Lidia Bastianich, da esule istriana ad orgoglio italiano nel Mondo

Era il 1956. La giovane Lidia Matticchio Bastianich aveva solo nove anni, quando con la sua famiglia dovette scappare dalla sua terra natia, l’Istria, a causa delle persecuzioni titine che portarono ad un esodo forzato di tutta la popolazione giuliano-dalmata. Erano 250.000 le persone esiliate, le persone strappate dalle loro case, dalle proprie radici, dai propri affetti. Lidia e la sua famiglia erano esuli e come tali, vennero trasferiti in un campo per profughi della Risiera di San Sabba. Ma non era il suo destino, rimase alla Risiera per soli due anni, perché dopo che la famiglia trovò lavoro presso una famiglia benestante, i genitori decisero di inseguire il sogno americano. E da Trieste partirono per New York.

Era il 1958. Lidia iniziò a lavorare a 14 anni; fece molti lavori dalla panettiera alla cuoca a tempo pieno (dopo il diploma) in ristoranti italiani locali. Il suo futuro si stava scrivendo. Il suo futuro era la ristorazione! E come disse Leopardi, arriva sempre la quiete dopo la tempesta; è il tempo dell’amore per Lidia, perché è a sedici anni che incontra l’uomo della sua vita (o quasi). Sto parlando di suo marito, Felice Bastianich, un altro immigrato istriano. Si sposarono nel 1966 da cui ebbe Joseph, conosciuto in Italia con il nome di “Joe”, e Tanya. La famiglia di Felice era una famiglia di ristoratori istriani ed è per questo che da ora in poi, la sua carriera imprenditoriale comincia. Era il 1971. Parte dal “quartiere nel quartiere” di Forest Hills, nel Queens a New York. Il locale si chiamava Buonavia. Qui lavora come aiuto cuoca, dove apprende come cucinare piatti tipici della tradizione italiana finché assieme al marito non decide di inserire nel menù anche piatti della tradizione istriana, per onorare le proprie radici strappate via con la violenza. Grazie al successo di Buonavia, aprirono Villa Secondo, sempre nel Queens. Il successo fu tale che attirarono l’attenzione dei critici; il loro nome iniziò ad apparire su importanti giornali come il NY Times. Ora erano conosciuti a New York e dintorni, così venderono i due locali nel Queens e comprano un piccolo locale a Manhattan, nell’Upper East Side. 243 East 58th Street. È questo l’indirizzo di Felidia ( dalla contrazione di Felice e Lidia) dove si trova tuttora. Era il 1981. Da ora in avanti per Lidia, il sogno americano si stava compiendo. Iniziò per lei un futuro di televisione, libri, e molto altro. Il suo nome e quello della sua famiglia oggi sono conosciuti in tutto il mondo. Questa è una storia di speranza, che nonostante il dolore e il sacrificio, questa donna ha saputo portare con se, insieme al pensiero per la sua terra, le sue origini, le sue radici, ricordando, comunque tutti i giorni, quei momenti tragici della sua infanzia.  Questa è una testimonianza vivente di una persona che ha saputo vincere nella vita e che porta avanti il nome italiano del buon cibo e della tradizione gastronomica. Perché è doveroso ricordare che lei è un italiana costretta a fuggire dalla sua stessa patria.

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