Il 13 febbraio 1861 fu firmato l’armistizio che pose fine all’assedio di Gaeta da parte dei piemontesi guidati dal generale Cialdini, che segnò la sconfitta dei borbonici e di fatto la fine del Regno delle due Sicilie.
Nel settembre del 1860 il re Francesco II di Borbone lasciò Napoli per trasferirsi a Gaeta. Per contrastare l’attacco dei piemontesi nella città vi erano 16000 soldati, circa 1000 ufficiali ed erano stati preparati 300 cannoni e 5 navi da guerra. L’assedio iniziò il 13 novembre 1860 e proseguì con alterne vicende fra i borbonici e i piemontesi fino a quando si diffuse un’epidemia di tifo. Il generale Cialdini alla guida dei piemontesi organizzò l’assalto finale bombardando le mura di Gaeta. Le vittime fra i borboni furono più di 800 e 46 fra i piemontesi. Per porre fine alla carneficina, l’11 febbraio Francesco II chiese di negoziare la resa. Il 13 febbraio 1861 alle 18:15 fu firmato l’armistizio. Francesco II e la sua corte si imbarcarono per andare in esilio a Roma e il generale Cialdini issò il tricolore del Regno d’Italia, ponendo fine al Regno delle due Sicilie.