I falchetti sull’Arca di Forza Italia

In questi giorni di ribalta di animali vari, eccoli che spuntano in tutta la loro tenerezza i falchetti. I pulcini della pitonessa, la più accanita tra i falchi, contro le colombe (ad es. Cicchitto). Quindi i giovanissimi in questione potevano essere definiti anche serpentelli, oppure poteva crearsi una nuova creatura mitologica, metà volatile e metà rettile, ma forse avrebbe messo ancora più pressione ai diretti interessati. Ma capiamo meglio chi sono questi ragazzi e ragazze balzati alla cronaca nazionale come i delfini, (vabbè anche pesci, quindi sarebbero per un terzo uccello, un terzo serpente e la coda di cetaceo) di Daniela Santanchè.

Nell’immaginario collettivo dovrebbero essere acculturati, vestiti bene, con la faccia pulita, con la battuta pronta ed il piglio da giovani leader, fanatici del berlusconismo. Macchè, vestiti bene forse, anche se questi non tolgono la giacca neppure per giocare a calcetto, sempre che giocarci non sia troppo di sinistra, hanno dei tagli di capelli alquanto discutibili, per non parlare delle basette, ai limiti della censura. E queste cose si sono notate nei due falchetti che stanno imperversando sugli organi di informazione nazionale più degli altri: i fratelli Andrea e Luca Zappacosta, 23 e 19 anni di Roma nord. Ora bene o male tutti conoscono le fisse di Berlusconi, il valore che da all’immagine, soprattutto della sua e di chi lo circonda. Dubito fortemente che al primo incontro il cavaliere non abbia intimato ai rampolli di darci un taglio. Sul fatto di essere carini o meno non mi posso esprimere, le qualità di un bravo politico e di un uomo in generale non si basano certo sulla bellezza. Pensate ad esempio Alfano, non è Tom Cruise ma è , è , basta.

Ma quello che ho notato è la quantità incredibile di smorfie che producono in 30 secondi di intervista. I loro visi sono un misto di espressione spocchiosa, finta sicurezza, arroganza e allo stesso tempo tanta insicurezza, quella insicurezza che hanno due ragazzi di 23 e 18 anni che ripetono cose imparate a memoria poche ore prima. I fratelli Zappacosta sono la testa d’ariete, (dell’ovino che ci mettiamo nella creatura? Le corna?  La lana?), di un battaglione di under 25 reclutati da Danielona per dare linfa nuova al PDL/Forza Italia, quale miglior modo per recuperare lo spirito del 94 se non reclutare chi proprio in quell’anno è nato o almeno concepito. Come se Prandelli,  per recuperare l’entusiasmo del mondiale del 2006, convocasse in nazionale i pulcini di 7 anni. Sono iniziate quindi le cene e gli incontri/selezioni dei giovanissimi.  L’altra sera bastava andare sotto la nuova sede di Forza Italia a Roma per trovarsi dinnanzi a uno spettacolo gratuito, dove si può incontrare di tutto.  La selezione all’ingresso è durissima, come nelle migliori discoteche, Luca controlla che entrino solo i nomi in lista. Altrimenti hai voglia di chiamare deputati vari, non si entra. Altri arrivano accompagnati dai genitori con mazzi di rosse per omaggiare la madrina Santanchè. Poi c’è il ragazzo che arriva in ritardo perché è stato “trattenuto” in palestra  e lo spiega a tutti i giornalisti presenti ciancicando  imperterrito una gomma, mentre incalzato dai giornalisti, si lascia andare ad una sua analisi sulla figura di Berlusconi. C’è quello che alla fine della serata racconta i dettagli dell’incontro, compresa la storia di Dudù che la mattina lecca i piedi del Cavaliere per svegliarlo.

Ora aldilà del giudizio impietoso che tutta Italia sta dando a questa faccenda, c’è un gruppo particolare che risulta indignatissimo. Gli anarchici? No. Gli autonomi? No. I centristi? No. I fascio comunisti? No.

Ad essere più incazzati di tutti sono i giovani del PDL. La rivolta ormai ha preso una piega incontrollabile. Tutti sul piede di guerra. Si sentono traditi dall’ex premier, loro che per anni hanno portato in alto la bandiera di forza italia, del pdl e ora che stavano ritirando fuori quella di forza italia, si vedono sorpassati da piccoli brufolosi che non hanno fatto mai veramente militanza. Dove erano i falchetti mentre i loro predecessori facevano politica all’università, nei circoli, nelle piazze, nelle scuole, dove erano eh? Dove erano mentre a Fiuggi si elaboravano  piani per l’Italia del futuro? Dove erano mentre a Sorrento si discuteva di politica tra una schitarrata e uno spritz? Gente che per anni ha portato il proprio fardello sulle spalle, che ha dovuto lottare non solo con i comunisti ma pure con i fasci, quelli duri e puri che pensano che la politica sia solo attaccare manifesti, a mano per giunta. Quelli che stavano con Fini, il traditore.

Loro invece non hanno mai tradito, cresciuti a soppressata  ed Emilio Fede, sanno bene cosa significa ricevere una chiamata e correre sotto palazzo Grazioli per una manifestazione di solidarietà a LUI. C’è una generazione di trentenni che si vede scavalcata senza nessuna riconoscenza dai pargoli della Santanchè.

Ci uniamo all’appello e per quello che possiamo daremo voce alle vittime della non meritocrazia.

Silvio ripensaci, dai un’altra possibilità a persone che a trent’anni possono ancora dare molto, che possono ancora partecipare a cene su invito esclusivo, che non hanno mai perso un Salone delle Fontane, che possono farsi foto con te e metterle come  immagine di profilo di facebook. Dai una chance a chi vuole restare con te e solo a malincuore seguirebbe Angelino, leader senza quod. Loro il quod ce l’hanno e ci fanno pure le sgommate in estate. Sono giovani, perdonali quando dicono che vogliono le primarie, non lo pensano sul serio, è solo una provocazione a fin di bene.

Se questi giovani vogliono entrare, lo facciano pure, ma si devono misurare con chi ci sta da prima di loro, a chi le basette le ha sempre tenute della lunghezza giusta e la giacca blu immacolata. Dal punto di vista femminile poi non c’è storia. Tutto si può dire alle “vecchie” militanti, ormai alcune alla soglia dei 28 anni, fuorchè di non avere il gusto nel vestirsi. Mentre, l’altra sera alla cena, si potevano vedere diciottenni abbigliate modello imprenditrice/politica di 52 anni anni con un debole per il leopardato. Più che un partito mi sembra l’arca di Noè.

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