Roma Città Aperta, Sicura e Inclusiva

Roma Città Aperta, Sicura, e Inclusiva

Le maggiori sigle sindacali e  le organizzazioni del terzo settore Lazio hanno organizzato una fiaccolata per condannare ogni forma di violenza e il recupero delle periferie di Roma

Sono le 18 del 4 dicembre e al termine di un piovoso e buio pomeriggio, tante piccole e tremolanti luci accendono piazza del Campidoglio di Roma e si aggregano in circolo sotto la statua di Marco Aurelio a formare gruppo rumoroso e colorato. Sono le fiaccole della manifestazione organizzata dalle organizzazioni del terzo settore, tra cui le prime firmatarie CGIL, CISL, UIL, CENTRO ASTALLI,  FORUM TERZO SETTORE LAZIO, ACLI, ARCI, LIBERA, FONDAZIONE DI LIEGRO, SANT’EGIDIO, AGCI LAZIO  e SOCIAL PRIDE, riunitesi per esprimere la loro ferma condanna ad ogni tipo di violenza e l’urgenza di avviare, tramite il dialogo sociale, un processo di recupero e riqualificazione delle periferie romane.
Una risposta dal basso alle manifestazioni di intolleranza degenerate nell’ultimo mese in particolare in zone della Capitale come Tor Sapienza, dell’Infernetto, e le altre periferie da troppo tempo abbandonate a loro stesse; zone della città in cui le amministrazioni hanno concentrato la presenza di centri di accoglienza e campi rom aumentando ed esasperando il carico di difficoltà che questi territori già registrano quotidianamente. Contesti e situazioni di disgregazione sociale che gli operatori sociali, i volontari, le associazioni e le cooperative di Terzo Settore, i comitati di quartiere e le parrocchie tentano faticosamente di ricucire senza ricevere sostegni concreti dalla politica.
“L’inclusione sociale dipende dalle scelte politiche sia legislative che amministrative” – dice Gianni Palumbo, portavoce del Forum del terzo settore del Lazio ” – e noi che con le nostre organizzazioni siamo coinvolti direttamente e in prima persona in tutte le periferie romane, nel lavoro a diverso titolo con i residenti, cittadini romani e non, con gli immigrati, i richiedenti asilo, i rom, vogliamo fare sentire la nostra voce, la nostra esperienza e le nostre proposte alle Istituzioni a partire da quelle locali per costruire insieme una città aperta, inclusiva, egalitaria e soprattutto sicura. Chiediamo per questo di avere più potere e finanziamenti ai municipi per poter rispettare il principio di sussidiarietà e favorire più politiche di inclusione sociale nel rispetto della legalità”.
Lidia Borzi, presidente regionale delle Acli, aggiunge: “con questa manifestazione intendiamo prendere le distanze da quelle strumentazioni ideologiche che si sono fatte nelle settimane scorse a proposito degli scontri nelle periferie romane e vogliamo restituire dignità alle nostre periferie e ai loro abitanti. Abbiamo bisogno e chiediamo interventi seri, organici e di ampio respiro.” Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, ricorda di fare attenzione alla ghettizzazione delle periferie con la presenza massiccia di immigrati, richiedenti asilo, ecc. Sono pronto a sedermi a un tavolo per discutere le possibili soluzioni. Ma basta fare polemica”.
La manifestazione prosegue pacificamente, con la piazza piena e partecipe, si susseguono gli interventi dei sindacati, delle altre organizzazioni, chiedono al sindaco Marino interventi che equiparino le periferie alle zone del centro, Roma deve crescere e svilupparsi tutta insieme Tor Sapienza come i fori Imperiali. “Soprattutto in questo momento in cui si sta definendo lo statuto di un nuovo ente locale, la città metropolitana, che può aprire a una nuova possibilità di partecipazione” – continua Eugenio De Crescenzo, vicepresidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane – Lazio  – ” ma abbiamo bisogno di un cambiamento radicale soprattutto in queste ore in cui scopriamo un’assenza di democrazia, di processi di trasparenza nella gestione delle risorse, degli appalti così centrali per noi operatori del sociale. Abbiamo bisogno che la politica riprenda la sua funzione etica, non possiamo più aspettare, il sindaco deve rinnovare la giunta, cambiare le parti forti che influenzano negativamente i processi.”
Alla fine poche, ma chiare richieste: “vorremmo poter assistere a un vero decentramento grazie a questo nuovo ente locale,” – conclude De Crescenzo – “dare più potere ai soggetti politici locali per farli confrontare direttamente con i cittadini per prendere le decisioni. Non limitarsi ad argomenti quali accessibilità e inclusione di immigrazione e disabilità, ma affrontare argomenti come piano regolatore, leve di sviluppo economico, mobilità,… Questi sono gli argomenti sui quali i cittadini devono essere interrogati per dare un contributo. Anche e soprattutto per comprendere che tutti, quale che sia la difficoltà che si affronta come una malattia, assenza di lavoro, perdita di cari, disabilità, dobbiamo trovare la forza di vivere insieme le difficoltà piuttosto che riversarle sui più deboli e prendersi la responsabilità di costruire insieme una città più aperta, civile e inclusiva.”
Presenti alla manifestazione alcuni consiglieri comunali e regionali laziali provenienti dal mondo del terzo settore, che pur non avendo preso la parola in piazza, hanno voluto esserci e metterci la faccia, soprattutto in questi giorni in cui emerge un quadro torbido nel rapporto tra un certo modo di fare politica e affari sulla pelle dei più deboli.

 

(foto di Dario Coppi)

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