Fassina vs Renzi. Ovvero lotta tra eroi del rosicamento

In Italia non si dimette mai nessuno. Ci sono politici e manager pubblici che fanno a gara a fare errori clamorosi, a far fallire aziende, a non concludere nulla nella loro esperienza parlamentare o amministrativa o peggio ancora collezionare processi vari, ma per loro la parola dimissioni non esiste.

Stefano Fassina, viceministro dell’economia, si è dimesso, perché il capo del suo partito, Matteo Renzi, dall’alto della sua ironia, rispondendo ad una domanda ha detto:”Fassina chi?”. Apriti cielo. Il viceministro si è dimesso, cercando di motivare politicamente la sua scelta. Lui non ha sostenuto Renzi alle primarie e quindi è meglio farsi da parte.

Questo avvenimento oltre ad aver invaso l’informazione nostrana da qualche giorno mi ha portato ad una conclusione: se è vero come sopra citato che in Italia non si dimette quasi nessuno, quel quasi sta per gente come Fassina che lo fa senza motivo. Gli unici motivi che mi vengono in mente forse sono il suo essere così pieno di se, come il sindaco di Firenze del resto, e permaloso. Non credo che si ricoprano alcuni ruoli ci si possa permettere di fare come il ragazzino rimproverato dall’allenatore.

Da notare anche tutta la solidarietà che si è abbattuta su Fassina, che ormai viene considerato eroe di altri tempi, qualcuno lo definisce “gigante”. In Italia lasciare un incarico di governo o un posto da parlamentare viene considerato più eroico di andare a lavorare tutti i giorni.

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