Dal 19 maggio la parola ambiente entra nel codice penale con la legge sugli ecoreati.
Una legge aspettata da quasi vent’anni e che definisce cinque nuovi reati: l’inquinamento e il disastro ambientale, l’abbandono ma anche il traffico di materiale altamente radioattivo, l’impedimento del controllo e l’omessa bonifica. Si allungano i tempi di prescrizione, anzi raddoppiano, e le pene diventano severe, arrivando ad una condanna fino a 15 anni di reclusione.
Un provvedimento che rappresenta una battuta di arresto per chi ha condotto la sua attività senza pensare alle conseguenze inquinanti sul territorio.
Una legge che nasce come una risposta anche ai fenomeni delle ecomafie e dei crimini ambientali in generale. Raffaele Lupoli, attivista dell’associazione DaSud, che da tempo si occupa di mafie ed infiltrazioni mafiose, ha commentato così l’approvazione della legge sugli ecoreati: “Troppi disastri ambientali impuniti per una prescrizione breve o perché c’erano norme troppo blande proprio perchè i giudici dovevano lavorare su un’interpretazione estensiva delle norme esistenti e quindi spesso le accuse decadevano nei diversi gradi di giudizio, sopratutto quando dall’altra parte c’erano avvocati troppo potenti e avvocati di potenti”. “Adesso – prosegue Lupoli – ci sono degli strumenti, che valuteremo nella loro reale efficacia alla prova dei fatti, che però esistono e questa è già un’opzione del Parlamento italiano, che comunque l’ha votato con una discreta maggioranza”. La legge sugli ecoreati infatti è stata approvata al Senato con centosettanta voti a favore, venti contrari e ventuno astenuti.
La speranza di Lupoli è che questo strumento sia un deterrente e che non vengano dimenticati i “casi di giustizia negata” che spera con la legge sugli ecoreati non si ripetano. Fra i nomi ricordati da Lupoli ci sono: l’Ufficiale della Capitaneria di porto di Reggio Calabria che ha indagato sulle carrette del mare che la ‘ndrangheta ha affondato con i loro carichi di scorie, rifiuti tossici e materiale nucleare a cui è stato dedicato il libro a fumetti, dal titolo Natale De Grazia (Le navi dei veleni); la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin; e più di recente Roberto Mancini, commissario della Criminalpol che ha seguito un’indagine sullo sversamento di rifiuti tossici e radioattivi per conto della Commissione parlamentare d’inchiesta, e che si è ammalato proprio svolgendo quelle indagini. L’ultimo pensiero Lupoli lo dedica ai territori inquinati dall’eternit che non ha subito giustizia perché “c’è stata una sentenza, appunto, senza un supporto legislativo adeguato, che ha portato ad un nulla di fatto”.
Proprio in tema eternit e in tema Ilva, nascono gli interrogativi, perché la legge sugli ecoreati punisce il disastro ambientale solo se realizzato “abusivamente” e questo potrebbe dar adito a delle contraddizioni, proprio perchè chi autorizzato, potrebbe non essere soggetto alle sanzioni del testo appena approvato. Intanto un piccolo passo è stato fatto ed un deterrente ai reati ambientali è stato creato. Critiche ed innalzamenti agli onori sono stati riversati su questa legge, che rivelerà difetti e pregi nel momento dell’attuazione.