Arte: un mercato in ripresa

Arte: un mercato in ripresa

In una crisi dalla quale i mercati internazionali faticano ancora ad uscire, c’è un mercato che in Italia registra numeri positivi: quello dell’ arte contemporanea.

C’è un mercato che sembra andare in controtendenza rispetto alla flessione mondiale. Proprio nel bel mezzo dell’epoca della bruttura. Della precarietà, lavorativa ed esistenziale. È il mercato dell’arte contemporanea che in Italia ha fatto registrare nel primo trimestre del 2016 un incremento del 16.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un buon exploit per il contesto artistico nostrano, con un incremento di vendite di certi settori che nessuno si sarebbe immaginato solo un anno fa.

Può essere questo il caso della Pop Art italiana e dell’arte astratta contemporanea. Può essere questo il caso anche dell’Arte Cinetica e Programmata. Ma non può essere questo il caso della Pittura Analitica, la quale fatica ancora non poco a trovare una sua traiettoria di vendita definita.

Arte ed artisti – dicevamo. Quando è l’artista a precedere la scuola di riferimento, allora a guadagnarci è soprattutto la casa d’aste che riesce ad investirvi. Maria Lai era un’artista italiana nata nel 1919 e scomparsa solo tre anni fa, la sua opera più recente è Orme di leggi, un’introspezione sul valore della giustizia, ma anche un grigio excursus sulla società umana. È del 2011, e fu esposta presso la Nuova Aula Gruppi Parlamentari del Palazzo Montecitorio a Roma. Le opere di Maria Lai, oggi in ascesa presso le preferenze del pubblico artistico, trovano nella romana Minerva Auctions la casa d’aste che ha saputo riconoscerle e valorizzarle.

Il connubio fra Maria Lai e Minerva Auctions simbolizza il punto di forza dell’operato delle case d’asta italiane. Quel qualcosa che si nasconde dietro il +16.6% fatto registrare ad inizio 2016, al quale è da aggiungersi anche un +3% sulla percentuale del venduto. Si tratta principalmente dell’investimento che in Italia si è saputo portare avanti sulla qualità, piuttosto che sulla quantità. Un’operazione, questa, non scontata se gettiamo uno sguardo all’estero. Christie’s e Sothelby’s hanno infatti fatto registrare in Italia delle flessioni pari al -31% la prima e al -64% la seconda.

La qualità – insomma – sembra avere la meglio, e con essa le case d’asta nostrane. La presenza delle due major straniere nel nostro paese è ovviamente ancora molto estesa, a tratti invadente, comunque da non sottovalutare. Come da non sottovalutare, tuttavia, è l’incremento di valore fatto registrare dagli artisti nostrani nel contesto delle aste internazionali: sono molti gli italiani che hanno conosciuto il raggiungimento di nuovi record di vendita al di fuori dell’Italia. Ormai riconosciuto, a proposito, il caso di Alberto Burri, che ha oltrepassato per la prima volta i 10 milioni di euro. Meno clamore ha suscitato invece il record di Mimmo Rotella, attestatosi ad oltre 1 milione di euro. Seguito a ruota da Fabio Mauri e Carol Roma.

Il momento positivo, se è ancora da prendere con le molle, rivela però la strada da seguire. Le case d’asta sono in forma, la direzione intrapresa sta dando i suoi primi frutti e il dinamismo nel Bel Paese è ormai un tratto appurato. In uno dei paesi europei che ha risentito di più la crisi economica, ecco che uno sguardo al Bello artistico può essere un tassello della ripresa economica tutto da tenere ben saldo.

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