manette 14 persone, accusate di aver dato vita a un giro di speculazione illegale sui vestiti usati. Vestiti usati che i cittadini mettevano nei cassonetti gialli senza sapere che quegli abiti invece che esser consegnati a chi ne ha bisogno sarebbero diventati nuova merce su cui lucrare.

Gli abiti venivano infatti immessi sui mercati dell’Africa e dell’Europa dell’Est. Ancora scandali, dunque che coinvolgono i protagonisti di Mafia Capitale, la Camorra e alcune cooperative.

Come spiega Gianni Palumbo, Portavoce del Forum del Terzo Settore Lazio, ci sono alcune cooperative che nella raccolta degli abiti hanno storicamente avviato il percorso, in modo gratuito. “Devo premettere che parliamo in questo caso di cooperative sociali. La cooperazione sociale è nata, grazie ad una legge fortemente voluta dal nostro mondo negli ultimi decenni, per dare lavoro a chi non sarebbe mai stato assunto: persone con disabilità motoria, sensoriale, psichica, ex tossici, detenuti ed ex detenuti. E il frutto di questo lavoro serve per pagare loro, migliaia di cooperanti e collaboratori, che lo svolgono.”

Tra le tre cooperative sociali coinvolte nell’inchiesta, c’è la New Horizons Onlus, che ha sede in via Tuscolana a Roma, ironia della sorte allo stesso indirizzo del Forum Terzo Settore Lazio, il quale ci tiene a dichiararsi totalmente estraneo all’indagine in corso e agli avvenimenti. Avvenimenti che, anzi, il suo portavoce stigmatizza. Se infatti chi agisce illegalmente va punito giuridicamente e smascherato pubblicamente, bisogna stare attenti al rischio sempre latente che si annida quando notizie simili giungono all’attenzione di giornali e tv, per Palumbo: “va specificato che le cooperative coinvolte rappresentano una piccola parte del mondo dell’associazionismo e che generalizzare la situazione a tutto il settore è particolarmente dannoso”.

È importante infatti tenere in grande considerazione il lavoro onesto delle tante associazioni che fanno parte del mondo del volontariato e del sociale; mondo che si occupa spesso dei grandi problemi dimenticati dalle istituzioni e che, però, riguardano una grande fetta della popolazione. Come afferma Gianni Palumbo: “questo lavoro viene svolto con grande senso di responsabilità da parte degli operatori nonostante, si ricorda, sia pagato in grande ritardo e male quando viene svolto su richiesta degli enti locali e non su richiesta privata degli utenti interessati”.

Soddisfatto dell’operazione il capo della Squadra Mobile Renato Cortese, intervistato da Radio Città Futura afferma: “alcune cooperative gestivano il percorso dei rifiuti speciali citati con spregiudicatezza criminale. Siamo soddisfatti perché un’operazione del genere porta ulteriore fiducia nei cittadini.”

Se rimane dunque forte la sensazione di amaro per aver nuovamente sporcato un mondo che nasce nel modo più trasparente e solidale possibile, è forte la convinzione che non basti una percentuale infinitesimale degli operatori a render disonesto tutto il Terzo Settore e i suoi obiettivi.

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