Nuove divise Alitalia, la polemica va in alta quota

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Le nuove divise Alitalia sono state presentate al grande pubblico e le reazioni sono state controverse e inaspettate. Le polemiche non risparmiano nemmeno le alte quote!

Nuove divise Alitalia, lo spot che le presenta non fa in tempo a diventare parte integrante della nostra dieta mediale che già la polemica si accende. E’ bastato, infatti, il debutto ufficiale dello scorso 18 e 19 maggio, in occasione dell’AlitaliaDay, dove le nuove divise disegnate dallo stilista milanese Ettore Bilotta hanno incuriosito tutto il pubblico di turisti e viaggiatori. Erano ormai più di vent’anni che la divisa Alitalia non veniva rispolverata dal grigiore del tempo; il colore principale era comunque il verde, ma il taglio era ancora sul “segretaria amministrativa anni ‘90”. Le nuove divise Alitalia si ispirano al glamour degli anni ’50 e ’60, il tocco retrò è molto evidente, dal taglio in vita estremamente pronunciato, dal cappellino che farebbe invidia alla collezione di Elisabetta II d’Inghilterra, ai bottoncini dorati della giacca, ai guantini all’altezza del polso, fino all’hand bag in pelle abbinata.

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Vecchia divisa della compagnia aerea Alitalia

Bene, una descrizione del genere potrebbe far pensare che l’Alitalia abbia trovato un biglietto di solo andata per il mondo del fashion, eppure, abbiamo dimenticato la parte dell’outifit che più ha fatto discutere le modaiole: le calze colorate. Sì, perché è risaputo che i colori dell’Alitalia sono il rosso e il verde, per cui di che colore saranno mai queste calze? Ovviamente, qualora la divisa (completino anni’50 bon-ton) sia verde, le calze sono rosse bordeaux e viceversa. I commenti non si sono risparmiati, c’è chi crede che hostess e steward siano degli elfi o degli aiutanti di Babbo Natale, o addirittura, che in alta quota il tempo si sia fermato al 25 di Dicembre.

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Il mondo dei social network, ogni volta che c’è modo di polemizzare, si accende letteralmente. Ed ecco spuntare Eventi Facebook come “Salviamo le hostess Alitalia dalle calze verdi”, che, attraverso una petizione, vorrebbero salvare le sfortunate aiutanti di volo dal triste destino di sembrare degli elfi natalizi. I dibattiti si sprecano fra chi accetta volentieri le nuove divise Alitalia e chi le disprezza e prende in giro. Insomma, tutti gran conoscitori di tagli, misure e abbinamenti di colori.

Oltre che dal mondo social, nel quale tutti diventiamo tutti esperti di ogni campo, arrivano accuse addirittura interne all’Alitalia, un delegato infatti sostiene che le divise siano state realizzate per il 70% in acrilico e quindi altamente infiammabili. E, ancora, il pubblico dei viaggiatori commenta che le nuove divise Alitalia, essendo “prive di fregi”, ovvero di precisi stemmi di riconoscimento, possono scatenare confusione tra le orde di turisti che si imbarcano con la famosa compagnia aerea italiana. “Sembrano signore ben vestite e non delle hostess…” commentano. Eppure quale signora di questi tempi andrebbe vestita di rosso e verde con un completino anni ’50 accompagnato da cappellino, guantini e calze multicolor?

La compagnia Alitalia si difende da ogni accusa tramite un comunicato ufficiale: “le affermazioni di alcune organizzazioni sindacali sul rischio di infiammabilità delle nuove divise Alitalia sono gravi, non suffragate da alcun elemento concreto e perciò totalmente prive di fondamento. Le divise hanno superato tutti i test sul rischio infiammabilità e rispettano nel modo più rigoroso gli standard di sicurezza imposti dalle normative vigenti. La compagnia si riserva di procedere nelle sedi appropriate al fine di tutelare la propria immagine contro accuse palesemente infondate”.

I cambiamenti portano sempre con sé un po’ di turbamenti, altrimenti non sarebbero tali. O se, vogliamo scomodare qualche altro detto popolare, cara Alitalia, “l’importante è che se ne parli!”.

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