Muore lo scrittore Ippolito Nievo

ippolito nievo

Il 4 marzo 1861 morì lo scrittore italiano Ippolito Nievo a seguito del naufragio dell’imbarcazione che lo avrebbe portato da Palermo a Napoli in qualità di colonnello dei Mille

Ippolito Nievo, figlio di un magistrato e di una nobildonna, fu spronato dal nonno ad avvicinarsi alla letteratura. Negli anni giovanili si dedicò dunque alla scrittura di componimenti poetici soprattutto di tema amoroso. Colpito dai moti rivoluzionari del 1848, si avvicinò alla politica e intraprese una collaborazione giornalistica con la rivista milanese “Il Caffè”. Dopo la laurea, per compiacere la famiglia, cominciò a lavorare presso lo studio di un notaio. Nel frattempo continuò la sua attività di pubblicista e a partecipare ai circoli politici. Nel 1857 si dedicò alla scrittura della sua opera più nota, il romanzo “Le confessioni d’un italiano”, che però fu pubblicato soltanto dopo la sua morte. Nel 1859 si unì ai Cacciatori delle Alpi garibaldini e nel 1860 si arruolò fra i Mille che il 5 maggio salparono da Quarto. Per i suoi meriti nelle battaglie di Calatafimi e Palermo divenne colonnello. Fu proprio in queste vesti che dovette imbarcarsi alla volta di Napoli per consegnare documenti importanti. Ma la “Ercole” naufragò e i suoi passeggeri morirono tutti. Il cadavere di Nievo non fu mai ritrovato. Il suo romanzo, che offre uno spaccato della storia che va dalla campagna di Napoleone in Italia ai moti del 1848, fu pubblicato nel 1867.

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