Violetta: un’argentina alla conquista del mondo

Masse di ragazzine in delirio per la telenovela canterina della Disney Violetta

Negli anni Sessanta mia madre era una piccola fan dei Beatles e mia nonna  le diceva:- “Ma che ci trovi in questi capelloni?  Negli anni Novanta io ero una piccola fan delle Spice Girls e mia madre mi diceva:- “Ma che ci trovi in queste che hanno i trampoli ai piedi? Nel 2013 ci sono milioni di piccole fan di Violetta e io invece di dire a tutte: -“Ma che ci trovate in questa?”, apro internet  e cerco di capire perché una sua canzone ha totalizzato il record di visualizzazioni su Youtube Italia.

 Provate a cliccare il nome “Martina” su Google. Al 99,9 %  il primo suggerimento che apparirà nella barra di ricerca è quello di Martina Stoessel, nata a Buenos Aires il 21 marzo 1997, protagonista della telenovela argentina Violetta, trasmessa da Disney Channel e frutto di una coproduzione tra il Sud America, l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente.

Giunta ormai alla seconda serie (la terza è in arrivo nel 2014) parla della vita di una giovane adolescente tornata a vivere dall’Europa in Argentina, per volere di suo padre German. Orfana di madre, una famosa cantante, Violetta studia in una scuola di musica perché sogna di diventare anche lei un’artista di successo.

Bella, talentuosa, educata e sensibile, è divisa fra due amori adolescenziali e affronta ogni giorno i problemi tipici della sua età. Detto ciò, si capisce quanto il plot sia di stampo piuttosto scontato e privo di colpi di scena eclatanti; fatto quest’ultimo, che piace molto alle mamme.

Con ascolti record (share medio del 19%, 210 mila telespettatori a puntata) e fan che si auto definiscono V-lovers, la telenovela, disponibile in Italia anche su Rai Gulp, ha scatenato un business impressionante: merchandising vario, un magazine (40 mila copie mensili), un film (275 mila spettatori in 200 cinema d’Italia in un solo weekend), tre dischi, più l’immancabile cofanetto natalizio Noi siamo V-lovers, che sarà già piazzato sotto l’albero di molte fanciulle.

Dalla scorsa estate è partito inoltre il tour Violetta- Il concerto, basato sulla serie, che ha debuttato il 13 luglio al teatro Rex di Buenos Aires e arriverà a gennaio anche in Italia, dove la caccia ai biglietti da parte dei genitori per i loro figli è ormai agli sgoccioli.

Ma perché i V-lovers amano tanto questo personaggio sul quale non tutti avrebbero scommesso? Qualcuno l’ha definito addirittura ottocentesco, vista la somiglianza del suo carattere con quello della tipica eroina del romanzo di formazione. Una giovane adolescente alla scoperta di se stessa, ostacolata dal padre nelle sue passioni, pronta a combattere per raggiungere il proprio sogno: quello di diventare cantante.

 Un’eroina dei giorni nostri, che non nuoce alla salute di nessuna potenziale bambina appiccicata alla Tv per seguirne  le avventure quotidiane. Probabilmente un progetto orchestrato a tavolino, che deve il successo a un cast di talentuosi teenagers, capaci di recitare in maniera disinvolta e appassionata (in alcuni casi patetica), come da prassi in molte telenovelas sudamericane.

Fra di loro c’è anche un’italiana, Lodovica Comello, nel ruolo della migliore amica di Violetta. La giovane  friulana (1.182.526 fan su Facebook) ha tra l’altro da poco lanciato il suo album d’esordio Universo, che sta presentando in questi giorni in alcune città italiane, attirando migliaia di piccole fan accanite, munite  degli immancabili iPhone alzati, per immortalare l’evento in ogni suo particolare.

Quanto al successo della  serie Violetta, appare evidente che nell’immaginario  delle accanite fan che  in lei immedesimano, non ci sono sogni di rock ‘n’ roll e trasgressione, ma più semplicemente  la voglia di raggiungere la fama mondiale nei panni della Popstar di turno. A confronto, ll tempo delle mele di Claude Pinoteau, potrebbe quasi essere considerato pornografico.

Che dire, forse nella crisi totale di valori che oggi travolge la nostra società, le più giovani hanno fatto la loro scelta: il ritorno al classico, alla favola, alla storia a lieto fine. C’è bisogno di certezze e da questo punto di vista Violetta, una serie moralmente corretta, ha saputo leggere e interpretare i tempi che corrono.

A cura di Silvia Di Pasquale.

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