Alla scoperta di Santa Maria in Cappella di Trastevere

Alla scoperta di Santa Maria in Cappella di Trastevere

Dal porto di Ripa Grande alla chiesa di Santa Maria in Cappella di Urbano II, vi raccontiamo la storia millenaria di un insolito angolo di Trastevere.

Dopo decenni di chiusura al pubblico riapre un vero e riservato gioiello storico-artistico a ridosso del Tevere. Parliamo della bellissima Chiesa di Santa Maria in Cappella, nel cuore di Trastevere, e gli annessi “Bagni di Donna Olimpia”.

santa maria in cappella

Ci si tuffa indietro nel tempo in una realtà storico artistica intatta, nella quale si può conoscere la storia della famiglia Pamphilj, andando a ritroso fino all’epoca medievale, ed ammirando le straordinarie testimonianze custodite dalla chiesa e dall’intero complesso.

La grande tenuta dei Pamphilj include i giardini, un tempo lussureggianti di essenze rare, viti e piante da frutto, ora cornice di questa riservatissima residenza nobiliare che include anche uno dei più antichi ospedali di Roma, voluto da Santa Francesca Romana per accogliere gli indigenti, ed ingrandito poi nel 1800.

Le origini e la visita

Un percorso museale unico nel suo genere che include il complesso di Santa Maria in Cappella, parte dei giardini della tenuta dei Pamphilj e una zona dell’antico “hospitale”. Il percorso museale si snoda attraverso diverse sale espositive in cui si narrano le vicende della struttura, che procede dall’epoca romana fino all’Ottocento.

Dopo la distruzione di Santa Maria della Torre, l’antichissimo oratorio dei marinai che sorgeva presso le torri di sbarramento del Tevere, la chiesetta ospitò per qualche tempo l’immagine della Madonna del Buon Viaggio, diventando il luogo di culto e delle promesse dei marinai di Ripa Grande (attuale Lungotevere Ripa)

Annesso alla chiesa c’è un antico ospizio per anziani tuttora in funzione, circondato da un bellissimo giardino: notevole la collezione di agrumi, degli alberi di kaki, e delle siepi informali di lavanda, oltre ad altre essenze mediterranee come mirti, elicrisi e rosmarini.

giardino
giardino

Situata in fondo a via dei Genovesi, si apre su una sorta di piccolo atrio, con una semplice facciatina sormontata da un minuscolo campanile.
La pianta corta e larga, divisa da due file di piccole colonne, crea un ambiente fortemente suggestivo.

A lato della chiesa di Santa Maria in Cappella vi è invece un chiostro (era questo il famoso giardino pensile sul Tevere di donna Olimpia Maidalchini, poi in Doria Pamphilj., circondato da uno stretto portico su tre lati e da un muro che dà sul Lungotevere, al centro del quale si nota un orto con una fontana nel mezzo, detta “Fontana della Lumaca”, realizzata su un disegno di Gian Lorenzo Bernini nel 1652.

fontana della lumaca
fontana della lumaca

 

La storia recente

Nei secoli seguenti la proprietà fu affidata di volta in volta a vari affittuari, cadendo pian piano in declino fino al 1857, quando il principe Filippo Andrea V, commissionò all’architetto Andrea Busiri Vici la costruzione dell’Ospedale dei Cronici, ancora attivo al giorno d’oggi col nome di Casa di riposo Santa Francesca Romana.

Doveva trattarsi all’epoca, secondo alcune fonti, di una villa molto bella che offriva la possibilità di fare con riservatezza i bagni nel fiume (la leggenda popolare parla infatti dei “Bagni di donna Olimpia”).

bagni di donna olimpia
bagni di donna olimpia

I principi Doria Pamplhilj ristrutturarono l’edificio, in forme neoclassiche, ai primi dell’Ottocento; notevole è la loggetta in fondo al chiostro, aperta verso il colle Aventino.

I Pamphilj avevano ottenuto dal papa Innocenzo X il patronato della chiesa di Santa Maria in Cappella e dell’annesso “hospedaletto per i poveri”, istituito da Santa Francesca Romana che aveva abitato nei paraggi, nelle case della famiglia del suocero, i Ponziani.

Nel 1860 il principe Andrea Doria Pamphilj trasformò l’istituzione nel primo gerontocomio di Roma, ancora in funzione.

La chiesa all’interno

L’interno si presenta a tre navate, divise fra loro da antiche colonne “di spoglio”, ossia recuperate da altri edifici precedenti.

La decorazione interna è frutto dei lavori di restauro ottocentesco, per il quale fu fonte di ispirazione il ricco patrimonio musivo ravennate, mentre quasi più nulla rimane di medievale, fatta eccezione per il campanile.

 

Interessante è una cassetta reliquiario in piombo del dodicesimo secolo, posizionata sotto l’altare, e al cui interno sono state ritrovate, secondo le scritte riportate, alcune reliquie dei Santi Cornelio, Pietro, Ippolito, Anastasio e Marmenia.

Visibili all’ingresso gli stemmi dei Pamphilij e dei Barberini, quest’ultimo sfondo blu con delle api.

Dal cortile della chiesa si accede lateralmente poi all’ospizio.

 

stemma pamphilij
stemma pamphilij

Tutt’oggi un cantiere di scavo in piena operatività all’interno di Santa Maria in Cappella sta portando alla luce reperti ceramici e lacerti murari databili tra il IV ed il V secolo, testimoni delle strutture precedenti la costruzione della chiesa e della vivace vita di quartiere trasteverina.

Consigliatissima, infine, la visita ai luoghi fin qui descritti, con l’associazione e tour operator “I Viaggi di Adriano” di Uncoventional Rome Tour, che organizzano settimanalmente diverse visite guidate in posti insoliti e soprendenti della Capitale.

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