22 Aprile 1994: muore Richard Nixon

RICHARD NIXON

Il 22 Aprile 1994 scompare Richard Nixon, 37° presidente degli Stati Uniti d’America ricordato soprattutto per lo “scandalo watergate”.

E’ il 22 Aprile del 1994 quando scompare il politico e 37° presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon, ricordato soprattutto per essere stato l’unico presidente statunitense a dimettersi dalla carica, precisamente nel 1974, anticipando l’impeachment in seguito allo “scandalo watergate“.

Nixon nasce il 9 gennaio 1913, nella casa paterna a Yorba Linda, California. Dopo un inizio di vita piuttosto complesso, gravato dal peso delle difficoltà economiche, riesce comunque a portare a termine i primi studi e a conseguire una laurea alla Duke, università piuttosto prestigiosa. Avendo grandi ambizioni lavorative e carrieristiche, Nixon inizialmente spera di unirsi all’FBI; riceve risposta alla sua lettera di candidatura anni dopo, apprendendo di essere stato ammesso, ma con la nomina annullata all’ultimo a causa di tagli al bilancio. Torna quindi in California, dove viene ammesso allo State Bar, un ramo amministrativo della Corte Suprema.

Richard Nixon

Già dal 1945 si interessa al Partito Repubblicano; viene perciò scelto dal partito stesso come candidato californiano, iniziando così la sua carriera politica nel 1946 con l’elezione alla Camera dei Rappresentanti, sconfiggendo il deputato Helen Gahagan Douglas; la Douglas lo ribattezzerà in seguito Tricky Dicky (“l’infido Riccardino”) per i mezzi sleali usati nella campagna elettorale: l’appellativo lo accompagna poi nel corso di tutta la sua esistenza.

A soli trentanove anni di età, nel luglio 1952, viene scelto dal Partito Repubblicano come candidato alla vicepresidenza a fianco di Dwight Eisenhower. La scelta non è priva di polemiche: a settembre dello stesso anno il New York Post pubblica infatti un articolo, secondo il quale alcuni finanziatori della campagna elettorale avrebbero costituito un fondo segreto per le spese personali di Nixon.

Richard però si difende con energia; compare in televisione il 23 settembre 1952 per rispondere direttamente alle accuse, con un intervento appassionato e retorico, che passa alla storia come il “discorso di Checkers” e che accresce notevolmente la sua popolarità. Alle elezioni presidenziali del 1952, Eisenhower e Nixon vengono eletti rispettivamente presidente e vicepresidente degli Stati Uniti, battendo i loro concorrenti di sette milioni di voti.

Dopo la clamorosa sconfitta alle elezioni presidenziali del 1960 che vedono la vittoria del candidato John Fitzgerald Kennedy e superata la tentazione di abbandonare la politica, in occasione delle elezioni presidenziali del 1968 Nixon riesce poi a tornare nuovamente protagonista della scena politica, ottenendo la nomination per il suo partito.

Presidente Richard

L’allora presidente in carica, il democratico Johnson, succeduto a Kennedy dopo il suo assassinio nel 1963, evita di ricandidarsi alla presidenza mentre è in forte vantaggio nei sondaggi, allo scopo, secondo quanto dichiarato, di dedicarsi interamente alle trattative in corso per la pacificazione del Vietnam. La rimonta e il successo di Nixon fra i repubblicani possono essere quindi parzialmente attribuiti alla forte confusione politica, aggravata dall’assassinio di Robert Kennedy poco prima della sua probabile vittoria finale nelle primarie del Partito Democratico nel giugno del 1968.

Ma non è tutto oro quel che luccica: abile quanto intemperante di carattere, nel 1974 Nixon viene coinvolto nello scandalo Watergate, catena di eventi riguardanti un abuso di potere volto ad indebolire la controparte politica, e costretto a dimettersi.

Richard Nixon rimane ancora oggi uno dei presidenti più controversi della storia degli Stati Uniti; le sue dimissioni e la parziale ammissione delle sue colpe hanno gravemente pregiudicato dal punto di vista storico la valutazione complessiva della sua presidenza.

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