Pino Ammendola in “A Natale divento gay”

pino ammendola

Grande successo per la commedia degli equivoci di Pino Ammendola in scena fino al 18 gennaio al Teatro Ghione di Roma

Lo avevamo conosciuto e apprezzato tantissimi anni fa al Teatro Manzoni quando, insieme all’amico Nicola Pistoia, portò in scena due commedie che divertirono la platea, “Stregati dalla luna” e “Coppie in multiproprietà”. Oggi abbiamo ritrovato Pino Ammendola al Teatro Ghione impegnato in una nuova fortunata avventura con “A Natale divento gay”. Fortunata perché il sold out delle prime repliche ha spinto l’eclettico napoletano, d’accordo con il teatro capitolino, a prolungare le rappresentazioni di altri quattro giorni. La commedia sarà infatti in scena fino al 18 gennaio.

Come ormai ci ha abituato da tempo, anche in questo nuovo spettacolo l’autore, attore e regista partenopeo si è divertito a giocare sui temi di stringente attualità, mettendo in ridicolo l’ipocrisia dominante e il nonsense di taluni preconcetti grazie a una sapiente costruzione dei personaggi, a una regia attenta e dinamica e ad alcuni espedienti tipicamente teatrali: l’equivoco e la tecnica dei contrasti.

Dopo aver tratteggiato i quattro protagonisti in modo caricaturale, ognuno vittima innocente e maliziosa della propria visione distorta della realtà, Pino Ammendola fa emergere i punti critici, le storture e la ristrettezza mentale di questa nostra contemporaneità nei confronti dell’omofobia. Dell’ “altro”, del “diverso da noi” visto come pericolo e minaccia alla solidità (quanto mai precaria) di questa società. I loro punti di vista sono opposti e inconciliabili, ma solo apparentemente, perché sono pronti a “vendersi” pur di conseguire il proprio obiettivo: un’eredità, la corrispondenza di un amore, la sistemazione economica o la cancellazione di un debito.

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Ci divertiamo anche noi a osservare dalla platea questo agitarsi spasmodico e confusionario dei personaggi, ognuno mosso dai propri interessi che a tratti potrebbero apparire biechi quando invece, a ragion veduta, sono solo vittime inconsapevoli dei propri sentimenti. E a dimostrarcelo è il finale a sorpresa, tutto da gustare.

Le contaminazioni dello spettacolo “A Natale divento gay” sono diverse, anche in ambito cinematografico, a iniziare da “Il Vizietto” di Edouard Molinaro per finire a “In&Out” di Frank Oz. In quest’ultimo caso ritroviamo, per esempio, il ricorso del professore a un video tutorial seppur per scopi diversi: nel film Kevin Kline se ne servì per testare la propria omosessualità, in questo caso i due insegnanti, Peppino ed Ercole, lo proiettano per capire come il “mondo dei gay”.

Ammendola, da profondo conoscitore qual è della tradizione comica di Napoli e Roma, costruisce la sua commedia esasperando volutamente gli aspetti caratteriali dei napoletani e dei romani, deridendone atteggiamenti, consuetudini, la cocente superficialità e il lato da Azzecca-garbugli di manzoniana memoria. Solamente una figura spicca per i suoi tratti poco “veraci”, per l’uso di una lingua dialettale poco marcata e per un certo savoir-faire : è Annalisa Favetti, la quale interpreta la segretaria della scuola dove insegnano Pino Ammendola e Massimo Corvo.

La coppia Ammendola-Corvo è a dir poco esilarante. I due attori si sono trovati perfettamente in sintonia e questo ha permesso di dar vita a scene divertentissime, dal ritmo incalzante e dal sicuro effetto comico. Ci ha piacevolmente stupito la giovane Emy Bergamo, già incontrata al Tirso de Molina nella versione di Pietro Romano del “Malato immaginario”. In quella occasione la sua interpretazione era stata un po’  “soffocata” dall’esuberanza dell’attore romano e di Nadia Rinaldi. Ieri, invece, la Bergamo ci ha convinto con la sua simpatia e il suo essere frizzante. In questo quintetto non hanno sfigurato neanche Annalisa Favetti e lo zio d’America Libero Sansavini.

Peppino è un impenitente donnaiolo di mezza età con una giovane fidanzata gelosa quanto ‘burina’. Non è ricco ma confida in uno zio che ha fatto fortuna in America con una catena di pizzerie e che ha promesso di cedergli la sua lucrosa attività per ritirarsi. C’ è un solo piccolo neo nel suo piano… Ha fatto credere allo zio di essere gay  esattamente come lui. Comunque  la sua vita scorrerebbe tranquilla se non fosse che a Natale lo zio arriva a Roma per conoscere il suo compagno e benedire la loro unione. Inutile dire che Peppino sarà costretto a convincere un amico di fingersi il suo compagno. Questo scatenerà una serie di esilaranti equivoci ed un finale assolutamente imprevedibile.

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