Mondiali in Qatar. I soldi non comprano le stagioni

di Valerio Polverisi

Pochi giorni fa il segretario generale della FIFA, Valcke, ha confermato che probabilmente i Mondiali di Calcio del 2022 si disputeranno in inverno. Questo perché le temperature in Qatar in estate possono raggiungere anche i 50 gradi.

La decisione definitiva, comunque, non arriverà prima della disputa delle fasi finali del prossimo mondiale in Brasile. Subito è arrivata la rettifica della portavoce della FIFA, Fischer. Quelle di Valcke sarebbero solo delle sue deduzioni. In ogni caso, il segretario generale del comitato organizzativo, Al Thawadi si è detto disponibile ad ogni decisione che verrà presa. La domanda che viene da farsi sorge, allora, spontanea: al momento dell’assegnazione al Qatar non si era già pensato alle difficoltà climatiche previste nei mesi di giugno e luglio? E perché, comunque, è stato assegnato? L’orientamento di questi ultimi anni del massimo organo calcistico sembra poter fornire una qualche risposta. Il calcio è lo sport per eccellenza in tutto il mondo. Ed è il migliore mezzo di promozione per le realtà emergenti. Non stupisce, quindi, l’assegnazione del 2010 al Sudafrica, quella del 2014 al Brasile, quella del 2018 alla Russia e, infine, quella del 2022 proprio al Qatar. Tra otto anni le notti magiche cantate da Nannini e Bennato non saranno più forse quelle calde di giugno. Il cielo di un’estate italiana forse sarà coperto di nuvole e magari potrebbe cadere anche qualche fiocco di neve. Da non sottovalutare anche lo stravolgimento che comporterebbe in tutte le competizioni nazionali e internazionali. Le varie federazioni dovrebbero stilare nuovi calendari. Così come l’UEFA (solo per fare l’esempio dell’Europa) dovrebbe rivalutare le date delle coppe. Ipotesi quasi impossibile, ma si potrebbe anche optare per sospenderle per un anno. Strada poco percorribile dati anche i grandi introiti che vengono garantiti ai club che vi partecipano. Tutto potrebbe slittare di qualche mese. Per fortuna l’anno che segue quello del Mondiale è “morto”. L’appuntamento più importante è quello che riguarda solo la Coppa America. I club potrebbero fare a meno dei sudamericani. Poco male perché accade anche con quelli africani a gennaio per la Coppa d’Africa. Insomma, se venissero confermate tra qualche mese le parole di Valcke sarebbe solo l’inizio di grandi cambiamenti. Bisognerebbe capire cosa ne pensano gli organi continentali. Prima di tutto quello che Platini potrebbe dire a Blatter.

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