4 giugno 2004: muore Nino Manfredi

4 giugno 2004: muore Nino Manfredi

Muore il 4 giugno 2004 Nino Manfredi, uno dei più importanti esponenti della commedia italiana. Fu anche cantante, regista e sceneggiatore in una carriera lunga oltre cinquant’anni

Cantante, attore teatrale, cinematografico e anche televisivo, sceneggiatore, regista. La carriera di Nino Manfredi, lunga quasi cinque decadi, è estremamente versatile. Eppure, è innegabile la sua centralità nella commedia all’italiana degli anni ’60. Una vita, quella di Nino Manfredi, dedicata completamente alla recitazione: risale, infatti, al 2003, “La fine di un mistero” di Miguel Hermoso, il suo ultimo film, appena un anno prima della  morte, il 4 giugno 2004.
Nato il 22 marzo 1921, in un piccolo paese ciociaro, Castro dei Volsci, Nino Manfredi mostrò fin dall’infanzia una spiccata voglia di spettacolo e musica: ricoverato in sanatorio per una pleurite bilaterale, costruì un banjo e iniziò a suonare nel complessino dell’ospedale. Questa sua passione si rifece viva anche quando, iscritto alla facoltà di giurisprudenza, esordì come presentatore e attore in un teatrino parrocchiale. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fermò momentaneamente la sua passione. Infatti, per sfuggire all’arruolamento, Nino Manfredi si rifugiò per un anno nelle montagne ciociare.

Il vero e proprio esordio teatrale si ebbe nel 1947, quando dopo la laurea, iniziò a recitare in spettacoli per lo più drammatici con la Compagnia Maltagliati-Gassman, al Teatro Piccolo di Roma. Nella sua carriera teatrale, Nino Manfredi lavorò anche con mostri sacri come Aldo Fabrizi e Eduardo De Filippo. Passò inoltre dal teatro di prosa agli spettacoli musicali e al teatro di rivista (genere teatrale degli anni ’30-’50, misto di musica, prosa e danza). Fino ad arrivare alla regia teatrale alla fine degli anni ’80 con “Gente di facili costumi” e “Viva gli sposi“.

L’esperienza cinematografica iniziò poco dopo quella teatrale, nel 1949, con la commedia di Domenico Gambino “Torno a Napoli“. Proseguì con commedie-musicali e nazional-popolari. I primi film importanti arrivarono soltanto nel 1955, in particolare “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli. Lentamente, la carriera cinematografica di Nino Manfredi prese il sopravvento su quella teatrale. Ma, il vero successo lo raggiunse con la trasmissione televisiva Canzonissima, dove creò il personaggio del barista di Ceccano (paesino ciociaro).

Manfredi 1

In seguito al successo di Canzonissima, Nino Manfredi interpretò il personaggio che fu di Mastroianni nei “Soliti ignoti” nel sequel di Nanny Loy “Audace colpo dei soliti ignoti“. E’ l’inizio del periodo della commedia all’italiana. Grazie alla sua capacità di unire comico e drammatico, sia con la recitazione che con il suo fisico, Nino Manfredi diventò uno dei suoi emblemi, lavorando con registi del calibro di Zampa, Scola, Risi. Forse il ruolo più importante fu il portantino Antonio nel capolavoro di Scola “C’eravamo tanto amati“.

Anche sul piccolo schermo, Nino Manfredi incrociò la sua strada con grandi registi. In particolare, Luigi Comencini che lo volle come Geppetto per “Le avventure di Pinocchio” nel 1972. In seguito, si dedicò a molte fiction. Interessante fu il suo ruolo di mentore in “Linda e il brigadiere” alla fine degli anni ’90, non solo per la figlia poliziotta, ma come emblema di una grande esperianza cinematografica italiana.

Manfredi 2

Dopo aver inciso cinque 33 giri e innumerevoli 45 giri, recitato in più di cento film, alternando teatro, televisione e cinema, Nino Manfredi fu colpito da un ictus nel 2003, da cui non si riprese più veramente. Morì il 4 giugno 2004 a Roma uno dei più importanti volti e voci italiani.

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