21 Maggio 1973: muore Carlo Emilio Gadda

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Il 21 Maggio 1973 scompare il grande scrittore e ingegnere italiano Carlo Emilio Gadda, detentore di una piccola parte della storia della letteratura italiana contemporanea.

“Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto”. Questa è soltanto una delle infinite citazioni di un grande scrittore, Carlo Emilio Gadda, che con i suoi romanzi ha voluto dare vita (e forma) alla complessità del reale, alla matassa della società, al “pastiche” della cultura italiana della seconda metà del 900, attraverso uno sguardo cinico, a volte crudo, sicuramente imperturbabile.

Gadda

Carlo Emilio Gadda nasce a Milano il 14 novembre 1893. Il padre, industriale tessile, e la madre, insegnante di lettere e poi direttrice in alcune scuole lombarde, assicurano alla famiglia notevoli agi, come l’oneroso acquisto di una villa a Longone, in Brianza, contro la quale si indirizzeranno poi l’odio e il sarcasmo di Gadda, che in essa vedrà l’origine di tutte le disgrazie familiari come la crisi economica e la conseguente morte del padre; conseguita la maturità al Liceo Classico Giuseppe Parini, in obbedienza alle aspirazioni materne, Gadda si iscrive alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano: la rinuncia alle proprie inclinazioni letterarie è la nota costante e dolente del ritratto che il Gadda maturo darà di sé.

Fervente interventista, Gadda decide di partecipare come volontario alla prima guerra mondiale, così come decide in quegli anni di tenere un diario, “Giornale di guerra e prigionia”, pubblicato solamente e parzialmente nel 1955; l’intero scritto non è altro che una forte e aspra denuncia non solo su come sia stato condotto e gestito il conflitto, ma in particolare sul degrado della vita dei prigionieri, portando con sé a galla il disordine del reale e l’orrore per il massacro compiuto.

Gadda romanzo

Dopo aver espresso finalmente il desiderio di seguire la vera passione per la letteratura, Carlo Emilio Gadda si iscrive alla facoltà di Filosofia (dove comunque sostenendo tutti gli esami non discuterà la tesi) e nel 1950 si trasferisce a Roma dove inizia a lavorare presso la RAI per i servizi di cultura del Terzo programma fino al 1955. Sarà di questi anni la produzione letteraria più matura dello scrittore che lo imporrà come una delle grandi personalità letterarie del Novecento, dalle “Novelle del ducato in fiamme” del 1953, a “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” del 1957, a “La cognizione del dolore”.

Nella quinta delle Lezioni Americane Italo Calvino analizza l’opera di Gadda come esempio moderno di “romanzo contemporaneo come enciclopedia”; secondo Calvino infatti, Gadda “cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento”.

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