L’eterno secondo del Festival di Sanremo

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A una settimana da Sanremo non saliamo sul carro dei vincitori e ci concentriamo su chi ha collezionato più medaglie d’argento alla kermesse canora

Il Festival della canzone italiana è l’evento nazional popolare per eccellenza, quello più atteso, discusso, commentato, twittato, televotato e criticato. Ma, soprattutto, è quello più pronosticato.

Arrivare primi al Festival di Sanremo è uno dei traguardi più ambiti. Vi siete però mai chiesti come si sente un secondo classificato? Prevarrà la felicità di salire comunque sul podio o la frustrazione di essere stati a un passo dalla vittoria? Di certo, spente le luci sul palcoscenico dell’Ariston, ogni artista è colto e travolto da un raptus ancora più “pericoloso”, quello dei passaggi in radio e delle vendite. Un’altra corsa, un’altra rincorsa al successo che, neanche troppo paradossalmente, potrebbe spingere i cantanti fra le braccia – anzi, sarebbe più corretto scrivere sul lettino – di uno psicanalista.

palco sanremo

E allora, per una volta, proviamo a scrivere non dei vincitori ma degli eterni secondi. Di quei grandi collezionisti di secondi posti che la storia troppo facilmente dimentica. Che peccato quindi non poter interpellare il collezionista per eccellenza di secondi posti sanremesi Toto Cutugno. Lui si che ci avrebbe potuto raccontare cosa si provi a detenere tale record: su 15 partecipazioni al Festival ben 6 secondi posti. Numero destinato a salire fino a 7 se vogliamo contare anche il secondo posto di Luis Miguel nel 1985 con “Noi ragazzi di oggi” per il quale  Cutugno scrisse la musica.

D’altro canto, però, bisogna riconoscere al mitico Toto il fatto di essere arrivato solamente dietro a brani che hanno fatto la storia della musica leggera italiana come “Ci sarà” di Albano e Romina, “Si può dare di più” di Tozzi, Morandi, Ruggeri, “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri, “Ti lascerò” di Fausto Leali e Anna Oxa, “Uomini soli” dei Pooh e “Angelo” di Francesco Renga; forse non è poi così male la medaglia d’argento.

E i vincitori morali? Chi sono realmente? Quelli umiliati dalla critica e amati dal pubblico? O, viceversa, quelli che ricevono il premio della critica ma non vendono? O peggio ancora, quelli che nei pronostici salgono sempre sul carro dei vincitori ma che poi invece vengono eliminati alla prima serata? No, i vincitori morali sono Albano e Romina, Loredana Berté, Luisa Corna, il fratello di Liga, gli amici di Maria, qualche rapper e tutti quei “big” che ogni anno ci provano e che ogni anno vengono esclusi.

albano e romina

Dunque, facendo il punto della situazione tra primo, secondo, terzo posto, premio della critica, premio alla carriera, premio del sindaco, i fiori della città di Sanremo, premio della Regione Liguria, le offese dei critici che si trasformano in dischi d’oro e di platino, i vincitori morali e quelli che almeno al Festival ci sono arrivati, chi è stato realmente funestato dalla maledizione sanremese? È chiaro, lo sono i Jalisse che, con la loro “Fiumi di parole”, hanno vinto l’edizione del 1997. Primo posto che è forse il più discusso e polemizzato nella storia di tutti i festival del mondo e forse, col senno di poi, loro sì che avrebbero tanto aspirato a uno dei secondi posti di Cutugno.

Toto Cutugno al Festival di Sanremo 1983 con L’Italiano non vince, ovviamente.

A proposito di Toto, ci teniamo a tranquillizzarvi: un Sanremo lo ha vinto anche lui nel 1980 e nel 2013 è stato invitato come Super Ospite per cantare “L’italiano” accompagnato dal Coro dell’Esercito Russo. Paradossi italiani…

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