Il Salone Nautico è rinato. Grande successo per la 54esima edizione

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Doveva essere l’edizione dell’ora o mai più e il Salone Nautico ce l’ha fatta, ha superato l’esame

107.000 visitatori, 1.300 prove in mare, 300.000 internauti che hanno interagito sui social network. Sì, il Salone Nautico di Genova è tornato. Certo, non è ancora quello dei fasti negli anni ’80 e ’90, quando era da tutti riconosciuto come l’Appuntamento (la maiuscola è d’obbligo) per eccellenza del Mediterraneo, ma per la prima volta espositori e visitatori si sono trovati d’accordo su un punto: la strada intrapresa è quella giusta. Bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo per digerire e capire il futuro che attenderà la fiera ligure, ma all’indomani della chiusura dei cancelli si respira un’aria frizzante di soddisfazione e appagamento. Perché, al di là dei numeri registrati dagli organizzatori – numeri a cui ci si affida in genere per decretare il successo o l’insuccesso di un evento – la kermesse ha dimostrato una certa vivacità e un coinvolgimento che latitavano ormai da tanto, troppo tempo. Come abbiamo sottolineato più volte, sulla 54esima edizione ricadevano le attese e le speranze della filiera: per molti, dopo la fuga massiccia dalle edizioni precedenti (ancora oggi sono tanti i cantieri e gli espositori che l’hanno disattesa), rappresentava l’ultima chance concessa per dimostrare di essere ancora viva e un polo d’attrazione a supporto dell’economia del mare. E così, per fortuna, è stato.

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Il Salone Nautico di Genova ha aperto i battenti mercoledì 1 ottobre sotto una pioggia fitta, la stessa che ha salutato la chiusura dei lavori. Poi, per tutto il periodo della fiera, un sole abbacinante ha accolto i visitatori provenienti principalmente dall’Italia, anche se non sono mancati francesi, tedeschi, inglesi, russi, americani e perfino asiatici. E a proposito di Estremo Oriente, quest’anno a esporre le proprie barche nel capoluogo ligure sono arrivati i cinesi di Fareast aiutati dal nuovo dealer per l’Italia Seaway. Un cantiere che avevamo conosciuto da vicino l’anno scorso in occasione del Boot di Düsseldorf e apprezzato per il suo racer di 31 piedi.

Mercoledì, come era già nei pronostici, è stata una giornata fiacca: pochi biglietti strappati, poche visite e pochi movimenti fra le banchine. Da giovedì il flusso dei visitatori è andato gradualmente crescendo fino a toccare il picco nella giornata di sabato, quando sono stati registrati circa 25.500 paganti. E qui abbiamo notato una delle criticità del Salone Nautico. Affacciandoci infatti all’ingresso principale di piazzale Kennedy, abbiamo notato file chilometriche di persone in attesa di comprare il biglietto d’ingresso. Tempi di attesa lunghissimi – come peraltro ci hanno confermato i lettori – che le hanno fatte infuriare, ma non scoraggiare. Il tutto, per di più, sotto il sole cocente.

Noi abbiamo “timbrato” il pass il 2 di ottobre. Percorrendo in navetta la sopraelevata per raggiungere la fiera, abbiamo osservato dall’alto e da una posizione favorevole lo spazio espositivo: uno spettacolo la selva di alberi che circondavano le banchine del Marina 1, quest’anno riservato alla vela. Più in là, alle spalle del Palavitelli, la tensostruttura adiacente il Marina 1, l’area riservata ai motoscafi e il Power Village. È stato mantenuto l’enorme muro rosso che avvolge il Padiglione S, chiuso, e accompagna i visitatori all’interno. Vista dall’alto, la fiera è più concentrata, meno dispersiva e, se la volessimo comparare con gli anni d’oro, più povera nonostante siano state esposte 1.000 imbarcazioni di cui 100 novità. E allora un po’ di nostalgia affiora in superficie mentre chiacchieriamo con espositori e visitatori di quello che era un tempo questa manifestazione. Molti dei moli che negli anni passati ospitavano barche d’epoca, cruiser provenienti da tutta Europa, maxi a vela e a motore, sono deserti o semi deserti. Ma questo, oggi, non è importante, come chiosano alla fine dei loro ragionamenti i manager. “Per noi – spiega ad esempio Fabio Planamente, CEO di cantiere del Pardo Spa e rappresentante del comparto vela in UCINA – c’era la necessità di ricevere dagli organizzatori un forte segnale che il salone nautico è vivo e pronto a ripartire. E così è stato”.

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Mediamente gli espositori hanno espresso soddisfazione per questa 54esima edizione e fiducia per quella del 2015. Rispetto al passato, hanno tutti notato e sottolineato i passi avanti mossi dagli organizzatori verso gli espositori: maggiori flessibilità e disponibilità nei loro confronti, più assistenza nella risoluzione di problemi, miglioramento logistico che ha premiato la vela, maggiore visibilità data anche dagli eventi collaterali che hanno animato il parterre. Di contro, però, rimangono profonde lacune nell’organizzazione e nella gestione della fiera nautica, soprattutto nella fase del pre-salone. Diversi operatori hanno sottolineato la confusione e la disinformazione che regnavano sovrane fino a pochi giorni prima dall’apertura della kermesse. Inoltre alcune lamentele hanno riguardato i prezzi ancora troppo alti, soprattutto in un momento cruciale e di stallo economico per tutta la filiera, strozzata da una politica poco lungimirante.

A colpirci soprattutto è stata la nuova e rivoluzionaria impostazione data al Salone Nautico: ancora una volta la vela si è confermata regina indiscussa e traino della manifestazione con le sue banchine che pullulavano di visitatori occasionali ma anche di papabili (futuri) armatori in cerca di una barca. Accanto al centralissimo Marina 1, è stato allestito il Sailing World sotto la tensostruttura conosciuta anche come Palavitelli, un tempo riservata ai motoscafi. In questo spazio espositivo era stato allestito anche un piccolo teatro riservato agli incontri con i grandi nomi della vela, dallo skipper di Luna Rossa Max Sirena al laserista Francesco Marrai e al DT Michele Marchesini, o alle presentazioni di regate divenute ormai dei classici come la 151 Miglia o la Brindisi-Corfù. Alle spalle il Power Village e le banchine riservate ai motoscafi di grandi dimensioni. Quelli a piccolo-medio dislocamento, come battelli pneumatici, sono stati esposti al piano terra del Padiglione B, dove è stato registrato un interessante movimento. Al primo piano invece hanno allestito lo stand aziende di accessoristica come Navico, Furuno, Raymarine, Osculati o Schenker.

Non sono mancate le prove in mare, soprattutto di barche a motore e della FIV che hanno coinvolto 3.000 persone nelle 1.300 uscite programmate. Di queste circa 1.200 erano bambini che hanno potuto assaggiare, anche per la prima volta, il piacere di navigare ad esempio a bordo del 555FIV e Yngling.

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Per la parte sportiva del Salone Nautico di Genova, le classi Melges sono state protagoniste assolute. Da venerdì 3 a domenica 5, infatti, si sono disputate contemporaneamente la tappa conclusiva delle Audi tron Melges 32 Sailing Series 2014 e la prima edizione del Melges Team Race, regata a squadre riservata ai migliori interpreti dei monotipo Audi Melges 20, Melges 24 e Melges 32. Uno spettacolo che ha attirato centinaia di curiosi e appassionati.

Tra gli eventi collaterali quello ha riscontrato particolare interesse tra politici e operatori del settore è stata la nuova proposta avanzata dall’architetto Renzo Piano di un waterfront che guardi a città, porto e nautica. Il progetto, presentato a palazzo San Giorgio, punta a creare una lunga passeggiata sul mare da Levante a Ponente di Genova, dai padiglioni della Fiera fino al porto antico, ottenuta grazie alla demolizione di volumi esistenti (per 48mila metri quadrati).

Durante i giorni della fiera sono stati vissuti attimi di incredulità per la voce di un nuovo periodo per il Salone Nautico: non più all’inizio di ottobre ma a maggio, ovvero quando i cantieri sono in piena attività, impegnati nella costruzione di barche da consegnare entro l’estate e, soprattutto, senza vere novità da presentare al mercato. Dunque alterando la ciclicità di offerta, produzione e consegna del bene. Ieri è arrivata la smentita ufficiale con la pubblicazione delle date per la 55esima edizione: dal 30 settembre al 5 ottobre 2015. Tempo davanti gli organizzatori ne hanno per sopperire alle lacune mostrate nei mesi precedenti la fiera.

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