Birròforum: Roma celebra la birra artigianale

Esiste la birra ed esiste la birra artigianale, un settore in continuo sviluppo che fa bene alle piccole/medie imprese e al gusto degli appassionati sempre più numerosi.

È forse l’immagine più abusata, ma è di certo la più significativa. Per intenderci quella studiata dalle grandi aziende produttrici quando si tratta di far passare il duplice messaggio di sport e passione. Ci ricorrono le italiane, come la Peroni, e le straniere, come la Coca Cola o l’Heineken. Tifare, soffrire ed esultare insieme ai propri beniamini devono essere, quasi necessariamente, azioni accompagnate da una ricca bevuta. E che si bevano alcolici o analcolici poco importa, l’importante è condividere.

Ed è proprio quanto accaduto il 28 giugno durante gli ottavi di finale fra Brasile e Cile. Solo che non ci trovavamo nel salotto di amici o di casa nostra, ma al centro della piazzetta del Birròforum, la festa capitolina della birra artigianale alla sua terza edizione. Qui ci siamo imbattuti in una folla dagli occhi incollati su due maxischermi e dal palmo della mano avvinghiato intorno a un boccale di birra ghiacciata. Non una birra qualsiasi, di quelle commerciali che trovi nei bar o sugli scaffali di un supermercato, buone da bere ma non da (de)gustare e assaporare. A loro l’ingresso era vietato.

Dunque qualità. Ma anche sperimentazione. Perché accanto alle più “tradizionali”, i mastri birrai hanno presentato e fatto assaggiare le loro creazioni più particolari come la “Zucca”, birra artigianale Baladin con zucca e cannella, “Perle ai porci” di Birra del Borgo con ostriche fresche e “Piedi neri” di Croce di Malto con riso Venere. Non si tratta di un vanesio gioco di ingredienti. Ogni birra nasce per essere delicatamente assaporata e per accompagnare le pietanze, proprio come il vino. Per questo è stato allestito “Birretta da Chef”, uno spazio sfruttato da alcuni chef stellati, come Francesco Apreda o Arcangelo Dandini, per dimostrare come e cosa abbinare ai vari piatti. Se volessimo attenerci alla tradizione, il pesce andrebbe accompagnato con una lager a bassa gradazione, la carne vorrebbe in genere una birra d’abbazia o una brown ale o anche una pils (forse più adatta ai fritti) mentre i primi chiamerebbero le weizen. Ma, visto che qualcuno di noi potrebbe essere poco esperto, un consiglio: abbandoniamo pure la tradizione e sposiamo la sperimentazione. Male che va, avremmo passato una serata diversa, sicuramente divertente. Altrimenti non abbiate paura perché anche qui in Italia sta crescendo la figura del sommelier di birra. Ovvero una persona incaricata di suggerire il sapore (e il retrogusto) della “perfetta” per il nostro cibo.

Proprio rispetto alla scorsa edizione, gli organizzatori del Birròforum hanno voluto allargare l’offerta. Così, accanto ai 27 mastri birrai e alle loro 150 etichette, sono intervenuti 13 artigiani dello street food. Ed ecco allora che, camminando fra gli stand, abbiamo scorto diverse persone, in piedi o sedute sui muretti, destreggiarsi fra un sorso di birra e un morso al panino, al supplì o alla pizza gelato. A cui anche noi non abbiamo saputo resistere.

Noi ci siamo stati e possiamo dire che il Birròforum, al di là dei dati rilasciati (8.300 visitatori per oltre 30.000 birre spillate e 16.700 pietanze addentate), è stato un successo. Sia per l’organizzazione dell’evento, maturata con il fratello Vinòforum, sia per effetto della birra, il cui mercato in questi ultimi anni sta crescendo esponenzialmente. Se prima era il tempo delle enoteche, adesso, dopo l’ “Era di Mezzo” delle hamburgheserie, tocca alle birre farla da padrona.

Oggi in Italia si contano 550 birrifici per una produzione che tocca il 2,5% della quantità e il 10-12% del valore. Un valore che è destinato a salire come è stato dimostrato quest’anno dalla Facoltà di Economia e Marketing agroalimentare dell’Università di Macerata.  Secondo la ricerca coordinata dal professor Cavicchi, il mercato delle birre contribuirebbe con oltre un miliardo di euro annui alla creazione del valore aggiunto nazionale e rappresenta un’importante fonte di reddito per la produzione agricola. Sull’onda dell’entusiasmo crescono appunto piccole aziende più attente alla qualità e genuinità e aventi un immagine “pulita e pura”, caratteristiche ricercate oggi dai consumatori, per la maggior parte giovani.

Un mercato che però rischia di crollare a seguito della decisione del governo di aumentare le accise dal 1 gennaio 2015 portando la pressione fiscale al 30%. Secondo AssoBirra (l’associazione di riferimento per le aziende di settore)non solo costringerebbe le imprese a ulteriori tagli di posti di lavoro, ma addirittura farebbe diminuire il gettito fiscale nelle casse dello Stato. Salute a tutti.

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