Formula 1: donne e motori oltre le differenze

Formula 1: donne e motori oltre le differenze

Da Lella Lombardi a Tatiana Calderon, abbiamo deciso di celebrare alcuni volti rosa del mondo dei motori che sono riusciti ad azzerare le differenze di genere in Formula 1.

Dopo l’8 marzo torniamo ad accendere  i riflettori sulla “Festa della donna”, passando per la Formula 1. Spesso infatti, lo sport viene associato all’idea di un’attività fisica che richiede forza, potenza, vigore, qualità che non sempre si trovano nelle donne. Eppure molti dei risultati che a noi oggi sembrano scontati in fatto di sport, sono frutto di lotte da parte di donne che sapevano di dover azzerare differenze molto spesso frutto di pregiudizi.

Sport senza differenze

Per molti di noi oggi è normale vedere una donna che gioca a calcio o a rugby, che faccia atletica, che sollevi pesi, o anche in sport come la lotta greco-romana. Ma fino a diversi anni fa tutto ciò non era così scontato. Ancora oggi assistiamo a delle battaglie per la parità di diritti, anche (e soprattutto) in campo sportivo. Gli sport che ammettono discipline miste sono pochi infatti: tennis, ping-pong, nuoto sincronizzato, pattinaggio artistico, biathlon (sci+carabina).

Possiamo notare che questi non richiedono quasi mai contatto fisico o, nel caso in cui lo richiedano, c’è una certa sinergia tra le due componenti, mai lo scontro. Il problema che spesso viene messo in evidenza è infatti la differenza di fisicità tra un uomo e una donna, fattore per cui non sarebbe mai possibile vedere una partita di calcio mista o una gara di atletica mista. Dobbiamo ricordarci però di sport in cui il contatto fisico è assente, eppure anche qui vengono poste barriere in questo senso. Cioè il mondo dei motori. Cosa succede in Formula 1?

Il problema è il fisico (in teoria)

Si sa, per gran parte degli uomini vale il detto “Donna al volante, pericolo costante”, ma a parte motivi di carattere culturale, le donne che hanno cercato di avvicinarsi al mondo della Formula 1 e del MotoGp hanno sempre ricevuto dei no. La motivazione più diffusa? “La fisicità non può reggere la moto o le dure prove della monoposto”. Così se in MotoGp qualche ragazza si avventura nelle serie minori, ma per poco tempo, le donne della Formula 1 si sono dimostrate più caparbie.

Ricordiamo che le monoposto della Formula 1 non sono semplici go-kart, che chiunque può guidare, ma delle vetture velocissime, che richiedono un duro allenamento fisico e fanno perdere in media 3 chili ai piloti durante le gare. Si ritiene quindi che una donna difficilmente possa cavarsela. Ci sono però delle protagoniste, che hanno dimostrato esattamente l’opposto.

Formula 1: donne e motori oltre le differenze
Lella Lombardi fonte: alessandrianews.it

Le eccezioni che confermano la regola

Tra le italiane, ricordiamo Lella Lombardi, l’unica donna ad aver raggiunto la zona punti con un’auto di Formula 1. Chi conosce la storia potrebbe dire che fu una gara disastrosa, quella del GP del Sud Africa del 1974, visto che molti piloti si ritirarono o fecero incidenti. Lella riuscì comunque a piazzarsi sesta, su otto vetture rimaste. A tutti i piloti vennero dimezzati i punteggi e lei guadagnò così un mezzo punto, record ancora imbattuto per una donna in una gara ufficiale. Tra le altre  pilote italiane citiamo Maria Grazia De Filippis e Giovanna Amati.

Abbiamo poi Susie Stoddart-Wolff, scozzese, sposata con il più famoso Toto, ora dirigente della Mercedes. I due si sono conosciuti sulle piste, dove Susie si è fatta notare proprio per la sua bravura. Dapprima sui kart come i colleghi, scala via via le varie categorie, fino a diventare test-developer per la Williams. Guidando un’auto da Formula 1, ai rookie test di Silverstone, riesce a superare almeno una decina di colleghi, piazzandosi 23esima su 33 in classifica generale.

Formula 1: donne e motori oltre le differenze
Susie Wolff Fonte: grandprix247.com

Tatiana Calderon…

Ma adesso veniamo a chi ha raggiunto il gradino più alto. Parliamo di Tatiana Calderon, da tempo nel programma della scuderia Sauber. Finora Tatiana guidava in Formula 3 e guidava con il simulatore, per la comparazione dei dati, quasi che volessero tenerla al sicuro. Ma con l’avvento di Alfa Romeo, da quest’anno Tatiana testerà direttamente la monoposto che gareggerà, avendo assunto infatti il ruolo di tester. È questo un grandissimo risultato. Il tester è infatti una sorta di terzo pilota, guida la stessa auto che va in pista durante le gare, ma per occasioni “non ufficiali” per così dire, semplicemente perché la scuderia possa fare un rapporto accurato delle prestazioni della macchina.

…Pilota come gli altri

Dunque Tatiana si è dimostrata forte e determinata, superando la concorrenza di molti colleghi uomini. “Mi sono dovuta schiantare per guadagnarmi il loro rispetto” dice “Ma poi mi hanno anche fatto i complimenti, ammettendo che ho fatto un ottimo lavoro”. Queste le dichiarazioni riguardo ad un incidente durante un test nel quale il collega credeva che Tatiana lo lasciasse passare, solo perché lui uomo e lei donna. Scontro pesante, ma che per Tatiana ha un significato importante. Altri colleghi si sono dimostrati alquanto piccati dal fatto che una donna li superasse in fatto di motori, si sono detti “feriti nell’ego”.

Ma a Tatiana ovviamente non importa, perché anche se non correrà durante un Gp ufficiale, ha comunque realizzato un sogno, guidare un’auto di Formula 1, identica a quella che guideranno Leclerc e Ericsson al prossimo mondiale.

Formula 1: donne e motori oltre le differenze
Tatiana Calderon
Fonte: Formulapassion.it

Barriere solo mentali, molte volte

Quindi, per una volta, le differenze tra uomo e donna vengono in qualche modo azzerate, anche in Formula 1. Si tratta sempre di una posizione subordinata, ma probabilmente è molto più di quello che si potesse immaginare. Forse negli altri sport sarà più complicato vedere qualcosa del genere, viste le evidenti barriere fisiche, ma in Formula 1 siamo vicini a qualcosa di rivoluzionario. Altri problemi permangono ancora, tanto in Formula 1 quanto in tutto il mondo sportivo, prime tra tutte le differenze economiche e di visibilità. In ogni caso, tanti auguri a Tatiana per la sua nuova impresa e a tutte le donne che vedono in un ostacolo la benzina che le porta ad essere tenaci e sognatrici.

Tag

  • disparità di genere
  • donne
  • formula 1
  • motori
  • parità di genere
  • sport

Potrebbe interessarti: