18 aprile 1955: muore Albert Einstein

EINSTEIN

Il 18 aprile 1955 muore a causa di un aneurisma Albert Einstein, uno dei più grandi scienziati contemporanei e Premio Nobel per la fisica.

Se dovessimo pensare alla figura di un genio -una persona dall’intelligenza superiore, dall’infinita cultura e dalle brillanti capacità- Albert Einstein è sicuramente uno dei primi nomi che ci verrebbe in mente. Eppure, la vita dello scienziato tedesco fu un’esistenza ordinaria, caratterizzata dalla normalità della sua famiglia e da una grande passione per lo studio e le scienze. La curiosità per il mondo e per i suoi meccanismi fu sicuramente la molla che rese Einstein un genio indiscusso, tanto da fargli affermare:

«Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso».

Albert Einstein nacque a Ulma, cittadina della Germania, il 14 marzo 1879, da una famiglia ebraica. I suoi primi anni di vita furono abbastanza solitari: il piccolo Albert sembrava non aver interesse per ciò che lo circondava, e imparò a camminare e a parlare molto tardi rispetto ai suoi coetanei.

EinsteinCon l’inizio della scuola la situazione cambiò. Einstein diventò un bambino molto curioso e apprese facilmente le nozioni scientifiche, ottenendo ottime pagelle. Accanto all’interesse per le materie scolastiche, altri stimoli provenirono dai parenti. Grazie allo zio Jacob il giovane Albert studiò in modo approfondito l’algebra, mentre la madre gli insegnò a suonare il violino. La musica resterà sempre, per Einstein, l’arte preferita, capace di tranquillizzarlo ma anche di favorire la sua concentrazione. La musica, affermerà lo scienziato, contribuisce a mantenere il cervello attivo.

Nel 1985 Einstein, senza avere il minimo di età richiesto, tentò di entrare al Politecnico di Zurigo, ma fallì per via della bocciatura nelle materie letterarie. Tuttavia, il direttore del Politecnico si accorse delle sue doti e lo esortò a riprovarci. Einstein non si diede per vinto, e l’anno successivo venne ammesso nella scuola. Qui incontrò l’unica donna ammessa ai corsi, Mileva Marić, che nel 1903 diverrà sua moglie, dandogli tre figli.

EinsteinOrmai diventato professore, nel 1905 Einstein pubblicò ben sei lavori -una cifra elevata, se pensiamo agli esperimenti e agli studi che lo scienziato fece- riguardanti il campo della fisica. Per questo, il 1905 è detto Annus Mirabilis.

Per uno dei testi, dove lo scienziato analizzava l’effetto fotolettrico, Einstein ottenne il Premio Nobel per la Fisica, vinto nel 1921.

Accanto agli studi e all’insegnamento, Einstein dovette affrontare la nascita del nazismo. Nel 1927 lo scienziato, che aveva da sempre idee pacifiste e di uguaglianza, rifiutò di partecipare al Congresso internazionale dei Fisici, che si svolgeva a Como, per protestare contro la politica dittatoriale di Benito Mussolini. Con l’ascesa in Germania di Adolf Hitler, Einstein, essendo ebreo, subì la politica discriminatoria del kaiser. Licenziato, si rifugiò negli Stati Uniti, fino a rinunciare alla cittadinanza tedesca.

Gli Stati Uniti furono per lui una seconda patria, dove poté continuare il suo lavoro, e dove fu sempre molto apprezzato, nonostante i suoi modi di fare bizzarri.

Il 18 aprile del 1955 Einstein morì, a Princeton, a causa di un aneurisma. L’autopsia sul suo cadavere venne eseguita dal medico Thomas Stoltz Harvey, che prelevò il cervello per metterlo a disposizione della scienza. E così fu: l’organo venne diviso in 240 parti e, ancora oggi, si cerca di carpire il segreto dell’intelligenza del grande scienziato. E se l’unico, vero segreto fosse la dedizione al suo lavoro?

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