La BCE ci prova ancora

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Il governatore della BCE Draghi ha annunciato di aver nuovamente cambiato la propria strategia monetaria

Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, ha infatti annunciato l’ ennesimo cambiamento delle politiche monetarie ufficiali con la speranza di stimolare il febbricitante apparato economico Europeo. In realtà, le nuove misure monetarie non differiscono poi di molto da quelle già pubblicamente dichiarate a Giugno. Infatti, lo stesso Draghi lo ha definito un “aggiustamento tecnico” anche se, a dirla tutta, una semi–novità è stata introdotta. Perchè la BCE ha nuovamente modificato la propria politica monetaria? La Banca Centrale è stata costretta ad intervenire per 2 motivi:
1) per mandato l’ inflazione di medio termine deve rimanere vicina, ma non superare, la soglia del 2% e gli ultimi dati non erano in linea con tal obiettivo
2) Il PIL Europeo è nuovamente calato nell’ ultimo trimestre
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La curva in rosso riporta l’ inflazione trimestrale media da Gennaio 2012 sino ad oggi mentre i dati del grafico a barre mostrano le performance del PIL Europeo. Si può chiaramente notare che l’ inflazione trimestrale media è crollata ed ha attualmente raggiunto quota 0.4% (inutile sottolineare che tal risultato è ben al di sotto del target di medio periodo del 2%). Inoltre, il tasso di crescita del PIL Europeo dopo aver raggiunto quota +1% nel 2° trimestre è sceso a 0.7% il che indica, sebbene il mese di Settembre non sia ancora terminato, che la produttività dell’ area UE ha subito una battuta d’ arresto. Questi sono i motivi principali che hanno spinto il governatore Draghi ed il suo team ad intervenire attivamente sul mercato.
Quali sono le misure adottate? La BCE ha nuovamente ritoccato al ribasso i 3 principali tassi d’ interesse ed ha stabilito un programma d’ acquisto che riguarderà strumenti derivati come covered bonds ed asset–backed securities che però dovranno essere garantiti. È opportuno sottolineare che Draghi con la parola “garantiti” intendeva precisare che la BCE acquisterà derivati sicuri e quindi non “tossici” od instabili come quelli che hanno causato il famigerato credit crunch nel 2008–2009. Prima di procedere a spiegare piú dettagliatemente l’ acquisto dei sovramenzionati prodotti, soffermiamoci sui tassi d’ interesse. Riprendendo uno stralcio della ricerca pubblicata il 17 Giugno su OpenMag dal titolo Draghi e la nuova Politica Monetaria della BCE è doveroso rammentare che la BCE opera attraverso 3 tassi d’ interesse:
1) Marginal Lending Rate
2) Deposit Facility Rate
3) Refinancing Rate
Il Marginal Lending Rate è il tasso che le banche devono pagare per ricevere fondi in “pronta consegna” ed è, pertanto, il tasso d’ interesse che la BCE impone per fornire liquidità immediata. Le banche commerciali solitamente ricorrono a tali prestiti, a carattere immediato, per far fronte a pagamenti a breve termine.
Il Deposit Facility Rate è il tasso d’ interesse che le banche ricevono per depositare i propri fondi in eccesso presso la Banca Centrale Europea (è l’ equivalente del tasso ricevuto sui normalissimi conti correnti bancari)
Il Refinancing Rate (anche detto Benchmark Rate) è invece il tasso base di riferimento che la Banca Centrale Europea impone alle banche. In altre parole, è il tasso al quale le banche possono regolarmente prendere a prestito liquidità dalla BCE.
Tutti e 3 i tassi d’ interesse sono stati nuovamente abbassati ed il Deposit Facility Rate, già negativo a Giugno, è stato nuovamente diminuito. In sostanza i cambiamenti annunciati sono i seguenti:
1) Il Fixed Rate è ora 0,05% [dato precedente: 0,15%]
2) Il Marginal Lending Rate è ora 0,3% [dato precedente: 0,4%]
3) Il Deposit Facility Rate è ora -0,2% [dato precedente: -0,1%]

Il seguente grafico mostra molto chiaramente l’ andamento dei precedentemente menzionati tassi da Gennaio 1999 sino ad oggi:

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Il Deposit Rate a –0,2% è un ulteriore tentativo della BCE per scoraggiare le banche a mantenere liquidità presso i suoi conti al fine di favorire la circolazione di moneta ed incoraggiare prestiti e mutui all’ economia reale. Ricordiamo che un deposit rate negativo obbliga gli istituti di credito, che depositano fondi presso i conti della BCE, al pagamento del suddetto tasso. L’ abbassamento del benchmark rate e del marginal lending rate, di fatto, riduce il costo del denaro e quindi è una misura atta a favorire il movimento di capitali ed investimenti. L’ acquisto di covered bonds ed asset–backed securities, invece, è una misura semi–nuova. Perchè semi–nuova? Perchè la BCE, già da molti anni, accetta come collaterale per i prestiti, e quindi come garanzia, tali strumenti. Ciò non ostante, tal programma è sicuramente differente da quanto visto in precedenza poichè la BCE non ha mai provveduto ad acquistare tali prodotti in maniera diretta. Questi tipi di derivati sono strumenti che vengono garantiti da mutui e prestiti fatti nell’ economia reale. In altre parole, sono mutui e prestiti, fatti da istituti bancari a cittadini ed imprese, impacchettati e rivenduti sul mercato (questa definizione è piuttosto superficiale ma rende bene l’ idea). Perchè la BCE ha deciso di acquistare tali prodotti? Il motivo è semplice: sbloccare liquidità per gli istituti bancari. La vendita di tali prodotti porterebbe notevoli benefici al settore bancario e la BCE spera che questo fenomeno, a sua volta, spinga le banche a prestare piú liquidità. Mario Draghi, durante la conferenza, ha fornito ulteriori affermazioni sulla visione dell’ economia Europea:

1) Le riforme strutturali sono di fondamentale importanza per la ripresa e devono essere implementate da ogni singolo governo il piú presto possibile
2) Una mancanza di fiducia sta rallentando la crescita poichè blocca i consumi e non favorisce prestiti ed investimenti
3) Le previsioni per l’ inflazione sono state riviste al ribasso per il 2014 e sono ora pari a +0,6% mentre quelle per il 2015 e 2016 sono state riviste al rialzo: +1.1% nel 2015 e +1,4% nel 2016
4) Le previsioni di crescita del PIL Europeo sono state riviste al ribasso sia per il 2014 che per il 2015: da +1% a +0,9% per il 2014 e da +1,7% a +1,6% per il 2015. La crescita per il 2016 è stata invece rivista al rialzo: da +1,8% a +1,9%
5) I tassi d’ interesse attuali sono nella fascia piú bassa (tal affermazione suggerisce che difficilmente verrano tagliati ancora)
6) Una disoccupazione moderatamente alta ed una crescita lenta sono fenomeni che faranno ancora parte dell’ economia Europea nel medio periodo
Il governatore Draghi ha concluso l’ intervento sottolineando che qualora dovesse essercene la necessità, la BCE non esiterà ad adottare misure non convenzionali al fine di favorire la crescita e mantenere il tasso d’ inflazione in prossimità della soglia del 2%.

 

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