Governo, Camera e Senato danno la fiducia a Letta

379 sì, 212 no e due astenuti. Si è chiusa così la partita alla Camera dei Deputati, nella giornata d’oggi, per Enrico Letta. Fiducia per il Governo delle larghe intese, seppur con toni che in alcuni momenti si sono accesi oltre il consentito.

Piuttosto agitati i deputati del Movimento Cinque Stelle, che hanno alzato la voce contro il Premier, allorquando lo stesso ha operato una reprimenda contro i pentastellati che quotidianamente si scagliano contro i giornalisti, rei, secondo i grillini di “scrivere il falso”.
NUTI (M5S) VS FARAONE (PD) – Il clima di tensione all’interno dell’Aula è salito nel momento in cui il deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Nuti, ha accusato il collega del Pd, Davide Faraone, di essere stato “a casa di un pregiudicato” e di aver chiesto, durante le elezioni primarie del Partito Democratico di Domenica scorsa, “voti in cambio di posti di lavoro”.

LA PRIMA DI FI ALL’OPPOSIZIONE – È stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a chiedere ad Enrico Letta di verificare la fiducia del Parlamento dopo la decadenza dal seggio del Senato di Silvio Berlusconi e la conseguente uscita di Forza Italia dalla maggioranza. Il partito del Cav., dunque, oggi, ha votato per la prima volta dalle recenti elezioni politiche, la sfiducia. ‘No’ alla fiducia al Governo delle larghe intese, è arrivato anche dal Movimento Cinque Stelle, Sel, Lega Nord e Fratelli d’Italia.

NUOVO CENTRODESTRA AL FIANCO DI LETTA – L’appoggio a Letta è stato confermato – ma non ci erano dubbi – dalla nuova formazione politica di Angelino Alfano, il Nuovo Centrodestra, che assicura la tenuta della compagine governativa. Non sono mancate critiche al Vicepremier dalla Capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, la quale ha chiesto come faccia un partito che si dice di centrodestra a votare provvedimenti “per aumentare le tasse” e a sostenere un Governo che “ha dato soldi per l’accoglienza degli immigrati azzerando il fondo per le vittime della mafia”. Poi rivolgendosi a Letta lo incalza : “Presidente non dica che la coperta è corta, non fino a quando non avrete il coraggio di andare a prendere i soldi dove stanno e cioè nell’evasione fiscale delle banche e delle società delle slot-machine, che avete -vergognosamente- condonato, nei miliardi che se ne vanno in pensioni d’oro ogni anno, nei cinquemila organismi partecipati solo dagli enti locali, negli ottocentotrenta miliardi di spesa pubblica, nei quali ci sarà qualche spreco o nei soldi che ogni anno regaliamo all’Unione Europea per farci chiamare pig’s, maiali. Ci chiamano maiali, noi che siamo i principali contributori d’Europa in rapporto al nostro PIL.

IL SIPARIETTO ALLA CAMERA – Renato Brunetta, Presidente dei Deputati di Forza Italia, alla Camera ha dato del “traditore” ad Angelino Alfano, reo di aver abbandonato Forza Italia per mettere in piedi il Nuovo Centrodestra che sostiene il Governo delle larghe intese.

LEGGE ELETTORALE – La discussione sulla legge elettorale non manca mai, salvo poi vederla sempre slittare. Insieme a questa, l’abolizione delle Province e del finanziamento pubblico ai partiti. L’elezione a Segretario del Partito Democratico di Matteo Renzi ha “costretto” il Premier Letta a toccare i temi sul quale il Sindaco di Firenze ha preso precisi impegni durante la campagna elettorale delle elezioni primarie. Poi la crescita che, secondo il Primo Ministro dovrebbe raggiungere il 2 % nel 2015.

ULTIM’ORA: FIDUCIA A LETTA ANCHE DAL SENATO – Anche da Palazzo Madama arriva la fiducia al Premier Letta. Il Senato è il vero banco di prova per la compagine governativa, non fosse altro per i numeri della maggioranza, più risicati rispetto alla Camera dei Deputati. Con 173 sì, contro 127 no, il Primo Ministro resta in sella. “La nuova maggioranza politica è meno larga ma più coesa” ha insistito Enrico Letta.

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