No hate speech, i diritti umani viaggiano online

Love no hate speech

Quanti diritti umani vengono violati ogni giorno online? No hate speech è la campagna rivolta ai giovani per dire si ai diritti e giocata sul loro terreno, quello di Internet.

No hate speech è il nome di un’iniziativa internazionale, una campagna giovanile organizzata dal Consiglio d’Europa per dire no all’odio e si ai diritti universali. Il movimento contro l’istigazione all’odio è una campagna per i diritti umani online, visto il quotidiano e intensivo uso del web da parte dei giovani. Facebook, twitter, google sono social networks e motori di ricerca di cui nessun giovane (e spesso anche adulto) riesce ormai a fare più a meno.

Il web rischia grazie alla facilità d’uso, alla libertà di comunicazione e alla (reale) sensazione di esser connessi con tutto il mondo, di rendere più accessibile anche una delle violazioni più inaccettabili: quella dei diritti umani, trasformando così i giovani che usano Internet talvolta in vittime, altre in carnefici. Ma i diritti umani, in quanto tali, devono spettare a qualsiasi uomo, anche sul web.

No hate speech nasce da questa constatazione e quale momento migliore per parlarne se non il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani. In quest’occasione il No hate Speech Movement ha organizzato una giornata di azione in favore dei diritti umani attraverso un uso, in questo caso estremamente positivo, di social network e Internet. Giornata alla quale Openmag e l’associazione Aicem prenderanno parte in prima persona sulle loro pagine facebook e twitter.

Imparare ed educare ai diritti umani diventa, grazie al No Hate Speech Movement, un semplice momento di condivisione di contenuti, azione che il target di riferimento (quello giovanile) è abituato a fare quotidianamente.

Così dal sito dell’iniziativa è possibile scaricare cartoline con la spiegazione di Human Rights specifici, condividere un meme a tema “diritti umani”, partecipare a semplici quiz per testare la propria conoscenza dell’argomento ecc.

No hate speech non è solo una campagna studiata da burocrati che cercano – con scarsi risultati – di rivolgersi a un pubblico giovanile che parla un linguaggio diverso. E’ una proposta di educazione sul terreno più informale e attraente che i ragazzi tra i 13 e i 30 anni conoscano: l’online.

Una campagna ben strutturata ed estremamente necessaria, vista l’attuale situazione di istigazione all’odio online sempre crescente; istigazione riconosciuta dal Consiglio d’Europa come l’espressione di tutte le forme di incitazione e diffusione all’odio razziale, alla xenofobia e a qualsiasi forma di intolleranza e discriminazione.

No hate speech, il discorso “contro l’odio online”, si batte, sul web, affinché proprio nello spazio virtuale queste violazioni vengano volontariamente rimosse perché ritenute, a livello universale, dannose per l’essere umano che vi sia sottoposto. Solo in questo modo il contrasto alle violazioni reali e virtuali potrà diventare abituale tanto quanto la condivisione di un post, di una foto o la scrittura di un commento nel quale i diritti umani rimangano intatti e risulti scontato sia così.

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