Russia 2018: dietro le quinte del mondiale

Russia 2018: Dietro le quinte del mondiale

Vi raccontiamo i gesti di Russia 2018 che ci hanno colpito di più. Buone azioni, lezioni di vita, beneficenza e tante emozioni.

Il mondiale russo appena concluso è stato un po’ amaro per noi italiani (e non perché abbia vinto la Francia…) ma anche godibile, visto che abbiamo potuto osservare ogni partita in modo più distaccato. Un mondiale ricco di soprese, nel quale davvero poter dare nulla scontato. Basti dire che tutte la favorite sono state eliminate tra il primo ed il secondo turno. Questioni tecniche a parte, vogliamo portarvi dietro le quinte di Russia 2018, parlando di gesti particolari, belli e forse per questo irripetibili; gesti che rendono il mondiale ancora più emozionante.

Non solo Holly e Benji

Partiremo dal bel gesto della nazionale giapponese e dei suoi tifosi, con cui è doveroso fare un paragone. Perché alla fine della finale di Champions League abbiamo assistito ad un’“usanza” non proprio piacevole: pur di avere un ricordo tangibile della partita, i calciatori si sono cimentati in un taglio della rete della porta dello stadio. Al contrario, il Giappone, che giunge inaspettatamente ai quarti di finale poi sconfitto dal Belgio, compie un gesto encomiabile a Russia 2018. Sia la squadra che i tifosi hanno infatti messo in ordine i luoghi che li hanno ospitati: spalti dello stadio e spogliatoio. Negli spogliatoi è stato addirittura rinvenuto un biglietto scritto in cirillico che recitava: “Grazie per l’ospitalità!”. Non c’è che dire… Un popolo molto educato e attento.

Russia 2018: Dietro le quinte del mondiale
Fonte: Ohayo.it

“Per noi siete voi i veri campioni!”

Stupiscono anche le reazioni dei tifosi, che lasciano senza fiato. La Croazia probabilmente migliore di sempre giunge in finale, in cui viene battuta dai francesi. Ebbene, i calciatori vengono accolti a Zagabria come se il mondiale lo avessero vinto. Questi ragazzi sono cresciuti nella Croazia degli anni difficili, quando ancora la nazione non aveva un’identità completa. Nonostante il centrocampo migliore del mondo, con Modric e Rakitic, lo strapotere di Mandzukic e Perisic, questa Croazia non arriva a festeggiare fino in fondo per Russia 2018.

Ma ai loro connazionali non importa, perché loro hanno visto dei leoni in campo, che meritano di essere comunque celebrati in grande! Tra questi ragazzi, Mario Mandzukic, si è reso protagonista di alcuni piccoli gesti in patria. Durante le semifinali paga da bere per tutti gli abitanti del suo paesino e in finale fa ancora di più: fa installare dei maxischermi di modo che tutti possano tifare la nazionale.

Russia 2018: Dietro le quinte del mondiale
AFP PHOTO / Andrej ISAKOVIC

Allons enfants de la patrie!

Anche fra i vincitori troviamo dei protagonisti positivi: il primo è sicuramente Kylian Mbappè. A soli 19 anni è miglior calciatore di Russia 2018, nonché campione del mondo. Ma lui “Non dimentica da dove viene”; infatti rinuncia all’intero stipendio che la federazione francese gli offre per giocare, per donarlo interamente ai bambini disabili. “Non credo che a un giocatore servano i soldi per rappresentare il proprio paese giocando a calcio” ha detto. Campione dentro e fuori dal campo, possiamo affermare. Ma anche i suoi compagni sono protagonisti di alcuni dietro le quinte degni di nota.

Abbiamo Mendy e Pogba che, durante i festeggiamenti, riescono a convincere il presidente Macron ad esultare facendo la Dab dance, filmandolo ovviamente. E che dire di Ngolo Kantè, che fino a qualche anno fa era un signor nessuno, ma dopo la parentesi del Leicester dei miracoli è riuscito anche a guadagnarsi un posto in nazionale. Dopo la vittoria ancora non ci crede ed è addirittura troppo timido per chiedere ai compagni la coppa per farsi una foto. Si accorge di tutto il compagno di squadra Nzonzi, che gli consegna la coppa per una foto, quasi a dire “Te la meriti!”.

Molto più di un gioco

Ci ha fatto sicuramente commuovere il “Maestro” Tabarez. Allenatore dell’Uruguay da ormai 12 anni, è considerato da tutti i suoi giocatori come un secondo padre. Purtroppo la malattia che lo attanaglia da anni lo costringe sulla sedia a rotelle, ma lui non rinuncia al suo “animo latino”. Si presenta alla prima partita di Russia 2018 sulle stampelle, anche se i medici gliel’hanno vivamente sconsigliato, visto che la malattia degenerativa colpisce i muscoli. Ma a lui non importa. Quella partita l’Uruguay la porterà a casa con le unghie e con i denti, segnando solo nel recupero. Al gol Tabarez esulta, buttando le braccia al cielo. Le stampelle cadono in terra, ma lui no. Ormai è solo la gioia a tenerlo in piedi, non ha bisogno di altro.

Tante altre piccole storie di contorno che hanno arricchito un mondiale per noi un po’ particolare. Storie che ci hanno fatto ridere, stupire, emozionare, che vanno raccontate. Storie che catturano il nostro interesse e ci colpiscono, per il semplice fatto di essere vere. Quindi, anche se da “dietro le quinte”, questo mondiale ci ha regalato molti estratti di vita verità.

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