Desert Session, dalla Puglia all’Algeria a ritmo di musica

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Dall’8 al 22 marzo nove pugliesi si recheranno nei campi profughi algerini di Tindouf, per dare vita al progetto Desert Session, a sua volta contenuto nella missione Saharawi medical care.

Un detto afferma che la musica unisce i popoli. Come tante altre arti, la musica fa infatti superare le differenze e trova le uguaglianze, riesce a creare e rafforzare legami e pone tutti sulla stessa lunghezza d’onda, sull’identica frequenza sonora.

Ne sanno qualcosa Mauro Semeraro, Alberto Piccinni e Pierluigi Bello, i tre musicisti che si uniranno alla spedizione organizzata da Tregiriditè, un’associazione di Tricase -città pugliese in provincia di Lecce- e a cui parteciperanno anche medici e volontari. Desert Session, questo il nome del progetto musicale, si pone come obiettivo la creazione di una vera e propria band con i rifugiati, a cui verranno offerte attività di improvvisazione musicale, scrittura di brani e creazione di nuove melodie. L’idea di Desert Session, promosso dall’associazione Zig, è di sostenere i rifugiati e di aiutarli, attraverso la musica, a mantenere salda la propria identità, nonostante siano lontani dalla loro terra di origine. Il progetto si è sviluppato nel 2013 con un finanziamento della Regione Puglia e, per promuovere la nuova attività in Algeria, è stato diffuso il video creato l’anno scorso, intitolato Able Displaced e suonato dai Calignano, il collettivo artistico di Capo di Leuca.

Il progetto Desert Session, con questa partecipazione in Algeria, si inserirà inoltre nel progetto Sahawari medical care, organizzato grazie ai fondi di Rio De Oro Onlus e dell’Otto per Mille della Tavola Valdese, che si occupa di creare interventi socio-sanitari verso i bambini disabili o affetti da gravi malattie. Spesso i bambini che possiedono simili problemi vengono lasciati in disparte, si rinuncia a cercare dei nuovi metodi per migliorare le loro condizioni e per facilitare non solo la loro vita quotidiana, ma anche quella dei parenti e di chi se ne occupa.

Grazie alle missioni, sostenute anche dal Comune di Tricase, dall’ospedale Cardinale G. Panico, dall’Istituto Padri Trinitari di Gagliano, all’A.S.L. Di Lecce, e infine dalla cooperativa sociale L’Adelfia, perfino nei bambini con gravi patologie si sono riscontrati enormi progressi. Fondamentali sono, inoltre, i soggiorni in Italia permessi ai piccoli pazienti, che vengono ospitati dalle famiglie locali.

E chissà che la musica aumenti questi progressi, portando in questi bambini in difficoltà ancora più voglia di combattere e di non arrendersi, superando le barriere anche dei campi profughi.

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