“Sicilia hub del Mediterraneo”: il Ministro aveva ragione.

Riportiamo un articolo di Enzo Coniglio, pubblicato oggi 4 Novembre su Sicilia Informazione . Se leggendo vi viene qualche dubbio, non vi preoccupate, è normale. Il 4 novembre a cui si fa riferimento è proprio quello del 2013.

Non capita tutti i giorni che un ministro degli Esteri da poco eletto, riservi una delle sue prime visite ad una Regione italiana. Il ministro del passato Governo, Giulio Terzi, rappresenta una felice eccezione. Era stato nominato il 17 novembre 2011 e il 9 dicembre era già a Catania per presiedere il Forum interistituzionale del Mediterraneo “Vecchi e nuovi attori nel Mediterraneo che cambia: il ruolo dei popoli, delle regioni e dei soggetti locali, dei governi e delle istituzioni sovranazionali, in una strategia integrata di sviluppo condiviso”.

Il Forum era chiamato a ridefinire il ruolo strategico dei popoli, delle regioni e dei soggetti locali all’interno del Mediterraneo e la Sicilia si proponeva come il luogo strategico, il collante primario nella definizione di tale ruolo. E la presenza del Ministro naturalmente rendeva più credibile una scelta strategica così impegnativa.

Chi ha partecipato a tale Forum, ricorda bene con quanta forza persuasiva il ministro ha rivendicato durante i suoi interventi e interviste il ruolo strategico della Sicilia, definita un “autentico Hub del Mediterraneo”, punto di partenza e di approdo lungo tanti secoli di popoli e civiltà, che continua con la stessa vitalità e importanza ancora oggi.

La presenza del ministro a un tale Forum ha voluto ricordare ancora una volta la volontà della Farnesina di rafforzare tale ruolo in collaborazione con il Presidente della Regione che co-presiedeva il Forum.

Le rivelazioni di questi giorni sul ruolo strumentale preminente svolto dalla Sicilia nei settori delle telecomunicazioni sia via cavo sottomarino che via etere, permettono di comprendere meglio il significato di quella visita e di quella sottolineatura del ruolo.

Certamente il ministro Terzi avrebbe voluto che la Sicilia svolgesse il suo ruolo di Hub soprattutto nell’ambito della cultura, della economia e della scienza e non certo in quel coacervo di mondo intrigato fatto di spie e di intrallazzoni di prima grandezza di cui egli aveva avuto occasione di farsene una idea alquanto precisa avendo prestato servizio, dal 1993 al 1998, alla Rappresentanza d’Italia presso le Nazioni Unite sotto la guida del mitico ambasciatore siciliano Francesco Paolo Fulci in un momento in cui uno dei temi fondamentali del dibattito era costituito appunto dalla nuove sfide alla sicurezza internazionale che, a parere dell’Italia, richiedevano importanti riforme degli organi delle Nazioni Unite. Un dibattito compiuto dall’Italia in quegli anni all’interno del Consiglio di Sicurezza in qualità di membro non permanente.

Rientrato al ministero con il prestigioso incarico di vice segretario generale, Giulio Terzi si è occupato principalmente di sicurezza internazionale e di questioni politiche, con particolare riferimento all’attività del Consiglio di Sicurezza, dell’Assemblea generale e del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, oltre che a quella di organi quali il Consiglio Europeo, la NATO, il G8 e l’OCSE.

In questa sua funzione, ha assistito il ministro degli Affari Esteri sui temi della sicurezza internazionale. Negli anni successivi, lo ritroviamo Ambasciatore in Israele, presso le Nazioni Unite e dal 2009, Ambasciatore presso gli Stati Uniti.

Che il ministro Giulio Terzi sia uno specialista di sicurezza nazionale ed internazionale e che abbia conosciuto direttamente gli interlocutori più qualificati in questo settore è fuor di dubbio. Resta da chiedersi se la sua decisione di venire in Sicilia e di affermare con determinazione che la Sicilia è e deve continuare ad essere l’Hub del Mediterraneo di primo ordine, possa essere stato influenzato da particolari informazioni acquisite negli anni precedenti e ora rivelati dalle informazioni di questi giorni sul ruolo della Sicilia.

Una cosa è certa: il ministro diceva sul serio e il suo discorso e il suo comportamento non lasciavano dubbi; così come è altrettanto certo che il presidente Lombardo non ha dato seguito alle indicazioni del ministro e tanto meno la Giunta del Governo. Eppure alla Sicilia si stava presentando una grande occasione… Ma si sa, ogni Regione ha la classe politica che si merita.

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