Bond, James Bond: tutti i volti dell’agente 007

cover bond ok

Il 24° film dell’agente segreto più famoso del mondo fa tappa a Roma. Sei decenni di carriera di un Mito

24 episodi ufficiali compreso quello in lavorazione, più un pugno di apocrifi a cavallo tra grande schermo e tv; sei interpreti entrati, ognuno a modo proprio, nell’immaginario collettivo; milioni di fan in tutto il globo; un impatto socio-culturale che non accenna a diminuire nemmeno dopo mezzo secolo.

La saga più longeva della storia del cinema sbarca a Roma. Dal 19 febbraio al 12 marzo, il lungotevere, l’Eur e il Nomentano ospiteranno le riprese di “Spectre”, il nuovo film di James Bond, nei cinema a novembre 2015, protagonista per la quarta volta Daniel Craig. Alla regia confermato Sam Mendes, dopo il successo di “Skyfall”. Lo sguardo cupo e sardonico del regista premio Oscar per “American Beauty” si combina perfettamente con lo 007 sgualcito e di basso profilo di Craig. Nel 2006, l’attore inglese ha dato nuova linfa al personaggio, impersonando un agente segreto agli inizi, coraggiosissimo ma fortemente inesperto e sprovvisto della licenza di uccidere a due zeri, in “Casino Royale”.

Indistruttibile, imbattibile, l’agente “al servizio segreto di Sua Maestà Britannica” continua ad attraversare tutte le fasi storiche da ormai sei decenni. Nel 1952 scaturisce dalla fantasia dell’ex-funzionario di intelligence Ian Fleming. Per il personaggio, lo scrittore è in cerca di un nome grigio e noioso e lo ruba all’autore di un manuale di ornitologia. In poco tempo, James bond diventa uno dei protagonisti della letteratura poliziesca. Dopo la guerra, con il ritiro dalla Palestina e la sconfitta di Suez, per il Regno Unito è iniziata una lunga fase di eclissi e decadenza politica nell’ombra di Usa e Urss. Bond è al tempo stesso prodotto e antidoto di questa decadenza. Con gli anni ’50 si conclude l’epoca vittoriana e del prestigio imperiale britannico. Nasce una controcultura con forti componenti trasgressive nella moda, nello spettacolo, nella musica che, negli anni’60, farà di Londra una delle città più glamour e gettonate dal turismo giovanile di tutto il mondo. Di questa ondata di modernità scioccante, la spia più famosa del mondo è protagonista assoluto, con la sua epocale disinvoltura nel maneggiare sesso, alcol e violenza.

ian fleming
Ian Fleming

 

Nel 1954 James Bond ha fatto una fugace apparizione nella serie tv americana “Climax”, interpretato dall’attore Barry Nelson. Non ha niente dello 007 che conosciamo. È addirittura un agente della Cia.

 

Sbarca invece sul grande schermo nell’ottobre ‘62, in piena crisi di Cuba, con “Dr. No”, da noi “Agente 007 – Licenza di uccidere”. I due produttori, l’italo-americano Albert “Cubby” Broccoli e il canadese Harry Saltzman, hanno fondato la EON appositamente per rilevare i diritti dei libri di Fleming. Il regista Terence Young è uno dei campioni del nuovo cinema britannico, molto esperto di nuove tendenze. Dopo il rifiuto di vari attori importanti, nel ruolo principale riesce a piazzare un suo amico, un giovane scozzese di origini irlandesi, Thomas Connery, in arte Sean.

Il carisma inimitabile del protagonista, le sfolgoranti bellezze femminili, l’inconfondibile tema musicale di Monty Norman, l’esotismo, l’azione, l’ironia, i registri narrativi assolutamente innovativi decretano da subito un grande successo. I produttori hanno l’ottima intuizione di spogliare i film da tutte le implicazioni politiche da guerra fredda presenti nei libri. Il nemico di Bond è solo la Spectre, organizzazione criminale interessata poco alla politica e molto al profitto.

007 è indubbiamente un tombeur de femmes ma c’è un’ombra di pregiudizio nel presunto maschilismo che gli viene attribuito: le donne di Bond sono tutt’altro che dei soprammobili da collezionare. Quasi sempre si conquistano spazi di primo piano, spesso sono motore della trama e dimostrano più carattere di molti uomini. Per tutte, le “Bond-girls” del primo episodio: Ursula Andress ed Eunice Gayson.

'DR NO', 1962 Sean Connery, Ursula Andress
Ursula Andress – Sean Connery

 

Nel frattempo esce il primo film non ufficiale, estraneo cioè alla serie prodotta da Saltzman e Broccoli con la Metro Goldwin Meyer. “James Bond 007 Casinò Royale” (1967) è una produzione molto ambiziosa. Vorrebbe essere una parodia, con David Niven nel ruolo di uno 007 richiamato in servizio dalla pensione. Nonostante l’impegno economico, il film non riesce a gestire un cast impressionante (Peter Sellers, Woody Allen, Ursula Andress, William Holden, Jean-Paul Belmondo, Barbara Bouchet, John Huston, Jacqueline Bisset, addirittura Orson Welles e altri) e cade preda del caos e dei litigi. Cambiando cinque registi, si traduce in un disastro cinematografico completo.

Dopo il quinto film, “Si vive solo due volte”, c’è il primo tentativo di Connery di lasciare. Lo sostituisce il semi-sconosciuto attore e indossatore australiano George Lazenby in “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà”. Il protagonista è indubbiamente spaesato ma paradossalmente il risultato è uno dei migliori titoli in assoluto, con il cattivo forse più incisivo dell’intera saga: l’Ernest Stavro Blofeld di Telly Savalas. Inoltre, Lazenby è lo 007 che si sposa, rimanendo vedovo subito dopo. Il nuovo Bond avverte un certo senso d’inferiorità verso l’illustre predecessore, che lo porta clamorosamente a rifiutare l’occasione d’oro della carriera: il contratto da sette film che i produttori gli offrono.

Dopo la fulminea rentrée di Connery in “Una cascata di diamanti” (1971), inizia l’era di Roger Moore, il più duraturo tra gli 007 “ufficiali”. Il 45enne (sic) divo delle serie tv “Il Santo” e “Attenti a quei due” cambia fortemente rispetto alla natura tenebrosa del personaggio. Nasce uno 007 molto più brillante e acrobatico, dalla battuta pronta e sicuramente più a suo agio con le donne e il Martini che con la violenza. Esordisce con “Vivi e lascia morire” (1973), ambientato nel mondo del voo doo e della magia nera. Cadenzata dalla leggendaria colonna sonora di Paul McCartney, la pellicola è fortemente influenzata dalla “blaxploitation”, il genere underground destinato al pubblico afro-americano, interpretato da attori di colore. Molte barriere razziali non sono ancora cadute e, sul set a New York, uno stuntman nero pensa bene di fare un salto a mettere benzina a un’auto di scena. Bloccato dalla polizia su una Cadillac nuova fiammante, viene immediatamente arrestato. Chiarito l’equivoco, l’uomo viene liberato ma della macchina non si saprà più nulla.

jbbr_roger_moore_Bond_pose_xl
Roger Moore

 

 

Come si dice però: “Mai dire mai”. L’ex-socio di Fleming Kevin McClory, dopo una lunga disputa legale ottiene i diritti di sfruttamento cinematografico del romanzo “Thunderball” e li usa per produrre un film di 007 in proprio. E nel 1983 è Sean Connery in persona il protagonista di questo nuovo Bond apocrifo, senza i soliti attori di contorno né la musica di rito. Il film entra però di prepotenza nell’immaginario dei fan, grazie anche alla presenza di Kim Basinger e alla colonna sonora di Michel Legrand.

L’era Moore si conclude nei tardi anni ’80, quando entra in scena il Bond più vicino all’originale letterario: Timothy Dalton. In un’epoca di forti sconvolgimenti storico-politici però, l’agente al servizio segreto di Sua Maestà Britannica sembra aver perso il suo posto nel mondo.

Nel 1995, quando la polvere del Muro di Berlino si è ormai posata, James Bond torna alla ribalta con la fortissima autoironia di Pierce Brosnan in “Goldeneye”. Gli intrighi spionistici non sono più un affare tra grandi potenze ma tra organizzazioni mafiose. E 007 ora prende ordini da una donna: la “M” Judi Dench. Brosnan è 007 per quattro volte ma le ultime non sono esattamente memorabili. Sulle ultime sceneggiature ironizzerà egli stesso.

Bond risorge dunque per l’ennesima volta nel 2006 con “Casino Royale”, con le fattezze del ruvido novizio alle prime armi e con molto da imparare Daniel Craig, diretto dallo stesso regista che undici anni prima produsse la svolta di Brosnan: Martin Campbell.

Oggi, dopo “Quantum of Solace” e “Skyfall”, per Bond-Craig l’apprendistato è finito. L’MI6, il servizio segreto britannico, è risorto dalle proprie ceneri dopo l’attacco del terrorista Javier Bardem. In “Spectre”, il capo è di nuovo un ex-militare (Ralph Fiennes), nella sua anticamera c’è la fedele (e innamorata) segretaria Moneypenny e tutti i giocattoli super-tecnologici da usare in missione sono forniti dal geniale Q (che non è più un veterano dai capelli bianchi ma un 20enne con gli occhiali). 007 sembra tornato definitivamente quello di una volta. Fino alla prossima resurrezione.

James Bond 007 Movie Theme Music

.

 

Tag

  • 007
  • cinema
  • daniel craig
  • George Lazenby
  • James Bond
  • openmag
  • pierce brosnan
  • roger moore
  • sean connery
  • Timothy Dalton

Potrebbe interessarti: