Teatro Due, in scena il sociale

Continua la fortunata rassegna teatrale “A Roma!, A Roma!” nel teatro romano che vede ora la messa in scena dello spettacolo “Adesso che hai scelto” di e con Mimmo Sorrentino

Sarà in scena al Teatro Due di Roma, dal 24 al 26 febbraio, “Adesso che hai scelto” di e con Mimmo Sorrentino. Lo spettacolo rientra nella rassegna “A Roma!, A Roma!” prodotta dal teatro romano con la direzione artistica di Francesca De Sanctis. Un’opera di narrazione estremamente coinvolgente e interattivo dall’elevato valore sociale e testimoniale.

Detenuti, studenti, anziani, rom, malati terminali, giudici, vigili del fuoco, tossici, casalinghe, stranieri, attori, medici, commercianti ambulanti. Mimmo Sorrentino sceglie di raccontare le loro storie, prima per 24 settimane il sabato pomeriggio al programma di Radio 3 “Piazza Verdi”, poi a teatro.

Foto2LucianoPaselli

5.040 spettacoli possibili irripetibili il cui finale sarà deciso dal pubblico presente in sala coinvolto in maniera esclusiva e determinate per l’andamento dello spettacolo stesso, poiché chiamato a votare i racconti divisi in tanti gruppi tematici.

Racconti irripetibili perché pubblico e spettacolo coincidono. “Per cui ad ogni pubblico il suo spettacolo.

Queste le parole di Mimmo Sorrentino: “Non potendo raccontare tutte le storie ogni sera, ho elaborato uno spettacolo con 5040 possibili combinazioni diverse. Con questo criterio sono abbastanza certo che racconterò prima o poi di ognuna di loro. “Adesso che hai scelto” è anche uno spettacolo sulle ragioni che ci spingono a scegliere qualcosa piuttosto che un’altra. Una persona piuttosto che un’altra. Ed è uno spettacolo che ha l’ambizione di far nascere nel pubblico un desiderio: il desiderio di scrivere una poesia, che altro non è che la lingua con cui raccontiamo ciò che accade dentro di noi. … La lingua per dire il nostro desiderio. Il nostro amore”.

“Adesso che hai scelto” non è teatro di narrazione, ma la narrazione del teatro. La narrazione del teatro non richiede in primis attori, ma testimoni. Narrare il teatro, almeno nel mio caso, vuol dire dare una testimonianza della vita e del desiderio che la fa muovere.

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