Fairy Tale Fashion, una moda “da favola”

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Fairy Tale Fashion è una particolare mostra in esposizione a New York al Museum at Fit fino al 16 aprile. La moda si unisce in maniera magistrale al magico mondo delle favole per un risultato unico.

Fairy Tale Fashion, l’accostamento di queste due parole non è poi così azzardato. Tutte noi da piccole strabuzzavamo gli occhi davanti agli abiti principeschi e da sogno delle eroine delle fiabe. E tutte noi siamo cresciute con il mito (poi disincantato) di una vita da favola firmata Disney.

Nonostante il realismo abbia in seguito prevalso (più o meno) su di noi, non ci stancheremo mai delle meraviglie che queste favole possono regalarci. Fair Tale fashion è una di queste: è una “special exhibition” che trova le sue radici nella Grande Mela e si ispira ad un mondo onirico e ci materializza nel passato della nostra infanzia attraverso abiti che non hanno nulla da invidiare ad opere architettoniche. Questi particolari capi, ispirati a fiabe diverse, simboleggiano sempre una specifica caratteristica: possono rappresentare la vanità, il potere, la dolcezza, il lusso, il privilegio. Basti pensare a quanto significato hanno per noi delle scarpe di cristallo: abbiamo tutte ben presente il momento in cui Cinderella le perde dopo il ballo con il principe.

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Photografy by Kirsty Mitchell, “Wonderland”

Il curatore di questa special exhibition è Colleen Hill, che ha disposto ben 80 capi (tra oggetti, vestiti ed accessori) all’interno di scenografie drammatiche progettate dall’architetto Kim Ackert. Il periodo storico di riferimento a cui i designer si sono ispirati va dal XVIII secolo fino ai giorni nostri, infatti, c’è una particolare attenzione anche al XXI secolo grazie alle mani sapienti di Thom Browne, Dolce and Gabbana, Tom Ford, Giles, Mary Katrantzou, Marchesa, Alexander McQueen, Rick Owens, Prada, Rodarte, and Walter Van Beirendonck e molti altri.

Dal momento in cui il connubio con le storie fiabesche è molto forte sono esposti anche i disegni di Edmund Dulac, Arthur Rackham, e A.H. Watson risalenti al XX secolo. Come opere più recenti si possono visualizzare le gigantografie di Kirsty Mitchell ispirate al fantastico mondo di “Alice nel paese delle meraviglie”. Tra i particolari accessori ritroviamo una clutch di Charlotte Olympia che riproduce un vero e proprio libro antico.

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Kirsty Mitchell, The Storyteller, from the Wonderland series. Photograph © Kirsty Mitchell, kirstymitchellphotography.com

Lo spazio della galleria  mette in mostra 15 fiabe classiche, i modelli sono disposti all’interno di quattro impostazioni archetipiche. I visitatori prima compiono una passeggiata nel bosco, all’interno del quale ritroviamo i racconti di “Cappuccetto Rosso“, “Biancaneve“, “Rapunzel”. Possiamo visualizzare diverse varianti del manto rosso di Cappuccetto Rosso a cominciare da un mantello di lana ispirato alla moda della fine del XVIII secolo fino a un cappuccio in vernice scarlatta del 2015.

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Mantello ispirato a Cappuccetto Rosso del XVIII secolo
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Comme des Garçons, spring 2015, Japan. Ispirato a Cappuccetto Rosso.

Biancaneve viene immortalata attraverso un abito di organza nero tempestato di strass mentre si trovava nella sua bara di vetro. La sottosezione su “Rapunzel”, invece, comprende un abito mozzafiato della collezione autunno/inverno 2007 di Alexander McQueen, fatta dal profondo velluto verde smeraldo impreziosito con perline color rame che creano un motivo di cascata di capelli.

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Vestito ispirato a Rapunzel. Collezione autunno/inverno 2007 Alexander Mcqueeen

Il centro della galleria è dominato da un grande castello, dentro e attorno al quale vengono visualizzati i racconti “Cenerentola“, “Furrypelts“,  “La bella e la bestia“, e “La bella addormentata“. Cenerentola viene prima mostrata nei suoi stracci, da una realizzazione di Giorgio di Sant’Angelo, ovvero, una gonna fatta da chiffon tagliuzzato, e risalente al 1971. Le scarpette di cristallo di Cenerentola spettacolari sono esemplificate da un paio di scarpe prive di tacco (heels-less) del 2014 di Noritaka Tatehana,  che le ha realizzate con stampante 3D con acrilico trasparente così da creare sfaccettature che riflettono la luce.

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Scarpe hells-less di Norikata Tatehana ispirate a Cindarella

La Sirenetta ” e “Il mistero del Lago” sono rappresentati nella sezione “Mare” dell’Esibizione. L’abito- cigno di Charles James, dalla metà degli anni 1950, ha una gonna fatta da strati di rete nera, beige e marrone che formano una silhouette particolarmente aggraziata. “La Sirenetta” è rappresentato da bustier e una gonna ispirata alla coda di pesce di colore lilla di Thierry Mugler risalente al 1987.

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Bustier e Gonna di Thierry Mugler 1987, ispirato alla Sirenetta

Il percorso del Fairy Tale Fashion continua con altre due favole che ben si prestano alla realizzazione di abiti fantasiosi e archittettonici come “Alice nel paese delle Meraviglie” e “Il Mago di Oz”.

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Abito Manish Arora 2010, ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie

E’ il caso di dirlo: in questo caso è inutile che ci atteggiamo a donne emancipate, moderne e realiste. Queste fiabe ci fanno ancora sognare e ancor di più questi abiti che ne rappresentano l’atmosfera onirica e fantasy. Moda e favola si uniscono in una sola cosa. E d’altronde non è pur vero che attraverso lo stile riusciamo a crearci la nostra personale fiaba moderna?

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