20 novembre 1945: Processo di Norimberga

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Nel Processo di Norimberga vennero giudicati alcuni tra i principali esponenti nazisti, macchiati di crimini di guerra e contro l’umanità.

Il Processo di Norimberga è una delle ultime pagine della storia del nazismo, e riguarda una serie di udienze con imputati i principali esponenti del partito nazista, come i collaboratori di Hitler e i medici che si dedicarono a sperimentazioni sui prigionieri dei campi di concentramento. Durante il processo, vennero giudicate circa duecento persone e ascoltate almeno trecentosessanta testimonianze.

La decisione di giudicare i nazisti – colpevoli di atrocità inimmaginabili prima che venissero alla luce – era nata nel 1941, e l’anno successivo venne creata a Londra la Commissione interalleata per i crimini di guerra, a cui aderirono Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna. Nel 1943, durante la conferenza tripartita di Mosca, Winston Churcill, Stalin e Roosevelt, rappresentanti dei tre stati, dichiararono l’intento di giudicare i nazisti sottoponendoli alla legge. Anche la Francia si unì a questa decisione.

Con la vittoria degli Alleati, il loro ingresso a Berlino e la cattura dei gerarchi nazisti, il 20 novembre 1945 iniziò il Processo, che si concluse il primo ottobre 1946. I giudici scelti erano quattro, uno per ogni potenza.

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Ogni udienza si svolse a Norimberga perché la città era uno dei simboli del partito nazista. Proprio a Norimberga, infatti, erano state emanate nel 1935 le leggi che discriminavano gli ebrei, escludendoli di fatto dalla società. Inoltre, la città era sede delle Celebrazioni di partito durante il Terzo Reich, e punire in quel luogo i fautori del nazismo era come dar loro uno schiaffo morale non indifferente. Nella scelta di Norimberga contribuì anche il fatto che essa era l’unica ad avere un palazzo di giustizia rimasto intatto dopo i bombardamenti, con annesso un carcere dove tenere sotto controllo i prigionieri.

I grandi assenti al processo erano i personaggi che, più degli altri, gli Alleati avrebbero voluto giudicare, cioè il Fuher Adolf Hitler, Heinrich Himmler, Joseph Goebbels -rispettivamente ministro dell’interno e ministro della propaganda del Reich- che si erano suicidati dopo aver capito di aver perso la guerra.

Altri importanti assenti erano Adolf Eichmann, membro delle SS ed esperto di questione ebraiche, e Josef Mengele, medico colpevole di terribili sperimentazioni nei campi di concentramento. I due riuscirono a scappare, rifugiandosi con un passaporto falso in Sud America.

Le udienze più conosciute del Processo di Norimberga sono sicuramente quelle relative a ventiquattro capi nazisti, accusati di quattro capi d’imputazione: cospirazione di successivi crimini; crimini di guerra; crimini contro la pace, perpetuati attraverso la politica aggressiva tedesca, e infine crimini contro l’umanità.

norimbergaDei ventiquattro imputati, dodici vennero condannati all’impiccagione, a cui sfuggirono solo Hermann Goring – che si suicidò il giorno precedente all’esecuzione con una capsula di cianuro – e Martin Bormann, condannato in contumacia. Degli altri, tre ottennero l’assoluzione, mentre i restanti furono condannati a pene detentive.

Nonostante i gerarchi meritassero senza ombra di dubbio una condanna e una giusta punizione, il Processo di Norimberga non è considerato la scelta migliore che si sia potuta intraprendere. La rabbia verso i nazisti ha reso lo svolgimento del processo troppo sommario e veloce, privo di quella imparzialità che, a sangue freddo, sarebbe stata più presente.

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