E il naufragar m’è dolce (o caro)… in queste isole

e il naufragar m'è dolce in queste isole

Un’agenzia americana promette viaggi degni di Robinson Crusoe in venti isole deserte, per chi può spendere da ottanta a quasi quattrocento dollari a notte.

Se avete avuto voglia di scappare su delle isole deserte, da  adesso si puo’ fare: la vostra fuga però, non temete, non dovrà passare per un traumatico naufragio, ma più emplicemente (e sicuramente) per una agenzia di viaggi specializzata, la Docastaway, che già nel nome dichiara la sua promessa.

L’agenzia con base negli Stati Uniti, offre ai suoi clienti la possibilità di trascorrere una vacanza in un punto sperduto dell’Oceano, lontano da tutto e tutti, e più o meno tutto sommato per tutte le tasche.

Nel catalogo online del sito, non tutte le isole, che in totale sono una ventina sparse tra Oceano Indiano e Pacifico, sono tra loro uguali: ce ne sono di molto spartane, senza nessun tipo di allestimento ed altre, invece , dotate di ogni comfort e lusso, quasi da film.

Che la vostra idea di isole deserte somigli a quella di Laguna Blu o a quella di Robinson Crusoe potete scegliere tra due pacchetti disponibili: il Confort, grazie al quale vi ritroverete in una specie di ecoresort con degli chef che vi preparano la cena, oppure l’Adventure, con servizi essenziali come capanna ed una spartana toilette.

Toccherà a voi, in questo caso, procurarvi il cibo e l’acqua, salvo chiamare un numero di emergenza se proprio ve la state vedendo brutta.

I prezzi cambiano ovviamente in base al pacchetto che sceglierete, da poco meno di cento fino quasi quattrocento per la Devil’s Island, in cui ci si sposta con liane e si soggiorna tra privazioni totali.

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sopravvivenza nelle isole
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devil’s island

Ma se invece  volete il lusso, quello vero, un budget di centocinquanta euro al giorno è il minimo indispensabile.

Nessun sito o agenzia di viaggio online si era mai prima occupata di un turismo alla Survivor di questo tipo, ecco perché Docastaway appare così innovativo.

Alvaro Cerezo, fondatore di Docastaway, racconta spesso in videointerviste di come dal 2007 affronti il “duro lavoro” di dover esplorare angoli di paradisi tropicali nascosti nel mondo, col duplice scopo di continuare a viaggiare nella vita e permettere alle persone di continuare a realizzare i propri sogni “alla Lost“.

Continua raccontando che non c’è’ un vero e proprio cliente “tipo”, ma si spazia dal backpapers zaino in spalla e dalla coppia in viaggio di nozze al milionario in cerca di lusso; tutti hanno però come priorità il fuggire dalla civiltà, anche se per poco, e starsene da soli.

Tra i maggiori frequentatori di questi servizi risultano essere gli americani, mentre tra gli europei solo il cinque per cento sono italiani e invece oltre l’ottanta per cento tedeschi ed inglesi.

Cerezo rassicura infine sulla pericolosità di incontrare animali selvaggi: la maggior parte, dice, hanno paura dell’uomo non avendolo mai visto.

Il vero pericolo in cui si può quindi incorrere? La caduta di una noce di cocco in testa.

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