Racconti: la Polonia tra tradizione e sviluppo

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Sono tanti gli italiani che vivono in Polonia, la diaspora italica più recente è dovuta: alla crisi perenne che negli ultimi anni ha colpito il Belpaese e al fatto che molte aziende multinazionali hanno accentrato i loro centri amministrativi e di back office in Polonia.

di: Giuliano Quarto

Sono arrivato a Breslavia a metà Agosto dopo due settimane di totale contatto con qualsiasi forma di lavoro e dopo aver lasciato l’Olanda, paese a me caro, ma che ho voluto lasciare per una serie di motivi: la mia fidanzata polacca e un lavoro più coinvolgente dal punto di vista qualitativo.

La parte occidentale della Polonia anche grazie ad un forte rapporto con gli Stati Uniti (in chiave sicuramente anti-Russia viste le scarse simpatie di cui godono i russi da queste parti) e con la UE ha beneficiato di investimenti produttivi ed in infrastrutture volte a cambiare per sempre il volto di un Paese ex comunista. Dell’epoca comunista rimane poco quanto niente. E’ tutto un fiorire (forse troppo) di gru, di grattacieli superattrezzati, centri commerciali, Kentucky Fried Chicken, McDonald’s, Starbucks e BurgerKing.

Tasse basse, welfare state rimodellato secondo i canoni post-comunisti e quindi molto basso. Ne è prova il fatto che il problema migranti a carico dei cittadini e nullafacenti qui non esiste per ora, perché come in Ungheria quelli che qui sostano si accorgono che la Polonia non è la Germania, Olanda o Italia e scappano.

Per chi vuole lavorare, porte aperte a tutti. Del resto la Polonia storicamente non ha niente da imparare perché già diversi secoli fa riusciva ad integrare alla perfezione diverse etnie e religioni.

Quando giropolonia per la Polonia, confesso di provare una certa curiosità per certi vecchi simboli. Uno di questi si trova a Varsavia ed è il Palazzo della Cultura e della Scienza fatto costruire da Stalin in segno di amicizia (si fa per dire) nei confronti del popolo polacco.
Varsavia è una capitale discretamente bella affacciata sulla Vistula, il fiume che l’attraversa. Molto viva dal punto di vista economico e con una storia non indifferente alle spalle fatta di rivolte e repressioni contro i tedeschi o i russi, vicini un po’ingombranti dei polacchi.

Molto bella ed interessante da un punto di vista storico è sicuramente Cracovia, dove si è costruita la storia ardimentosa del popolo slavo polacco. E’ qui che è possibile visitare il Castello del Wawel e la Cattedrale posti su una collinetta. Qui sono sepolti i Re polacchi e i polacchi più illustri anche del recente passato come l’ex Presidente Lech Kaczinsky morto in un incidente aereo insieme a moglie e gran parte della classe dirigente nel 2010 mentre atterrava….. in Russia per commemorare la strage di Katyn dove tutta la classe dirigente polacca fu uccisa nel nome di Josif Stalin

Sempre a Cracovia per i nostalgici dello stile vintage comunista, non può mancare una visita accompagnata a Nowa Huta, quartiere operaio di Cracovia costruito secondo i criteri comunisti. Cioè, niente Chiese, tutto costruito nel nome dell’ateismo di Stato.polonia

Ma i polacchi, cattolici fino al midollo, la pensavano diversamente e grazie anche alla caparbietà di un certo Karol Wojtyla venivano organizzate Messe all’aperto o negli scantinati quando proprio non conveniva essere notati e passare guai.

Il ghetto di Cracovia è il più grande della Polonia. La stessa città porta diversi segni dell’Ebraismo oltre ad essere la capitale cattolica e spirituale della Polonia. La Chiesa Cattolica in Polonia rappresenta un istituzione forse meno visibile sui giornali rispetto all’Italia ma fortissima. Il cattolicesimo è stato sempre collegato a tutte le rivolte del popolo polacco. Sia contro la Germania hitleriana, sia contro l’Unione Sovietica.

Sempre nella zona occidentale sorgono tutte le città, diciamo più benestanti, perché godono della vicinanza geografica alla Germania. E’ qui che sorgono Breslavia, Danzica (affacciata sul Mar Baltico con i suoi famosi cantieri navali), Poznan e Szczecin (impronunciabile ma è Stettino).

La zona orientale confinante con l’Ucraina, è la zona rimasta indietro nello sviluppo vertiginoso di questi anni. E’ una zona rurale e poco industrializzata ma a me piace perché ancora molto “selvaggia” e molto slava.

Non so se sia vero, ma secondo un amico polacco, la concentrazione ad occidente di tutto il centro produttivo è stato progettato perché ad Est ci si aspettava prima o poi un invasione russa.

Io vivo come altri 2mila italiani a Breslavia. Una città di circa 600mila abitanti ridiventata polacca nel 1945 dopo una parentesi di circa 200 anni di Germania.

La zona più interessante di Breslavia è la piazza del Mercato, detto Rynek. Un grandissimo spazio dove è facile percepire l’architettura e l’atmosfera tedesca. Del resto Berlino dista circa 3 ore di auto.

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Anche Breslavia si affaccia su un corso d’acqua. E’ attraversata infatti dall’Oder (Odra). La cattedrale di San Giovanni Battista, il simbolo cattolico della città si affaccia sull’Oder in uno scenario mozzafiato rovinato forse dalla ciminiera di una fabbrica costruita durante gli anni del comunismo.
Per fortuna nella foto sotto, non si vede questa enorme ciminiera che il turista medio ha modo di ammirare alla destra della Chiesa. Bisogna dire che anche a Breslavia si fanno ancora notare certe “perle” del modus operandi del vecchio regime comunista. Ci sono infatti, ancora, palazzi di quell’epoca, destinati ad essere riconvertiti sicuramente, quanto meno nel medio termine.

La cucina polacca è molto varia e non è così male rispetto agli standard esteri. Anche se un caro amico che è stato recentemente in Polonia si è lamentato. Peccato. Benchè distante dalla cucina italiana (ma non mi soffermo sul luogo comune più comune degli italiani all’estero) sono buoni i piatti di carne, la vodka e i pierogy, una sorta di crepes ripieni di carne o formaggio oltre alla mia zuppa preferita, lo zurek (a base di pezzi di uova sode e carne di maiale). Cucina molto ma molto pesante, adatta al clima sicuramente ma non bisogna esagerare se, come il sottoscritto, si vogliono perdere chili di troppo.

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Non ho ancora conosciuto le bellezze naturali della Polonia. Bisognerebbe visitare la catena dei monti Tatra e i Laghi Mazuri. Un giorno lo farò. Per ora, sono alla scoperta delle città e cerco di imparare il polacco, lingua difficilissima, gustando la buona vodka polacca e i buoni piatti caldi man mano che l’inverno si avvicina.

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