11 Aprile, arrestato Bernardo Provenzano

L’11 aprile del 2006 Bernardo Provenzano fu arrestato in una masseria del Corleonese; era latitante dal 1963.

Nato a Corleone il 31 gennaio 1933 da una famiglia molto povera, Bernardo Provenzano fu il terzo di sette figli. Abbandonò la scuola (non finì la seconda elementare) e fu mandato a lavorare insieme al padre come bracciante agricolo, periodo durante il quale iniziò attività illegali, e insieme a Salvatore Riina, si legò al mafioso Luciano Liggio, che lo affiliò alla cosca mafiosa locale. Nel 1963 fu emanato un mandato di cattura contro di lui per l’omicidio del mafioso Francesco Paolo Streva ex luogotenente di Michele Navarra, e fu in quell’occasione che Provenzano diede avvio alla sua lunga latitanza. All’inizio degli anni Ottanta Provenzano approda ai vertici di Cosa nostra, dopo che con Riina scatenò la cosiddetta “seconda guerra di mafia”, per eliminare i boss rivali.  Boss incontrastato della mafia, era ricercato da mezzo secolo dai reparti speciali di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Sin dal 1958, anno in cui venne arrestato per la prima volta, non esistevano più sue foto, poi con l’arresto, il colpo di scena. Solo qualche mese prima della cattura era stato diffuso l’identikit di Provenzano realizzato grazie all’aiuto soprattutto di Antonino Giuffrè, il suo ex braccio destro, finito in carcere tre anni fa. Quando fu trovato, il boss dei boss si trovava nascosto in un casolare a pochi chilometri da Corleone arredato in maniera spartana, con un letto, un cucinino, il frigo e un bagno, una stufa per il freddo e la macchina da scrivere con cui compilava i  “pizzini”. Si trattava di fogli di carta scritti a macchina che usava per comunicare con uomini fidati per gestire i suoi affari miliardari, dal momento che per non essere intercettato non usava telefoni fissi nè cellulari. Ed è proprio attraverso “i pizzini”, e alcuni pacchi contenenti la spesa e la biancheria, che i poliziotti della Squadra Mobile di Palermo e gli agenti della Sco riuscirono a identificare il luogo in cui si rifugiava Provenzano. La notizia della cattura, diramata dalle forze dell’ordine, è stata confermata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai pm della Dda Prestipino e Marzia Sabella.

 

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