10 gennaio 1971: muore la celebre stilista Coco Chanel

coco chanel

Coco Chanel non fu solo un’iconica stilista, ma anche una donna rivoluzionaria che cambiò l’immagine femminile della sua epoca e permise la nascita di un concetto di eleganza e di stile fatto di “una raffinata povertà”, di accessori basilari, indimenticabili.

Gabrielle Bonheur Chanel, nasce a Saumur nel 1883. La sua non è una storia lineare, dai chiari contorni, lei stessa ha contribuito a creare quella che viene definita mitologia Chanel. La sua è una famiglia di umili origini, il suo destino nell’età più tenera è quello di errare, prima con la sua famiglia, dopo, con la prematura morte della madre, fu affidata alla nonna, a Vichy, che decise di rinchiudere Gabrielle e le sue due sorelle presso l’orfanotrofio di Aubazine, dalle suore della congregazione del Sacro Cuore. Ed è proprio dall’austera vita monacale che Chanel eredita l’amore per il bianco e il nero, e per le linee classiche e “austere” delle vesti monacali.

Raggiunta la maggior età, diventa commessa presso un negozio di biancheria femminile, le Moulin, e anche cantante presso un caffè-concerto parigino. La “mitologia Chanel” vuole che la giovane Gabrielle prenda l’appellativo di Coco proprio da una canzonetta da lei spesso cantata Qui qu’a vu Coco?.

E’ proprio in una di queste serate presso i caffè parigini che incontra il suo primo amante, Etienne De Balsan, un uomo ricco e amante di corse di cavalli che la porta con sé presso il suo castello di Royallieu. Ma Coco non è fatta per essere la semplice bambolina di un nobile e, nonostante le ritrosie di De Balsan, comincia a creare cappellini in paglia ornati di fiori e piccoli accessori, niente a che vedere con i lussuosi e ingombranti cappelli di moda allora, impossibili da indossare senza una struttura di sostegno chiamata Pompadur. Nonostante il suo viaggiare sempre controcorrente, Coco fece breccia sull’alta borghesia del luogo e su tutte le conoscenze di Etienne, attraverso le sue innovative creazioni, ma soprattutto nel cuore di un industriale inglese, Boy Capel.

Fu lui a finanziare il suo primo negozio parigino al 31 Rue Cambon ed anche il successivo negozio a Deuville, località balneare, nel 1913. Fu proprio qui che Chanel si ispirò allo stile “marinaresco”, realizzando pratiche maglie con il medesimo scollo che vedeva ai giovani lupi di mare del luogo, con le intramontabili righe bianche e blu. Durante il periodo della Grande Guerra, fu proprio il negozio a Deuville a decollare, poiché le famiglie, spaventate dal conflitto mondiale, si riversarono tutte sulla costa e le donne avevano bisogno di vestiti pratici, che permettessero liberi movimenti e al tempo stesso non rinunciassero all’eleganza e la femminilità. E fu proprio questo che Coco concesse loro.

Gli anni ’20 furono segnati da una grave perdita. Boy Capel morì in un gravissimo incidente stradale. Il dolore per la dipartita del suo grande amore, permise a Chanel di buttarsi a capofitto sul lavoro: paradossalmente questi anni furono strepitosi per la carriera di Gabrielle, che inventò un intero look per la donna dell’epoca definito alla garçonne. Taglio corto di capelli (definito “alla maschietta”), abiti comodi in jersey (tessuto mai utilizzato prima per il guardaroba femminile se non per la biancheria) e il magnifico ed eterno petite robe noir lanciato nel 1926.

Coco Chanel
Petite Robe Noire, Chanel

Gli anni ’20 furono anche quelli del lancio della più famosa fragranza del secolo Chanel N°5. Aiutata dal profumiere Ernest Beaux, Coco realizzò un profumo che “sapesse di donna, perché una donna deve odorare di donna e non di rosa”. La scelta del numero corrisponde alla quinta essenza scelta da Chanel.

Coco chanel
Chanel N°5

Gli anni ’30 e ’40 furono invece molto duri per la stilista francese che, nonostante avesse ampliato notevolmente la sua produzione e i suoi negozi, risentì della crisi economica e della Seconda Guerra Mondiale, tanto da emigrare negli Stati Uniti e lasciare libero spazio all’astro nascente di Dior che nel ’46 propose il suo New Look. La rabbia di Coco era tanta, lei che aveva voluto liberare le donne da corsetti e impalcature si ritrovava uno stilista che le rinchiudeva ancora in queste “gabbie ornamentali”, infatti, secondo le sue parole,  Dior “addobba delle poltrone, non veste delle donne: l’eleganza è ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà”.

Nel 1954 vi fu il suo grande ritorno a Parigi segnato da una sfilata di trenta modelli presso il suo atelier. Il 1955 fu l’anno del tailleur in tweed con una gonna che riacquista un poco di lunghezza sotto il ginocchio, la giacca corta e i bottoni dorati e della borsetta 2.55 con i motivi a quadri trapuntati in pelle e la tracolla in anelli di metallo intrecciati al cuoio.

Poco meno di vent’anni dopo la creazione della pratica borsa a tracolla, Coco Chanel morì, precisamente il 10 gennaio 1971, presso l’Hotel Ritz e lasciò il suo patrimonio alla fondazione Coga, creata nel 1965 a Vaduz. In seguito alla sua morte la maison venne gestita dai suoi assistenti e dal 1983 venne affidata a Karl Lagerfeld.

Le conquiste ottenute, attraverso le sue creazioni, possono sembrare poco per le donne di oggi, eppure senza queste rivoluzioni non saremmo arrivate al concetto di donna attiva e dinamica (ed anche multitasking). Coco Chanel, attraverso la moda, rappresentò il nuovo modello femminile che stava sviluppandosi nel ‘900: una donna che lavorava e che non poteva più essere schiava dell’abbigliamento costrittivo della Belle Époque.

“Fino a quel momento avevamo vestito donne inutili, oziose, donne a cui le cameriere dovevano infilare le maniche; invece, avevo ormai una clientela di donne attive; una donna attiva ha bisogno di sentirsi a suo agio nel proprio vestito. Bisogna potersi rimboccare le maniche.”

Chanel crea la donna del XX secolo, una donna che afferma la propria femminilità non per contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione di abiti maschili. Una donna che lavora, una donna che non prende solo il tè con le amiche, ma si dà da fare per se stessa e per la sua famiglia, una donna che può aspirare ad una carriera e che non deve stare per forza dietro le quinte a guardare. Una donna che non vuole diventare qualcosa, ma vuole essere qualcuno.

Chanel diede a quella nuova donna il vestito giusto.

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