Nasce Javier Zanetti

Il 10 agosto 1973 nasce Javier Zanetti, calciatore e dirigente sportivo, attualmente vicepresidente dell’Inter

È il 10 Agosto del 1973 quando a Buenos Aires nasce Javier Zanetti, una delle leggende più grandi che il mondo del calcio abbia visto negli ultimi trent’anni. “Primissimo allenamento, facciamo possesso palla. Lui non la perde mai, gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell’Inter”. Queste le parole di Beppe Bergomi quando nel lontano 1995 lo vide nei primissimi giorni della sua futura e radiosa carriera nerazzurra. Ci azzeccò. È facile e consueto etichettare un giocatore come un campione sia dentro che fuori dal campo, ma per J.Z. è stato proprio così, e non è per niente una forzatura affermare che lui è stato diverso dagli altri. Una visione del calcio e della vita straordinaria dettata da un’umanità fuori dal comune in un ambiente spesso caratterizzato da professionisti avidi, ambiziosi e menefreghisti.

Il senso di appartenenza, la maglia cucita addosso alla pelle, l’impegno costante, che lo porta ad allenarsi anche il giorno del suo matrimonio, lo fanno diventare ben presto l’emblema del calcio che sta per sparire, quello delle bandiere e delle icone. Categoria in via d’estinzione, merce rara. Oramai comandano gli ingaggi e le prospettive reddituali che trasformano i calciatori in nomadi professionisti. Il fisico statuario, l’interminabile resistenza e il suo tipico incedere palla al piede riuscendo ad incunearsi in percussione tra gli avversari e superarli con la sua impetuosa progressione sono vivi nei ricordi di ogni appassionato di calcio, e non solo del tifoso interista. Infatti Zanetti non è solo l’Inter, ma è molto di più. È stato, è e sarà sempre il “Capitano”. Zanetti è trasversale e patrimonio di chiunque vede nel calcio sia un gioco sia la possibilità di sfruttare fama e danaro per aiutare i più deboli.

Quindi 5 Scudetti, 1 Champions League, 4 Coppe Italia etc. sarebbero valse meno o poco se dietro non ci fosse stato l’uomo che si è sempre fatto in quattro per il prossimo. La sua fondazione PUPI è attiva da più di un decennio nel sostegno economico ai bambini disagiati nella zona di Buenos Aires e sostiene e supporta svariate iniziative benefiche. Solidarietà, rispetto per gli avversari e grande umanità oltre alla grande dedizione per il lavoro e alle innate doti tecniche fanno di Javier un campione a 360°. È superfluo ricordare i record individuali frantumati, anche perché la lista sarebbe lunga, e di certo il giovane ventiduenne Javier quando nel lontano giugno 1995 approdò a Milano non avrebbe mai immaginato ciò che il destino gli avrebbe riservato. La sua storia è quella di un ragazzo umile che non ha voltato le spalle alla buona sorte e anzi ha saputo cogliere in tutti questi anni l’essenza e il vero senso della vita preferendo alla movida e alle prime pagine dei rotocalchi i poco rumorosi affetti familiari, gli interminabili allenamenti e i silenziosi gesti da “gentiluomo Capitano”.

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