20 Febbraio 1909: pubblicato il Manifesto del Futurismo

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Il 20 Febbraio 1909 viene pubblicato sul celebre quotidiano francese “Le Figaro” il “Manifesto del Futurismo” ad opera di Filippo Tommaso Marinetti che precede uno tra i fondamentali movimenti artistici e letterari italiani contemporanei.

E’ il 20 Febbraio 1909 quando sul celebre quotidiano francese “Le Figaro” viene pubblicato il “Manifesto” del Futurismo, testo con argomenti decisamente scandalistici ad opera di Filippo Tommaso Marinetti, che precede uno tra i più influenti movimenti artistici e letterari italiani.

Il Futurismo nasce in un periodo, l’inizio del Novecento per l’appunto, di notevole fase evolutiva, dove tutto il mondo dell’arte e della cultura è stimolato da numerosi fattori: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili o le prime cineprese, tutti elementi che arrivano a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” tra loro i continenti.Manifesto del Futurismo

Il XX secolo viene quindi invaso da un nuovo vento, che porta nella vita dell’essere umano una nuova realtà: la velocità. Anche per questo i futuristi volevano idealmente “bruciare i musei e le biblioteche”, in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sul dinamico presente. Intanto le catene di montaggio abbattono i tempi di produzione, le automobili aumentano giorno dopo giorno, le strade iniziano a riempirsi di luce artificiale, si respira una nuova aria fatta di futuro e velocità.

Ciò che può essere considerato il limite della letteratura italiana alla fine dell’Ottocento, la sua mancanza di contenuti forti, il suo quieto e passivo laissez faire, viene immediatamente combattuto dal Futurismo e la reazione dei Futuristi comprende quindi l’uso dell’eccesso, che prova l’esistenza di una sopravvissuta e dinamica classe intellettuale italiana.

Grazie quindi all’esistenza del “Manifesto”, i Futuristi confermano che la letteratura non sarebbe stata sorpassata dal progresso, avrebbe anzi assorbito il progresso nella sua evoluzione e avrebbe dimostrato che l’uomo lo avrebbe usato per lasciar esplodere sinceramente la sua natura, fatta di istinto; l’uomo reagisce contro la forza potenzialmente soverchiante del progresso, e grida forte la sua centralità; l’uomo userà la velocità, non il contrario. Un passaggio fondamentale è l’interpretazione della guerra come “igiene” del mondo tramite cui esso viene purificato da ogni male: la poesia, la voce dello spirito, aiuterà l’uomo nel permettere alla sua anima di essere parte di tutto questo, indicando un nuovo concetto di bellezza che si rifarà all’istinto umano per la lotta.Futurismo

Il senso della storia non può essere lasciato da parte: questo è un momento speciale, molte cose stanno per cambiare in nuove forme e nuovi contenuti, ma l’uomo sarà in grado di passare attraverso questi cambiamenti, portando con sé ciò che gli deriva dall’inizio della civilizzazione.

Uno degli articoli più particolari del Manifesto è l’articolo 9, nel quale la guerra viene definita come una specie di bisogno per lo spirito umano, una purificazione che permette e favorisce l’idealismo. Alcuni hanno detto che questa definizione data dai Futuristi avrà in seguito influenzato i movimenti di massa che pochi anni dopo daranno consistenza al totalitarismo, principalmente in Italia, Germania e, in forma differente, in Russia.

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