Come sopravvivere a un supereroe: l’intervista

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Un “a tu per tu” schietto, scanzonato e privo di fronzoli o inutili giri di parole con Valeria Magini, nostra collaboratrice e autrice del romanzo “Come sopravvivere a un supereroe”.

Supereroe: “personaggio dei fumetti, libri, cartoni animati o film che si caratterizza per le sue doti di coraggio e nobiltà e che generalmente ha abilità straordinarie”. Il simbolismo rappresentato da una persona al di fuori dal comune per le proprie capacità, ne siamo certi, ha da sempre accompagnato l’immaginario culturale collettivo nella costruzione di opere letterarie e non solo, fino alla piena conquista di un proprio “sotto-genere”. Cosa accadrebbe però se in distorti e malfunzionanti meccanismi relazionali di una storia, fosse solamente la protagonista femminile a vedere (o immaginare) le potenzialità del proprio partner? Lo racconta chiaramente la giovane scrittrice Valeria Magini nel suo romanzo d’esordio “Come sopravvivere a un supereroe”.

Ideale di un “amore 2.0”

Un po’ per caso un po’ per desiderio; sembra appropriato citare il titolo di un celebre film per raccontare l’excursus che ha portato non solo alla creazione del romanzo, ma soprattutto all’idea della pubblicazione: Valeria è infatti una giovane neolaureata in Lingue che subisce il fascino imperante della letteratura e che coltiva il sogno di farne parte, pur mantenendo sempre la scrittura come un fatto privato, catartico, liberatorio. Un fortuito incontro con un fotografo/ alias co-fondatore della Casa Editrice Alterego mischia le carte in tavola: Valeria trova il coraggio di proporre una semplice lettura del proprio romanzo per uno scambio di pareri ma all’editore piace, passando dal sogno alla realtà di pubblicazione.

A questo punto una breve sinossi della storia è più che dovuta: la narrazione è completamente affidata ad Elena, giovane studentessa stressata e ansiosa oltre che instancabile ed emotiva sognatrice che in un noto locale della Capitale incontra Filippo, l’imbianchino- supereroe per l’appunto, dando il via alle danze di una relazione clandestina fatta di tormenti interiori, passioni ed incomprensioni.

supereroe libro

Dai supereroi ai comuni mortali.

Secondo Valeria l’idea del romanzo nasce da una precisa conquista di sapere o presa di coscienza, che dir si voglia: non solo il tema dell’amore in tutte le sue declinazioni trite e ritrite è ormai diventato banale, ma la ormai totalità dell’immaginario sentimentale facente parte della cultura odierna è in qualche modo distorto dalle “lobby dei romanzi d’amore”.

Come rendere perciò accattivante una storia che avrebbero potuto raccontare migliaia di persone? La risposta dell’autrice è semplice: non solo sono necessarie grandi dosi di sarcasmo e autoironia, marca distintiva della protagonista a cui è affidata l’intera narrazione, ma soprattutto è fondamentale rovesciare il lei-motiv del rapporto biunivoco per rappresentare ciò che è in realtà niente di più se non amore non corrisposto, “fare il verso” e prendersi gioco in una doppia logica  della povera Elena poiché  nel suo supereroe  si cela in realtà l’identikit del perfetto inetto e ancor di più delle grandi storie d’amore da romanzo epico sia in senso strutturale che emotivo, lasciare volontariamente inesplorate le profondità dei personaggi per restituire un racconto leggero.

La storia non è di per sé autobiografica ma c’è un dettaglio importante che non si può ignorare: nel romanzo sono incastonati frammenti di vita realmente vissuta, alcuni per diretta esperienza dell’autrice, altri per tentavi raccontati e filtrati, in modo che scatti automaticamente in chi legge una sorta di meccanismo di identificazione. Valeria in virtù di ciò è ovviamente consapevole della schiacciante maggioranza di pubblico femminile a cui si rivolge e proprio alle sue destinatarie vuole lanciare un messaggio-monito, una morale che in realtà si trasmetterà silenziosa in tutte le pagine del libro: “non lasciare che un uomo travolga tutto il tuo mondo, perché la visione distorta che hai di lui potrebbe esserti fatale”.

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