A lezione da Paolo Belli

Con quasi 30 anni di carriera alle spalle, Paolo Belli ha raccontato la sua esperienza e la sua passione per la musica agli studenti dell’università degli Studi Internazionali di Roma.

Sono passati 29 anni da quando Paolo Belli fondò nel 1984 i “Ladri di biciclette”, addentrandosi nel mondo della musica italiana. Ma in realtà la sua passione per la musica nasce molti anni prima, sin da bambino, a Formigine, il paese in provincia di Modena dov’è nato. È così che Paolo Belli ha raccontato la sua esperienza nel mondo della musica davanti a una platea di studenti curiosi e appassionati, in occasione dell’incontro organizzato dall’Università degli studi Internazionali di Roma nell’ambito della cattedra in “Diritto d’autore e dello spettacolo”. Il cantante emiliano ha ricordato agli studenti i suoi esordi e la tanta gavetta affrontata per emergere, ma anche del successo che lo ha reso uno dei musicisti maggiormente apprezzati in Italia. foto 1 (1)“E’ stato molto emozionante interagire con gli studenti” ha dichiarato Belli “Mi piace pensare che quando avevo l’età di questi ragazzi io avevo i loro stessi sogni, il sogno di arrivare da grande ad avere un buon lavoro, una buona famiglia, dei buoni amici ed è per questo che ho voluto far loro capire che se ce l’ha fatta uno come me, anche qualcuno di loro può farcela”. Belli ha sottolineato nel suo intervento come la preparazione e lo studio contino molto più della fortuna, perché il talento rimane, ma la notorietà è solo momentanea. “La fortuna va e viene” ha continuato il cantante emiliano “ma la cosa fondamentale è lo studio, la preparazione, la gavetta, la passione e avere la capacità di sapersi circondare di persone perbene e competenti”. Belli ha ricordato di quando ai suoi tempi bussava alle porte delle case discografiche con una musicassetta in mano, per farsi notare da qualcuno, mentre oggi le dinamiche sono molto cambiate, anche nel modo di produrre un album. “Ai miei tempi c’era una discografia che investiva molto” ha spiegato Belli “prendeva un artista e gli permetteva di fare tre album, consentendogli una certa continuità e una maggiore serenità nel lavorare, ma comunque se non avevi niente da dire, dopo un po’ finiva lì. Adesso la discografia non esiste quasi più e anche quando hai fortuna ti danno 20 giorni di tempo per fare un singolo. D’altra parte adesso è più facile creare un prodotto, perché la tecnologia ti permette di fare delle cose che invece una volta noi non riuscivamo a fare. Basta un buon computer e si riesce a fare un buon prodotto che poi, grazie a Internet, arriva a tutto il mondo. Ai miei tempi contava farsi le ossa per strada, suonando nelle birrerie o durante le feste di paese. Di sicuro oggi le potenzialità di visibilità sono maggiori, ma l’importante è comunque avere qualcosa da dire, avere talento, serietà e preparazione. foto 3 (2)Io dico sempre che la verità sta spesso nel mezzo: quindi è positivo l’aiuto della tecnologia, ma poi andate anche in mezzo alla strada, perché poi quando guardi in faccia uno capisci davvero se un prodotto funziona o non funziona”. Con quasi 30 anni di carriera alle spalle, Paolo Belli è tornato di recente nei negozi con il suo ultimo album “Sangue Blues”, sotto l’etichetta della Planet Records: undici brani suonati con la Big Band che da anni accompagna il cantante emiliano e che stanno riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico. “L’album non l’ho fatto al computer” ha scherzato il cantante “L’ho fatto in studio con la mia Big Band. Un lavoro dispendioso, ma ne sono molto soddisfatto. I giornalisti che lo hanno ascoltato mi hanno detto che è il lavoro più bello che abbia mai fatto. Di sicuro è frutto di anni di sacrifici e della mia esperienza sinora, compresa la bella esperienza a Ballando con le stelle”. Paolo Belli ha terminato l’incontro con un consiglio agli aspiranti giovani musicisti presenti tra il pubblico: “Divertitevi. Io mi diverto ancora come allora. Mi divertivo suonando in cantina, mi diverto se faccio un concerto a piazza San Giovanni a Roma, mi diverto a Ballando. Quindi divertitevi,  poi se son rose fioriranno, se non son rose almeno ci siam divertiti”.

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