Lillo&Greg: “La fantastica avventura di Mr Starr”

Lillo&Greg tornano nel teatro romano portando in scena una commedia che, se da una parte convince per l’impianto scenico, dall’altra lascia perplessi per la diegesi

Scorrendo la lista dei credit al nuovo spettacolo di Lillo&Greg in scena al Teatro Olimpico di Roma fino all’8 marzo, quasi non ci si crede. Una quarantina di persone, infatti, è stata coinvolta per mettere in piedi una pièce che sicuramente vi stupirà per effetti speciali e il ricorso alla tecnologia impattante nelle ambientazioni originali e al di fuori della normalità. È una nuova forma di teatro sperimentale a cui è approdato il regista Mauro Mandolini nel mettere in scena la nuova esilarante peripezia del duo comico romano “La fantastica avventura di Mr Starr”. L’hanno battezzata “cinema teatrale o teatro cinematografico”, proprio a sottolineare il vincolo fra le due arti. In questo la compagnia ha sicuramente brillato.

A non convincerci del tutto, invece, è la storia che Lillo&Greg  hanno messo in piedi. Una storia che ci è sembrata evanescente, uno strumento piegato per fini comici o un mero contorno alla sequela di gag e sketch irriverenti a cui la coppia ci ha piacevolmente abituato. Quindi, alla classica domanda che tutti si fanno prima di acquistare i biglietti per un loro spettacolo “Si ride? Ci si diverte?”, la risposta non può che essere scontata. Si ride – e lo si fa con gusto – grazie alla penna di Claudio “Greg” Gregori che ha disegnato personaggi farseschi e strampalati e situazioni al limite del surreale e del paradossale.

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Ci sono i momenti di stallo, di caduta del ritmo, in cui la commedia solleva diversi punti interrogativi. Ma questo è inevitabile: è difficilissimo riuscire a mantenersi sullo stesso livello per oltre un’ora e mezza quando alle spalle manca un impianto solido, ovvero la storia e una sua costruzione più attenta e disciplinata. La storia…L’invitata d’onore di qualsiasi spettacolo o libro. Al Teatro Olimpico, invece, è rimasta relegata ai margini della platea, senza prendere parte alla festa che si è invece consumata sul palcoscenico. E questo ha comportato l’inevitabile disattenzione dello spettatore che ha faticato ad arrivare fino in fondo.

Non posso azzardare l’ipotesi che si tratti di metateatro seppur nelle sue forme più estreme. Di certo è un viaggio dove reale e surreale si accavallano in continuazione, dove lo spaesamento dello spettatore segue di pari passo quello del protagonista Gorabel grazie a una serie di artifici scenico-letterari e dove il tempo è un luogo e lo spazio un sogno. Perché a comandare l’azione scenica è quella sulfurea “Quinta dimensione”, ovvero un omaggio parodico al cinema e alla grande letteratura di genere.

La vera scintilla dello spettacolo, il tanto atteso sprint, ruota intorno al dialogo fra Gorabel (Pasquale Petrolo, in arte “Lillo”) e il grande Namrepus (provate a leggere il nome al contrario), interpretato da Greg: è il momento in cui il gran sacerdote spiega allo sfortunato protagonista l’origine dell’universo e delle religioni, superstizioni (se ne vogliamo dare una lettura alla Lucrezio del “De rerum natura”) e filosofie. Tutte accomunate dall’inspiegabilità, se non proprio insensatezza, di alcuni riti, tradizioni e dogmi. È questo il momento più alto della pièce, trattato sempre con umorismo cinico e dissacrante che hanno reso Lillo&Greg i nuovi mattatori nel panorama della commedia italiana.

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Dunque “La fantastica avventura di Mr Starr” è uno spettacolo controverso perché, se da una parte convince per l’impianto scenico nel suo complesso, dall’altro lascia un po’ perplessi dal punto di vista diegetico-narrativo: lo spettacolo rimane diviso fra l’aspirazione a essere qualcos’altro dal solito e la volontà/necessità di portare avanti quello stesso stile comico che ha reso amato e apprezzatissimo il duo comico Lillo&Greg.

TRAMA Mr. Starr è un uomo prigioniero in un luogo lontano nel tempo e nello spazio.

Un bizzarro Gran Sacerdote lo vuole vittima sacrificale per il Sacro Viaggio, ma Mr. Starr si oppone. Egli non sa come, quando e perché sia arrivato lì. Sa soltanto che tutto è iniziato quella stessa mattina, il giorno del suo cinquantesimo compleanno, mentre era intento nei preparativi della festa. Poi aveva ricevuto quello strano regalo: un libro in codice. Il defunto nonno, famoso archeologo, aveva predisposto che lui lo ricevesse proprio in quella fatidica data. Da quel momento è iniziata la sua avventura in mondi sconosciuti, tra incontri assurdi e personaggi fuori da ogni schema possibile.

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