Spiazziamoli, dal Colosseo alla periferie contro la mafia

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Nel centro di Roma il grande gioco “Mammamafia” dell’associazione daSud per denunciare l’economia e il welfare dei clan

Fino a qualche tempo fa, forse mesi, una manifestazione contro la mafia a Roma sarebbe risultata insolita a molti. Perchè la mafia o le mafie vengono ancora considerati dalla maggioranza degli italiani come un fenomeno legato al Sud, mentre al centro e al nord i casi di attività legati alla criminialità organizzata vengono visti come atti isolati, ma quando si tratta di mafia non esistono casi isolati. Cosa nostra, la  ‘ndragheta e la  camorra vivono di rapporti, di intrecci, e fanno dell’organizzazione il loro modus operandi. Le mafie hanno come scopo il profitto e per raggiungerlo hanno bisogno, con le buone o con le cattive, di due categorie tra tutte: politici e imprenditori. La cronaca ci dice che in alcune regioni, apparentemente fuori pericolo come ad esempio la Lombardia, la mafia è presente anche se invisibile, non la incontri per strada come accade a Palermo o Napoli. L’inchiesta di dicembre legata a Mafia Capitale ha generato uno strappo, soprattutto nei romani, che sono assefuatti da decenni a tutti i vizi della cattiva politica, alle auto blu, ma di certo non si aspettavano di ritrovarsi in casa un sistema di potere criminale che aveva rappresentanti nelle istituzioni e nelle cooperative sociali.

La mobilitazione di Spiazziamoli nasce con l’intenzione di non far spegnere i riflettori su illegalità e corruzione . In più di 50 piazza di Roma il 6 – 7 marzo diverse associazioni e cittadini si sono ritrovati in assemblee, momenti di confronto e iniziative. Tra le associazioni promotrici troviamo daSud, che da 10 anni si occupa di antimafia e identità meridionale.

Incontriamo i ragazzi dell’associazione daSud sabato mattina in centro, il Colosseo è infatti una delle piazze di Spiazziamoli. Tra migliaia di turisti impegnati nelle foto ricordo di rito prima dell’entrata nell’Anfiteatro Flavio, oltre l’arco di Costantino, qualcosa si muove, sono due grossi dadi. Un vero e proprio gioco da tavolo, simile a un Monopoli versione extra large è stato predisposto: è il Mammamafia.

Così a turno i giocatori, tra i quali diversi turisti, hanno impersonato i 5 personaggi: il Trafficante, il Colletto Bianco, il Palazzinaro, il Signore delle Slot e l’Imprenditore Sociale, utilizzando dadi e carte abilità per conquistare il territorio della città.

“Mammamafia è in origine il nome di un dossier che daSud ha realizzato nel 2014,  mesi prima di Mafia Capitale”,  ci dice Lorenzo Misuraca giornalista e membro dell’associazione daSud. “Nel dossier si documenta il welfare mafioso, di come la criminalità organizzata a Roma si sostituisca nei quartieri periferici, alle istituzioni, garantendo un reddito, arruolando manovalanza da utilizzare per  traffici illeciti.” Lorenzo ci spiega che daSud è attiva su Roma dal 2009,  anche se la storia criminale della Capitale ha origini lontane, e neppure un anno come il 2011, dove si sono contati 40 omicidi di mafia, ha fatto aprire gli occhi ai romani. “Mafia Capitale ha avuto il merito di accendere i riflettori sul sistema di intreccio tra mafiosi e uomini delle istituzioni di tutti gli schieramenti. Iniziative come il gioco Mammamafia hanno lo scopo di coinvolgere le persone, in particolar modo adolescenti e giovani, utilizzando un metodo provocatorio e dissacratorio. Con Spiazziamoli associazioni come la nostra e Libera presentano a un pubblico più ampio i temi e le inizative sulla legalità che quotidianamente affrontiamo, ci siamo fatti collettori delle istanze per concretizzarle in giornate come questa.”

 di Salvatore Migliore

 

 

A Torpignattara la lotta alla mafia parte dal Parco intitolato al partigiano Giordano Sangalli. Alla fine degli stand del Mercato Contadino dell’Agro Romano, organizzato ogni sabato mattina, si distinguono i banchetti della “Piccola biblioteca Alessandrina” allestita in occasione della manifestazione Spiazziamoli. La “piccola biblioteca” non è un luogo, è un momento di condivisione, un momento in cui prendere un libro gratis in un parco di periferia, luogo di incontro e comunità, può diventare un atto di lotta all’illegalità. Perché la cultura è antimafia.

Sempre tra gli eventi di Spiazziamoli, una passeggiata accanto alla storia dell’Acquedotto Alessandrino crea la giusta atmosfera per la “lotta”: passeggiare significa riappropriarsi di quei territori che altrimenti andrebbero in mano a ben altre organizzazioni. In uno scenario familiare, tra gli abitanti del quartiere e chi è stato richiamato in zona dalla manifestazione, la passeggiata e la storia dell’Acquedotto creano unione in nome della legalità anche in periferia.

di Cristina Panzironi

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