Pdl: Primarie sì, primarie no, primarie bum…chissà se si fanno

Se Elio e le storie tese avessero scritto oggi la “La terra dei cachi” avrebbero probabilmente dedicato un ritornello al Pdl. Sì, perché la storia delle elezioni primarie per il partito di Berlusconi, sembrano rappresentare l’Italia peggiore.

Quella per la quale vale il motto “cambiare tutto per non cambiare niente” o peggio ancora lasciare tutto così com’è, e poi..chi vivrà vedrà.

Le elezioni primarie per la scelta del successore di Alfano, sono come la diminuzione delle tasse: se ne parla sempre, ma non si fa mai. Riaccendono vecchie lotte e ne scatenano di nuove, per poi rimettere le armi nel ripostiglio e tirarle fuori a fine di ogni anno, quando si torna a parlare di primarie. Giornali e agenzie di stampa pieni, quotidianamente, di dichiarazioni con posizioni sempre più distanti e con parole che spesso sembrano rappresentare singoli pensieri. Una sorta di tutti contro tutti, con una preoccupazione comune; l’unica cosa in comune, verrebbe da dire: quella di vedere il Pdl disintegrarsi e dunque le poltrone scivolare da sotto il sedere. Angelino Alfano è disposto ad andare avanti nella sua battaglia per chiedere l’apertura del partito al popolo del centrodestra, mai tenuto tanto in considerazione. Lui, che a fine del 2012 bloccò le primarie la cui corsa era iniziata, ora è intenzionato ad utilizzare lo strumento della partecipazione democratica. Per eleggere il Segretario del partito e designare il candidato alla Presidenza del Consiglio. “Giorgia Meloni ancora mi rimprovera di aver fermato le primarie” ha più volte affermato il Vicepremier di fronte alle telecamere. Perché fu proprio il mancato svolgimento delle elezioni interne al Pdl a definire l’uscita dal partito di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e tanti altri, soprattutto dirigenti e militanti. Ora, però, Alfano ci riprova a convincersi del fatto che primarie devono essere.

Non è d’accordo Raffaele Fitto, il quale si è messo nelle mani di Silvio Berlusconi dicendo di voler ragionare sul dopo – Berlusconi “il giorno dopo in cui Berlusconi autorizzerà il ‘dopo’”. Lui, la cambiale in bianco, l’ha firmata. E l’ha data in mano all’ex Premier. È fedele, l’ex Governatore della Puglia. Fino alla morte.

Chi la spunterà, è imprevedibile. Molto probabilmente, sarà tanto rumore per nulla, come si suol dire. Perché alla fine il Cavaliere cercherà di ricompattare tutti. E diranno che avevano scherzato. Oppure, l’alternativa, è che salti tutto in aria. In qualunque dei due casi, il popolo del centrodestra sarà un’altra volta gabbato.

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