Verdi in mostra al Vittoriano

Sei sezioni che raccontano l’universo musicale, culturale e artistico di Giuseppe Verdi e che ripercorrono la vita e la storia del maestro, attraverso i suoi legami con il contesto storico e culturale in cui viveva. È con questo intento che nasce la mostra “Giuseppe Verdi. Musica, Cultura e Identità nazionale”, inaugurata oggi al Complesso del Vittoriano e organizzata nell’ambito delle celebrazioni del Bicentenario della nascita del compositore di Busseto.

“Abbiamo cercato con questa mostra di far vedere la musica di Verdi” ha spiegato Marco Pizzo, uno dei curatori della mostra “Non solo di ascoltare le registrazioni sonore dall’Ottocento ai giorni nostri, ma anche di illustrare il mondo teatrale, scenico, culturale che era contemporaneo a Giuseppe Verdi”. Sono sei le sezioni che raccontano il maestro, a cominciare da quella che introduce all’esposizione, chiamata “Vedere Verdi”, che, prendendo le mosse dal prezioso “Album Verdi”, conservato presso la Biblioteca Lucchesi Palli a Napoli e in cui Ercole Alberghi raccoglie circa 80 autografi verdiani, prosegue poi con ritratti, dipinti, incisioni e foto del maestro e preziose lettere che risalgono agli anni giovanili del compositore. “Mi sono molto emozionata nel curare questa mostra” ha dichiarato Gaia Maschi Verdi, curatrice della sezione che racconta il giovane Verdi “Alcuni dei documenti esposti appartengono alla collezione privata della mia famiglia che ho portato io stessa da Busseto, da Parma e da Salsomaggiore. Qui possiamo davvero ammirare Verdi come simbolo di identità nazionale e sono molto orgogliosa di averla organizzata qui a Roma”.

Da “Verdi e il romanticismo”, che documenta la relazione tra la produzione musicale di Verdi e la cultura romantica dominante a quel tempo, si passa poi alla sezione “Scene e primi interpreti del, melodramma verdiano”, che fa rivivere lo spazio del teatro ottocentesco, attraverso le illustrazioni degli interpreti dell’opera di Verdi tra Ottocento e Novecento. Con la sezione “Requiem” ci si addentra in uno temi maggiormente cari a Giuseppe Verdi, quello della morte, con la possibilità di visionare il filmato storico dei funerali del compositore di Busseto, messo a disposizione dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano. Ma la sezione centrale della mostra, disposta nel cuore della sala, è quella dominante: con “Sentire Verdi” il curatore Massimo Pistacchi ha realizzato un percorso sonoro che propone un tipo di ascolto inedito di Verdi: quello domestico, fuori dalle sale teatrali, grazie alla rivoluzione introdotta alle soglie del XX secolo dall’invenzione della fonoriproduzione. Dai cilindri di cera ai dischi ai 78 giri, dagli LP alla smaterializzazione digitale, la sezione da vita a un ascolto tutto nuovo e affascinante della musica di Giuseppe Verdi. “Questa sezione rappresenta il lungo rapporto tra la musica di Verdi e la fonodiscografia” ha spiegato Pistacchi “è un rapporto che nasce in contemporanea con la nascita della prima registrazione perché Verdi compare nei primissimi cataloghi di cilindri di cera fin dal 1891. Ovviamente si tratta di un Verdi inciso molto male, molto disturbato, ma faceva parte della prima produzione fonodiscografica che era considerata un po’ una bizzarria, un fenomeno da fiera, eppure Verdi era già presente. Poi col tempo si sviluppa e matura la presenza dell’opera di Verdi all’interno della fonografia parallelamente allo sviluppo tecnologico del sistema, perché i cilindri rapidamente diventano dischi a 78 giri, per poi passare negli anni ’50 ai 33 giri, fino alla chiusura del digitale e quindi al massimo della fedeltà”. La sezione conclusiva della mostra, “Verdi al cinema”, omaggia il maestro attraverso brani di film ispirati alle sue opere. La mostra resterà in esposizione al Vittoriano fino al 19 gennaio 2014, ma si potrà ammirare on line grazie alle risorse digitali del progetto internazionale CulturaItalia.

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