La stella di Natale: dal Messico alle nostre case

stella di natale

Per colori e tempi di fioritura questa pianta non poteva non portare questo nome. Tutto quello che c’è sapere sulle origini e non solo

La Euphorbia pulcherrima o Poinsettia è una specie che catturò già nel 1520 l’interesse degli spagnoli, e di Cortez  in particolare, in Messico dove era coltivata dagli Atzechi,  e nota con il nome indio di “cuetzlaxochitl” (i messicani odierni la chiamano “flor de noche buena,”il fiore della notte santa”, che la consideravano simbolo di purezza ed al contempo  emblema del sangue delle vittime sacrificate al Dio Sole. In Messico, in natura, arriva a formare alberelli di 6 metri di altezza e 30 metri quadrati di chioma, un aspetto molto diverso da quello che assume alle nostre latitudini.

La stella di Natale arriva per la prima volta in Europa (per la precisione a Berlino), con l’ esploratore e geografo A.von Humboldt nelle prime decadi del 1800, e gia’ ne 1830 era coltivata nei giardini botanici del Nordamerica da Joel Robert  Poinsett (da qui il nome della pianta), botanico e primo ambasciatore degli Stati Uniti in Messico.

in naturaL’istintiva connessione cromatica con il classico colore natalizio, insieme  al periodo di fioritura coincidente (oltre che prolungato), la rendono impareggiabile come ruolo di festosa decorazione da interni, seconda solo all’ albero di Natale, e che ha oscurato specie di lunga presenza in passato come vischio ed agrifoglio.

Mettiamo però in chiaro una cosa: i veri fiori, sono piccoli, gialli/verdastri e centrali, detti “ciazi” (tipica infiorescenza ramificata delle Euphorbiacee), circondati dalle brattee rosse, che non sono altro che foglie modificate, lunghe anche 15 centimetri. Le vere foglie sono di un verde brillante , alternate, ovato-ellittiche o dentate, a seconda della varietà. Si parla quindi di “falso fiore” in botanica.

Benchè la specie tradizionale sia rossa, negli anni sono state selezionate fino ad oggi oltre 100 varietà con brattee bianche, crema , giallo tenue, rosa pallido ed intenso, fucsia, screziate, variegate e marginate di bianco.

Gli sviluppi più recenti hanno prodotto  piante con brattee anche lanceolate, dentellate, tondeggianti, mentre la versione arricciata, che ricorda una rosa in piena fioritura, sta emergendo come grande protagonista (varietà  “Winter Rose”).

winter rose

La misura classica della specie in vendita, ha altezza media di 40-70 centimetri, anche se esistono forme intermedie (20-35) e giganti al alberello (oltre un metro di fusto principale).

L’utilizzo recente di ormoni nanizzanti ha inoltre prodotto forme più basse ed accestite, come le mini stelle di natale  “miniature” (10-15 centimetri) e gli ibridi giapponesi di Princettia, con tutte le sfumature del rosa.

Cure colturali. La stella di Natale non è in verità specie di facilissima coltivazione:  è pianta fotoperiodica o brevidiurna, fiorisce cioè solo in specifiche condizioni: un determinato numero di ore di luce quotidiana (massimo 8-9), seguite dalle restanti ore di buio completo. Le piante che vediamo in vendita in questo periodo hanno già ricevuto nelle serre questo specifico trattamento nei mesi precedenti, e sono ora  fiorite e quindi pronte alla commercializzazione.

Nelle nostre case vive bene a temperatura comprese tra 16 e 25 C , lontana da caloriferi, sbalzi termici improvvisi e repentini, e luce solare diretta, ma anche da correnti d’ aria (pur preferendo una buona ventilazione ad un’ aria troppo stagnante); se queste condizioni sono estreme nei due sensi, si assiste ad una irreversibile e rapida defogliazione.

Annaffiature moderate, ogni 4-5 giorni, evitando il ristagno nel sottovaso, che potrebbe creare marciumi. E comunque solo quando il terriccio risulta asciutto al tatto. Maculature scure sul fogliame sono comunque indice di troppa acqua.

Finito il periodo invernale, una volta cadute le foglie, andranno potati tutti i rami a circa metà della loro altezza, e  verso aprile-maggio può essere portata all’aperto (ma mai al sole diretto), e rinvasata in un contenitore di diametro poco superiore al precedente, usando un terriccio specifico per piante fiorite, meglio se un po’ acido e torboso, ed avendo l’ accortezza di usare un concime liquido diluito nell’acqua di annaffiatura una volta al mese fino ad ottobre, quando sarà il momento della reintroduzione in casa.

La propagazione avviene per talea, da prelevare nel periodo estivo.

Multi colore
Multi colore

Va comunque ricordato che sono piante potenzialmente coltivabili all’aperto nel nostro meridione, l’ importante è che la temperatura non scenda mai sotto i 10 C, specie  quando la pianta è giovane. Notevoli  alcuni esemplari delle coste pugliesi, calabresi e siciliane, mentre in Sud Africa e nelle Isole Canarie , viene impiegata come siepi in parchi e giardini.

Prestate attenzione al suo lattice biancastro, ricco di triterpeni, contenuto in tutte le sue parti; se inavvertitamente si rompe una foglia o un fusticino, si vedrò la fuoriuscita di questo liquido appiccicoso, che risulta tossico ed urticante; l’ingestione volontaria della linfa può provocare nausea, vomito e diarrea.

Se ci sono bambini piccoli o animali domestici curiosi nelle vicinanze, sarà prudente collocare la pianta fuori dalla loro portata.

Curiosità:

– è pianta attualmente studiata  dalla Nasa perché sembra sia in grado di rimuovere vapori chimici e nocivi dai piccoli ambienti chiusi

– i rami possono essere anche usati come fiori recisi, con l’ accortezza, dopo, il taglio, di bruciare la base dello stelo al fine di fermare la fuoriuscita del lattice; in alternativa si può cospargere la superficie esposta al taglio con cenere o polvere di carbone di legna

– dati statistici (2012) segnalano la vendita di 20 milioni di esemplare/anno , solo nel nostro paese, che arriva alla cifra record di 100 milioni se esteso a tutta l’ Europa

– nel linguaggio floreale, essa simboleggia il rinnovamento e la speranza

 

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