La nazionale italiana di calcio a 5 non esiste

Stavo navigando sul sito della Gazzetta e mi imbatto in una notizia in home page: la nazionale italiana di calcio a 5 è in finale degli europei.

Questo per far capire che non stavo seguendo i campionati che si stanno svolgendo in Belgio. Mi capita qualche volta di vedere delle partite della serie A italiana grazie alla Rai ma niente di più. Il calcetto non si deve confondere con il calcio a 5. Il primo è quello sport che la maggioranza dei maschi italici pratica almeno una volta a settimana con gli amici e i colleghi in epiche partitelle o nel migliore dei casi in tornei organizzati. Sui campi di erba sintetica gomma e sabbia si possono vedere ancora dei cross con palla alta e contropiedi che manco in un campo di calcio. Ecco, il calcio a 5 è un altro sport. La superficie veloce e la bravura degli interpreti non rendono neppure paragonabile le due discipline. Schemi più simili al basket, passaggi di prima, stop con la pianta del piede, rotazione continua dei quattro giocatori di movimento con l’aggiunta, spesso, del portiere. Quasi sempre chi arriva dal calcio a 11 si trova di fronte un mondo diverso, avere dei buoni fondamentali non basta. I brasiliani sono maestri, il calcio a 5 poi conosciuto come Futsal nasce in sud America, in Uruguay.

Ora siamo tutti contenti quando vediamo il tricolore sventolare su qualche podio ma sul calcio a 5 non ce la faccio. Non ce la faccio perchè se vado a vedere la rosa che sta giocando questi europei si può vedere che di Italia c’è ben poco. Su 15 giocatori 8 sono brasiliani naturalizzati italiani. Ho già detto in passato cosa penso di naturalizzazioni varie. Per questioni sportive andrebbero vietate perchè è una bugia dire che fanno bene ad un movimento. Discorso diverso per chi da piccolo si trasferisce nel nostro paese o nasce in Italia da genitori stranieri, in quei casi, senza scomodare ius soli e simili, credo si debba avere la possibilità di scegliere le nostre nazionali. Io non metto in dubbio che tra questi 8 molti siano felici di stare qui, militano nel campionato italiano, magari hanno eletto l’Italia come loro paese anche dopo l’attività agonistica ma il dubbio che lo facciano solo perchè in Brasile non avrebbero trovato spazio resta. Sono rischi che si corrono in tutti gli sport, basti pensare a rugby e basket. La soluzione non può essere certo lasciare decidere ogni federazione in autonomia, ma serve una linea guida unica.

Sicuramente non tiferò mai contro una nostra rappresentativa. Gli azzurri/verdeoro sfideranno la Russia in finale, che schiera 5 brasiliani, quindi il primo confronto lo abbiamo vinto 8-5.  Credo che per il futsal posso anche rifuggiarmi nell’ignoranza autarchica.

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