Muore Albert Einstein

Il  18 aprile 1855 alle ore 13.15 morì Albert Einstein, uno trai  più celebri fisici della storia della scienza, e uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo.

“Qui finisce il mio compito”; queste le ultime parole pronunciate dal premio Nobel per la fisica Albert Einstein. Il corpo fu cremato lo stesso giorno della morte e le ceneri furono disperse da due suoi amici, Otto Nathan e Paul Oppenheimen in una località segreta presso Trenton nel New Jersey; modalità espressa dallo scienziato nelle sue ultime volontà  perché non voleva che la sua tomba diventasse un luogo di culto. Un gesto di umiltà e anche di profonda solitudine. La sua grandezza consiste nell’aver mutato radicalmente il modello di interpretazione del mondo fisico. Nel 1905, ricordato come “annus mirabilis”, pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica: espose la teoria della relatività ristretta, che precede di circa un decennio quella della relatività generale, dimostrò la validità della teoria dei quanti di Planck, e fornì una valutazione quantitativa del moto browniano e l’ipotesi di aleatorietà dello stesso. La sua genialità è stata determinante per lo sviluppo scientifico dell’intera società e ancora oggi la tecnologia derivata dalle sue teorie rivoluzionarie ci accompagna nella nostra quotidianità. La sua vita è stata ricostruita sulla base di testimonianze di scienziati e persone comuni che ebbero la fortuna di conoscerlo, nonché dalle sue confessioni raccolte nell’ “Archivio personale Einstein “, curato dalla segretaria Helena Dukas, che lo affiancò fino agli ultimi giorni della sua vita, ed emerge il profilo di uno scienziato dotato di illimitata modestia, semplicità e profondo senso umanitario. “« Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso», scrisse in una lettera a Carl Seeling, l’11 marzo 1952.

Il 17 aprile 1955 fu colpito da una improvvisa emorragia causata dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale, arteria che era già stata precauzionalmente rinforzata con un’operazione chirurgica eseguita dal dottor Rudolph Nissen nel 1948. Il giorno seguente morì. Aveva espresso verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò l’autopsia, di sua iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria in un barattolo sottovuoto per circa 30 anni. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri furono disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, acconsentirono a che il cervello fosse sezionato in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori; la parte più grossa è custodita nell’ospedale di Princeton.

Tra le curiosità legate allo scienziato più famoso al mondo, è errata la credenza popolare secondo la quale Einstein, da giovane, fosse carente nelle materie matematiche. Dimostrava anzi, già da piccolo, un grande interesse ed una spiccata capacità verso la matematica e la fisica.  Non andava bene nelle materie letterarie, cosa che inizialmente gli costò la non ammissione al Politecnico di Zurigo.

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