Arresti in Abruzzo, le intercettazioni

“…ho offerto una bottiglia di Champagne da 130 euro, vedo di pagarla con la carta della Regione”

Dopo che la notizia dell’arresto dell’Assessore regionale abruzzese alla Cultura, Luigi De Fanis, ha fatto il giro dell’Italia, Repubblica.it mette on-line stralci di intercettazioni tra l’esponente de Il Popolo della Libertà e la segretaria Lucia Zingariello. Dalle intercettazioni, appunto, emerge che De Fanis avrebbe utilizzato, almeno nell’occasione dell’evento al Salone del Libro di Torino, la carta di credito per acquisti personali, in questo caso per una bottiglia di champagne del costo di 130 euro. L’ipotesi degli inquirenti, oltre quella di concussione e truffa aggravata, è quella di peculato d’uso di beni e risorse della Regione Abruzzo, per l’ortopedico prestato alla politica, come lo chiamano nella corrente politica dell’On. Fabrizio Di Stefano, della quale fa parte lo stesso De Fanis.

INTERCETTAZIONI:

De Fanis: “Stiamo al Caffè Torino, ho offerto io una bottiglia di champagne”

Lucia Zingariello: “Come al solito tu…”

Luigi De Fanis: “E che devo fare amore mio? Mo’ vedo di pagarla con la carta della Regione, viene 130 euro la bottiglia…”

Lucia Zingariello: “Eh be’, pagala con quella della Regione…”

Luigi De Fanis: “Eh, a me piace fare così…”

Lucia Zingariello: “Eh…”.

Luigi De Fanis: “Purtroppo chi nasce signore e dispendioso… è così…”

Lucia Zingariello: “Scusa ma pagala con quella della Regione almeno una volta…”

Luigi De Fanis, in dialetto abruzzese: “Io e te passem li guai, se stem uniti gli frecliem tutt: quadagnem quindici spende’m venl…”

ERMANNO FALONE SECONDO IL GIP – La posizione di Ermanno Falone, 41enne impiegato della Asl di Vasto (Ch) e Rappresentante legale dell’Associazione “Abruzzo Antico” che, come scritto nell’ordinanza del Gip di Pescara  era “sostanzialmente gestita dall’assessore De Fanis e utilizzata quale filtro attraverso cui far transitare le erogazioni dei contributi regionali per gli eventi culturali”, non è certamente marginale. Per lui, infatti, è stato disposto l’obbligo di dimora, perché, scrive sempre il Gip, “Falone, legale rappresentante di Abruzzo Antico e in questa veste, prestanome del De Fanis, risulta dedito sistematicamente a concorrere con quest’ultimo nelle condotte illecite; tuttavia Falone, ben potrebbe compiere anche autonomamente analoghi reati, portando a ulteriori conseguenze delittuose quelli in itinere, con il collaudato sistema dell’associazione Abruzzo Antico attraverso la predisposizione di fatture ‘gonfiate’ finalizzate a ottenere finanziamenti per le attività culturali e concreto, allo stato, appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo Falone occasionale complice, ma concorrente abituale del De Fanis”.

L’ACCUSATORE – L’imprenditore che ha fatto scattare l’inchiesta è Andrea Mascitti, organizzatore sin da piccolo di eventi culturali, originario di Orsogna, un paesino della provincia di Chieti, al quale De Fanis aveva esplicitato le richieste di soldi. È lui quello che, nel marzo scorso, si è rivolto al Corpo Forestale dello Stato e che ha fatto scattare stamani, alle prime luci dell’alba, gli arresti abruzzesi. “Mi auguro che qualcun altro segua il mio esempio qualora debba trovarsi nella stessa spiacevole situazione. Altrimenti in Italia non cambierà mai nulla” ha detto Mascitti in una intervista rilasciata all’Agi. Il Gip Sacco ritiene le dichiarazioni dell’imprenditore dello spettacolo, “credibili in quanto il suo narrato si palesa logico, coerente, dettagliato, verosimile, reiterato, costante e univoco, sostenuto da numerosi riscontri esterni di tipo documentale e dal contenuto delle conversazioni”.

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